«Approfondiremo la questione, ma siamo pronti a intraprendere le azioni necessarie» Gazzetta di Reggio – .

Reggio Emilia «Sto svolgendo gli accertamenti necessari per accertare quanto accaduto. Se queste gravi negazioni dei valori alla base della scuola italiana verranno confermate, verranno intraprese le azioni necessarie, nello spirito di tutela dell’istituzione scolastica che rappresento. Ciò premesso, colgo l’occasione per condannare fermamente il contenuto inaccettabile di questi fogli, ribadendo con chiarezza l’altissimo valore della Resistenza (e del contributo ad essa apportato dalle donne), quale elemento fondante della Costituzione e del sistema italiano Repubblica, riconoscendo anche l’antifascismo come principio in cui il liceo “Aldo Moro” si è sempre riconosciuto”.

Sono le parole scelte dal preside del liceo Moro, Daniele Cenini, per commentare i fatti denunciati ieri dal rivista, che ha ricostruito l’ultima “lezione”, quella di mercoledì, di una insegnante di italiano e latino della scuola al quinto anno, dove ha distribuito fogli in cui si definiva la Resistenza come un’invenzione, così come la partecipazione delle donne alla lotta partigiana, e gli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile sconfessati uno alla volta. Forse, soprattutto, affermare che la distruzione della famiglia è ciò che realmente vogliamo ottenere cercando di raggiungere l’uguaglianza di genere – che, ricordiamolo, mira all’eliminazione di ogni forma di violenza contro le donne e le ragazze – è la soluzione più pericolosa che messaggi da veicolare tra giovanissimi alle prese con le prime relazioni sentimentali. Tra questi, anche quello che perseguendo l’obiettivo di sconfiggere la povertà si vuole ottenere la dipendenza dall’assistenza sociale.

Da quanto abbiamo appreso anche da alcuni genitori del liceo reggiano, quella non sarebbe stata nemmeno l’unica classe in cui la maestra, prossima alla pensione, avrebbe portato e discusso il suo “materiale didattico”.

Uno di loro, che ha chiesto di restare anonimo (“perché mio figlio dovrà essere esaminato dalla suddetta insegnante e non voglio che ci siano ripercussioni”), ha riferito che gli stessi fogli sono stati distribuiti e spiegati anche a lui e i suoi compagni. «Non solo – ha aggiunto – ma la professoressa in questione è nota da tempo per le sue posizioni decisamente discutibili, non solo sulla Resistenza e sulla famiglia, ma anche sui vaccini. Diciamo che il più delle volte l’insegnamento della letteratura è stato accessorio a forme di indottrinamento che lei ha definito pensiero critico. Molti docenti del Moro ne erano consapevoli, compreso il dirigente scolastico, visto che diversi genitori hanno sollevato dubbi e interrogativi sulle scelte didattiche del docente, arrivando a chiedere, senza successo, di poter cambiare docente”.

Da parte loro, ieri mattina i docenti hanno subito “isolato” il loro collega italiano e latino.

«Riguardo all’indicibile episodio di negazione storica di cui abbiamo notizia – scrivono – prendiamo nettamente le distanze da quanto affermato nei volantini distribuiti in alcune classi. Contenuti del genere offendono profondamente gli ideali in cui il Liceo “Moro” si è sempre riconosciuto: il rispetto dei principi della Costituzione nati dalla Resistenza, il rispetto del ruolo della donna nella Resistenza stessa, a cui il Liceo “Aldo Moro” la scuola, nel tempo, ha dedicato studi e ricerche.”

«Inoltre – hanno concluso i professori – ci dissociamo radicalmente anche dalla distorsione con cui sono stati presentati i punti dell’Agenda 2030, sempre negli stessi volantini. Esprimiamo rammarico, dolore e tristezza per quanto accaduto».

 
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