“Pericoli nei reparti di chirurgia d’urgenza e pazienti trapiantati gettati nei reparti” – .

All’interno del Brotzu continua a piovere sul bagnato. Di fronte ai disagi già enormi e immensi di chi vede i reparti e i medici solo con il binocolo a causa delle lunghe liste d’attesa, chi ha la fortuna di varcare la soglia del più grande ospedale sardo non se la passa certo meglio. La prima pietra la lancia il Nursing Up di Diego Murracino, il principale sindacato che tutela gli infermieri: “Denunciamo la situazione di grave pericolo per l’incolumità e la salute dei pazienti e degli operatori sanitari e degli operatori del reparto di chirurgia d’urgenza. Abbiamo ricevuto una lettera firmata da 28 dipendenti tra operatori sanitari laureati e operatori socio sanitari che evidenzia una situazione di grave pericolo per l’incolumità e la salute dei pazienti e degli operatori sanitari che merita un intervento urgente da parte della Società e delle Autorità competenti. Il 5 giugno è stato ampliato il reparto di chirurgia d’urgenza, inglobando l’ala confinante con il reparto stesso, con un incremento da 18 a 35 posti letto. Ufficialmente il reparto è considerato unico e unitario ma in pratica le due corsie sono divise da muri, porte tagliafuoco e ascensori senza alcun mezzo di comunicazione diretta, rendendo difficile il lavoro di squadra e la comunicazione del personale. Questo importante cambiamento nel dipartimento è avvenuto senza alcuna direttiva chiara e senza un adeguato preavviso che consentisse un’adeguata organizzazione del personale e le misure necessarie. Nella nuova ala, i pazienti che avevano subito un intervento chirurgico e si trovavano in condizioni emodinamiche critiche venivano trasferiti nella nuova ala, senza disporre di un numero adeguato e sufficiente di monitor, elettrocardiografi funzionanti, carrelli per medicazioni e prelievi e carrello terapeutico”, spiega Murracino.

“In questo reparto non esiste ancora il PC per la terapia computerizzata, siamo dovuti tornare a prescrivere la terapia cartacea, fuori uso da anni e sconsigliata dalle linee guida in quanto presenta un maggior rischio di errore nella prescrizione e nella somministrazione della terapia stessa. Il carrello di emergenza non è dotato di defibrillatore semiautomatico necessario in un reparto ospedaliero. Su 19 letti della seconda ala ci sono solo 5 postazioni con l’erogatore di ossigeno, indispensabili nel periodo post operatorio. Assenti nel nuovo reparto anche i comodini e le sedie nelle camere di degenza così come il carrello per la biancheria pulita e sporca. Un’altra grande criticità da sottolineare riguarda la mancanza di personale. Il personale infermieristico, già insufficiente prima dell’ampliamento del reparto, declassato e al limite negli anni per ripetute carenze di personale, si trova ora a dover gestire le due ali del reparto con un numero di pazienti sensibilmente maggiore, senza , tuttavia, si è verificato un corrispondente aumento del numero di infermieri nel reparto. Si segnala inoltre che ai colleghi neoassunti e neolaureati non è stato garantito alcun supporto necessario all’interno di un reparto di chirurgia. La conseguenza di questo grave disagio lavorativo è il fatto che nell’ultima settimana, cioè dall’ampliamento del reparto, ci sono state tre dimissioni del personale infermieristico. Un’altra criticità riguarda il personale di supporto delle SS, già carente prima dell’ampliamento del reparto, anch’esso stremato e sfruttato con richieste di turni di straordinario. Raddoppiando i posti letto del reparto, il numero degli operatori socio-sanitari è aumentato di una sola unità. Pertanto l’igiene, la cura della persona, il rifacimento dei letti e il cambio della biancheria dei 35 pazienti, la maggior parte dei quali allettati, viene effettuata da soli due operatori sanitari, che non sempre possono certo garantire la fornitura dell’assistenza di base in conseguenza del fatto che devono anche occuparsi di altri compiti tra cui l’accompagnamento dei pazienti per esami urgenti e non prorogabili fuori dal reparto. Questa grave situazione espone pazienti e personale ad un elevato rischio di errori e infezioni contratte in ospedale. Da segnalare l’assenza della figura OSS nel turno di notte, che comporta sia la mancanza di un’adeguata assistenza al paziente, sia il demansionamento della figura dell’infermiere, in quanto infermiere, ad eccezione della supervisione dell’operato dell’OSS di cui è non sono tenuti a fornire cure di base al pari dei medici e degli altri operatori sanitari, come dimostrano le numerose condanne vinte dagli infermieri. Oltre allo stress e alla stanchezza, il personale infermieristico è stato più volte minacciato di denuncia da parte dei pazienti e dei loro parenti. A causa di tutto ciò si crea un continuo clima di tensione e confusione tra i vari operatori sanitari, che porta ad una difficile gestione dello stress, situazione non accettabile da parte di chi dovrebbe garantire la salute fisica e psicologica. Nonostante queste criticità siano state segnalate più volte alla direzione sanitaria ed infermieristica attraverso lettere e rappresentanti, ad oggi non abbiamo ancora ricevuto risposte adeguate, anzi ci è stato detto che dobbiamo dare il massimo, che non dobbiamo lamentarci perché questo lavoro era il nostro scelta e che è necessario stringere i denti. In questo modo siamo costretti a rinunciare alle pause a cui abbiamo diritto, necessarie per soddisfare almeno i nostri bisogni fisiologici primari. A questo punto rifiutiamo queste risposte inadeguate, e ribadiamo che il nostro è e deve essere un lavoro dignitoso, che siamo operatori sanitari con responsabilità per la salute dei pazienti di carattere qualitativo ed etico, con responsabilità civili e penali e che quindi gli errori e le scelte sbagliate dovute alla fretta possono portare a conseguenze irrimediabili”.

I trapiantati protestano anche con la onlus Prometeo e con il nuovo presidente Giorgio Pavanetto: “C’è un’emergenza legata alla riorganizzazione del lavoro che prevede che un’ala del settimo piano dove lavora Fausto Zamboni, quella ovest, venga sono stati chiusi rendendo i letti inutilizzabili*, attacca Pavanetto. “Ok in sette giorni sono stati eseguiti cinque trapianti, ma gli stessi trapiantati non hanno accesso alla nuova sala di terapia intensiva e vengono buttati e lasciati sui letti, nei corridoi. Chiediamo il reintegro del personale medico infermieristico, abbiamo bisogno di essere costantemente monitorati. Siamo immunodepressi. Martedì, dopo le nostre richieste e pressioni, incontreremo finalmente il nuovo consigliere regionale e confidiamo che sia il primo passo verso una riorganizzazione e per garantire i giusti e completi controlli”.

 
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