Rivali divisi e diversi su tutto. Il sindaco si concentra sui grandi temi. Lo sfidante gioca in prima linea – .

Rivali divisi e diversi su tutto. Il sindaco si concentra sui grandi temi. Lo sfidante gioca in prima linea – .
Rivali divisi e diversi su tutto. Il sindaco si concentra sui grandi temi. Lo sfidante gioca in prima linea – .

Vicini, forse, non lo sono mai stati. Quando si ritrovarono meno distanti, i rapporti tra Gian Luca Zattini e Graziano Rinaldini furono gelidi (e dire che si erano conosciuti molti anni prima: l’uno sindaco di Meldola, l’altro presidente della Formula Servizi). Da un momento di ‘furia agonistica’ nasce la famosa frase di “50 anni di collasso”: il fuoco cova sotto la cenere. D’altronde le campagne elettorali che si concludono oggi sono state diverse, addirittura opposte.

Zattini ha volato alto, senza altezzosi: diga, Cervese, hub aerospaziale, accordo con un grande luminare come Claudio Vicini. Lui è il sindaco in carica (o per citare un’altra celebre – e discussa – frase, “il comandante in capo”) e dimostra di esserlo. Non nomina il suo avversario, dice “vincerò” senza premettere “se”. D’altronde Rinaldini ostenta la sua presenza ‘sotto’, non in senso negativo: a lui, come una sorta di difensore civico, i cittadini inviano foto di marciapiedi fatiscenti e, soprattutto, tombini affogati dalla pioggia. E non si tira indietro: va a parlare con gli addetti alle pulizie, contesta il Comune sulle fognature, attacca le strade dei tanti cantieri cittadini (l’altro giorno piazza Cavour, ieri via Gorizia). Non è un caso che abbia affermato più volte di aver spalato nel fango.

Zattini ha incontrato a Forlì (in meno di due anni) 13 ministri su 24, più il premier Giorgia Meloni, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e diversi viceministri e sottosegretari. Parla di buoni rapporti con la Regione (anzi, con alcuni assessori…) e con il sindaco di Ravenna. “E poi dicono che sono isolato…”, racconta ai rivali. A cui – grazie alla sua lista civica – ha portato via pezzi: Marco Di Maio, Sara Samorì, appunto Claudio Vicini. Ha portato sul palco chi, nel mondo della cultura o della solidarietà, diceva: “L’ultima volta non l’ho votato”. Su quanti altri in Italia è d’accordo il Popolo della Famiglia e dell’Azione?

D’altronde, dietro Rinaldini c’è un Pd ancora ferito dalla storica sconfitta del 2019 e che, da allora, ha perso anche i suoi consiglieri regionali e i suoi parlamentari; governa la Provincia, sì, ma con il sindaco di Cesena. Eppure i democratici hanno ancora la forza di lottare: nelle liste ci sono diversi coordinatori di quartiere e segretari di club, segno di un radicamento che non può essere dato per scontato, gente abituata a mettere la faccia e a prendere voti. Da lì è nata una campagna molto “porta a porta”. «Ovunque andiamo c’è grande entusiasmo, soprattutto in periferia: la gente aveva bisogno di essere ascoltata», racconta uno stretto collaboratore di Rinaldini. I cittadini di RinnoviAmo Forlì (e non solo) organizzano passeggiate: nei luoghi dell’alluvione, della storia, della cultura.

La sinistra, insomma, ci mette la sua presenza fisica. Cerca così di contrastare Zattini che tenta di irrompere nel campo altrui. Vuole suscitare empatia tra lui e, anche, il pantheon del PCI e del PDS: Zanniboni, che vorrebbe emulare avviando una nuova grande invasione; Rusticali, a cui dedicherà il parcheggio del Campus; ha citato anche Nadia Masini e ovviamente Drei, l’unico sindaco cattolico prima di lui. Rinaldini, sì, ha ricevuto visite da diversi leader nazionali – ha un filo diretto con Bonaccini – ma non è la chiave della sua corsa: nel suo quartier generale si parla senza rimpianti di un grande personaggio influente per il quale non è stata trovata alcuna data.

Se Rinaldini deve tentare un contrattacco nel campo avversario, lo fa citando la lettera di San Paolo apostolo ai Romani: del resto – ha notato con una punta di veleno il coordinatore della lista civica Michele Fiumi parlando sui cattolici che militano a sinistra – era scout e più lungo del suo rivale… Anche se, forse, la mossa più insidiosa per il centrodestra l’ha fatta Rita, un ‘angelo del fango’ minore: il 16 maggio scorso si è fatta fotografare con il sindaco, e poi ha srotolato uno striscione contestando il monumento da lui voluto.

Insomma, ancora una volta, strategie opposte. Zattini punta molto sui social, sui video (compreso quello delle fogne…), mentre i sostenitori di Rinaldini scrivono appelli e documenti pubblici (ormai famoso quello dei 46 intellettuali). Le differenze personali, politiche e strategiche non potrebbero essere più nette. E lo è anche la città che immaginano nei prossimi 5 anni.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV le zone interessate e dove sono parcheggiate le autocisterne • Terzo Binario News – .
NEXT Alain Masha secondo alla Ocean Pro Cup – .