Da Pioli a Fonseca, da Giroud a Zirkzee. Milano cambia. Una Milano che Demetrio Albertini, ospite del Padel Club Tolcinasco per la seconda edizione del Kyrrex Pro/Am, guarda dall’esterno con curiosità. «Personalmente non sono sorpreso dall’addio di Stefano Pioli. Magari sarebbe rimasto volentieri un altro anno, ma la società ha scelto diversamente e ora bisogna guardare avanti”. E avanti significa Paulo Fonseca. Un allenatore che l’ex centrocampista rossonero conosce dai numeri. Numeri positivi. E poi «sembra un allenatore propenso a valorizzare il patrimonio della società. Dipenderà molto anche dal mercato, dalla squadra che gli verrà costruita”. I tifosi chiedevano Conte, Demetrio la pensa come loro. Ma quello che conta «sono le ambizioni. Il Milan non può accontentarsi del quarto posto”.
Forse è per questo che i rinnovi di Maignan e Theo Hernandez si sono complicati?
«I giocatori vogliono anche capire cosa accadrà, quali ambizioni avrà la società. Non è sempre solo un problema economico”.
Per questo serve un trasferimento dal Milan, un numero nove dal Milan. Per esempio Zirkzee?
«Sì, ma bisogna chiedersi innanzitutto quale Milano? Dipende se è un Milan che deve crescere insieme per arrivare alla vittoria oppure un Milan che deve vincere subito. Tutti i risultati di una squadra passano sicuramente per il numero 9”.
Immagini un Milan 4-3-3 con Pulisic a destra, Rafael Leao a sinistra e Zirzkee al centro dell’attacco?
«Sarebbe un attacco che mi piace. Non serve solo l’esperienza. Credo che la spavalderia del giovane sia molto importante e utile per accelerare un processo che poi ti porti alla vittoria”.
A Leao viene chiesto anche di essere un leader, di portare la squadra sulle sue spalle una volta per tutte.
«Deve solo lavorare sulla continuità, conosciamo tutti il suo talento. Un leader lo vedi nello spogliatoio se lo è, non necessariamente in campo”.
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