Banca d’Italia, Pil in rallentamento in Fvg ma c’è boom del turismo – .

Banca d’Italia, Pil in rallentamento in Fvg ma c’è boom del turismo – .
Banca d’Italia, Pil in rallentamento in Fvg ma c’è boom del turismo – .

L’economia regionale, anche nei primi mesi del 2024, continua a rallentare dopo che lo scorso anno il Pil era cresciuto solo dello 0,6%, una crescita addirittura inferiore a quella nazionale (+0,9%). In particolare, gli aumenti dei tassi hanno pesato sulla redditività delle imprese mentre i consumi delle famiglie restano deboli.

È quanto emerge dal rapporto “L’economia del Friuli Venezia Giulia” presentato dal direttore della sede di Trieste della Banca d’Italia, Marco Martella. Le stime della Banca d’Italia indicano poi che il valore aggiunto del manifatturiero nel 2023 è diminuito del 3,7% a prezzi costanti, risentendo del calo delle vendite all’estero (-6,2%). In particolare, i rialzi dei tassi hanno pesato sulla redditività delle imprese mentre prosegue la flessione dei prestiti al sistema industriale (-7,7%).

Questa battuta d’arresto avviene nonostante il rimbalzo dell’edilizia di un altro 3,6%: nei primi sei mesi di quest’anno gli investimenti ammessi alla detrazione del Superbonus hanno raggiunto i 2,3 miliardi (2.232 euro per abitante), un valore superiore del 17% rispetto alla media del Paese.

Le risorse del Pnrr hanno alimentato gli investimenti in opere pubbliche da parte delle amministrazioni locali (+16%). Una vivacità che contrasta con il calo delle transazioni del mercato immobiliare dell’11,8%: un calo che ha interessato tutte le province ed è stato più intenso in quella di Pordenone.

Ma il fenomeno degli ultimi anni nella regione è il boom delle presenze turistiche che tra il 2014 e il 2022 sono aumentate del 22,9% grazie anche al primato di Trieste (+55%), un exploit, quello della capitale, che sarebbe ben superiore se includesse il turismo crocieristico e nonostante un’offerta ricettiva dove i primi dieci comuni per posti letto (tra cui Lignano, Grado e Trieste) rappresentano i tre quarti del totale. Ecco Bankitalia quantifica il valore dell’impresa: nel 2022 la spesa turistica nella regione è stata pari a 1,6 miliardi di euro.

Nel 2023 il numero degli occupati è rimasto stabile mentre è aumentato il ricorso agli ammortizzatori sociali. Su questo fronte, come spiega il neo economista della Divisione Analisi e Ricerche Paolo Chiades, a causa del calo demografico ci sarà un grosso problema nel reperire manodopera che la crescita dei lavoratori stranieri (+5,2%) riesce ben poco a compensare .

Nel 2042 quando “la forza lavoro tra i 15 e i 74 anni calerà del 12,9%”, mancheranno 71mila posti. Anche la Banca d’Italia fornisce una soluzione: più donne che lavorano in una regione dove la percentuale di donne occupate “è inferiore alla media europea”.

Per quanto riguarda il commercio, nel confronto su base annua si registra un calo del 12,1%, peggiore della media del Nord Est. Nel settore terziario, spiega Banca d’Italia, “la crescita si è notevolmente indebolita” mentre ha perso vigore la domanda rivolta alle imprese del commercio e dei servizi turistici. La crescita dei consumi delle famiglie, stimata all’1,3%, ha rallentato, risentendo della diminuzione del potere d’acquisto. I depositi bancari delle famiglie, dopo la forte accumulazione nel periodo pandemico – osserva Banca d’Italia – sono diminuiti del 2,3% a fine 2023 rispetto a un anno prima. A ciò ha contribuito, spiega l’Istituto, la riduzione dei depositi in conto corrente, compensata dall’aumento dei più redditizi depositi a risparmio (+12,6%). Al rallentamento del credito al consumo (+4,4% nel 2023) si è unito il calo dei nuovi mutui per l’acquisto di case.

 
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