Il chitarrista punk e il poliziotto diventano preti: «Perché questa scelta»

Il chitarrista punk e il poliziotto diventano preti: «Perché questa scelta»
Il chitarrista punk e il poliziotto diventano preti: «Perché questa scelta»

L’ex carabiniere Michele Di Stefano (a sinistra) e l’ex chitarrista punk Giulio Vannucci (a destra) sono stati ordinati sacerdoti dal vescovo di Prato Giovanni Nerbini (al centro) – Diocesi di Prato

Barba e capelli lunghi, Giulio Vannucci ha l’aspetto di un asceta. Ma anche come “musicista punk”. Una musica che ha segnato la sua vita e che continuerà a seguire anche da prete. Perché stamattina ilex chitarrista e tastierista di un gruppo folk punk toscano è diventato sacerdote nel Duomo di Prato. «Un periodo in cui mi sono divertito molto e di cui non mi pento», dice don Giulio.


Con lui, un ex carabiniere: Michele Di Stefano è stato ordinato sacerdote dal vescovo di Prato, Giovanni Nerbini. Due vocazioni cresciute all’interno della diocesi di Prato. «Il Signore non ha scelto manager o superuomini, ma persone semplici e sempre generose» è stato l’augurio che mons. Nerbini ha rivolto ai due sacerdoti.

Don Giulio, 38 anni, è nato a Pistoia, dove ha vissuto fino a otto anni fa, quando ha deciso di unirsi alla comunità dei Ricostruttori nella Preghiera di Prato, con sede a Villa del Palco. Prima di sviluppare la sua vocazione, ha conseguito due lauree, in lettere e in scienze dell’educazione, e ha lavorato come insegnante ed educatore. Ma siSi cimenta anche nel punk suonando chitarra e tastiere nel gruppo “i Quanti”, molto attivo nella zona. Poi l’incontro con i Ricostruttori e con la figura di padre Guidalberto Bormolini. Don Giulio ha folti capelli ricci e una lunga barba, tratto distintivo dei componenti maschili dei Ricostruttori, comunità nota a Prato per aver realizzato il progetto del villaggio “Tutto è Vita”, un borgo abbandonato nel Comune di Cantagallo, rinato dopo essere caduto nell’abbandono. «Da poco faccio il muratore e ho accolto le tante persone che venivano in paese, un’esperienza bellissima. Per me diventare prete – dice don Giulio – significa mettersi ancora di più a servizio, significa prendersi cura di tutto e di tutti”. Molti scout in Cattedrale. Perché il nuovo sacerdote è la guida spirituale dei gruppi Agesci di Prato.

L’ex chitarrista punk Giulio Vannucci (a sinistra) e l’ex carabiniere Michele Di Stefano (a destra) durante il rito di ordinazione sacerdotale a Prato – Diocesi di Prato

Don Michele, 39 anni, è siciliano di Gela. A 19 anni scelse di diventare carabiniere e fu inviato a Bardonecchia, in alta Val di Susa. Qui ha conosciuto don Mario Bonacchi che ha una casa dove accoglie tanti ragazzi per le vacanze estive. Il canonico Bonacchi, come veniva chiamato, fu all’origine di numerose vocazioni nella Chiesa pratese. Giunto a Prato nel 2009, due anni dopo la morte del sacerdote pratese, Michele fu accolto dall’allora vescovo Gastone Simoni per frequentare il seminario e studiare teologia a Firenze. Alla messa di ordinazione era presente anche una rappresentanza dei Carabinieri di Prato, in nome della vecchia appartenenza del nuovo sacerdote. «Quello di oggi non è un obiettivo raggiunto, ma l’inizio di un nuovo cammino, anche faticoso, ma sono certo di non essere solo e di avere l’aiuto di Dio – dice don Michele Di Stefano -. È mia intenzione essere vicino alle persone che soffrono, che si sentono sole”.

 
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