“Se non ci fermano prima sarà un concerto di 3 ore!” VIDEO – .

Quali sogni hai sotto il cappello?
“I sogni non dormono mai, l’ho scritto anche in una canzone. Sono tanti, ma quest’anno credo di compiere 69 anni o giù di lì… il sogno è riuscire a realizzarli tutti”

In che fase della vita ti trovi? Quanto zucchero si sta sciogliendo dentro Adelmo?
“Sono altalenante, quando fai tournée così lunghe e con tanta pressione è ovvio che io sia più Zucchero. Poi quando mi ritiro da solo dopo i concerti sono Adelmo e più vado avanti più le mie radici diventano profonde”

Quella di Adelmo Zucchero Fornaciari è una storia di viaggi incessanti. Di vita e carriera che si intrecciano in andirivieni, da e per quella campagna toscana che lo ha adottato quando era solo un piccolo viaggiatore reggiano. La prossima destinazione? Messina, 30 giugno, Stadio Franco Scoglio. L’Overdose D’Amore World Tour (titolo scelto in onore dei 35 anni dalla pubblicazione del singolo omonimo) passerà per lo Stretto dopo il debutto alla Royal Albert Hall di fine marzo, il tour americano e la fermata di Casablanca. La scelta di tornare negli stadi (“Manco da molto tempo“) invece è “una sfida, nuova e necessaria“.

Hai fatto molta strada, è lì che ti senti a casa?
Sono in viaggio da più di 40 anni, è difficile stare a casa se non per scrivere un album, concentrarmi nel mio studio. Stare fermo mi fa sembrare completamente immobile. Amo fare il mio lavoro e allo stesso tempo divertirmi e amo la possibilità di viaggiare per il mondo, incontrare nuove persone, vedere culture diverse. Per me è molto più interessante che passare un mese alle Maldive. Mi piace registrare dischi, ma le esibizioni dal vivo saranno la parte più importante del mio futuro. Finché riesco a farcela: in media 150 date per ogni tour, a volte anche 6-7 di fila

E la scaletta? Negli stadi è diverso che in un teatro antico.
Sono rimasto uno dei pochi a suonare tutto dal vivo. È come quando registri i dischi: se non hai un essere umano allo strumento non hai dinamica, colori, è tutto molto piatto. Ho la fortuna di avere questa band ormai storica, alcuni di loro sono stati con me fin dall’inizio. Questo mi permette di cambiarmi quante volte voglio, anche subito prima di salire sul palco. Perché conoscono tutte le canzoni e, oltre ai pezzi che non si possono non fare, ho la possibilità di inserire anche quelli mai estratti ma che fanno parte di lavori di successo. Per me la scaletta è funzionale così: grande energia, ballate, intervalli e una parte acustica più intima

Con voi viaggia anche Oma Jali, una straordinaria new entry.
Oma ormai è una costante nei miei concerti, l’ho vista su The Voice France cantare un pezzo di Aretha Franklin, se non sbaglio. Mi è piaciuta subito, non l’ho nemmeno provata. Lei è notevole

Ho letto da qualche parte che tra gli artisti italiani che stimi di più c’è Salmo, ma anche Marracash, Blanco. Nessuna donna sul podio, esiste una classifica separata?
Le donne sono benvenute, ho scritto anche una canzone a riguardo. Ci sono donne che mi piacciono e penso che abbiamo freschezza, modi internazionali di presentarci. Donne che potrebbero benissimo attrarre un pubblico americano o inglese come Elodie, Annalisa, Emma… Semplicemente non è la musica che preferisco. Ne ho parlato (Salmo, Marra, Blanco) perché hanno canzoni in cui mi identifico, testi che prendono posizioni in cui mi rivedo. C’è anche Mahmood, con cui ho già collaborato per Discover, tecnicamente è molto dotato. Purtroppo il rock ormai è annacquato, è politicamente corretto, non va giù troppo duro

C’è una tappa che non hai ancora colonizzato e che vorresti percorrere?
Ho suonato in Sud Africa, allo stadio di Cape Town, quando abbiamo fatto quel grande concerto per il compleanno di Nelson Mandela con Peter Gabriel, Bono, Beyoncè… Ho suonato in Nord Africa, ma mi piacerebbe andare nel cuore del continente. Come quando ho deciso di fare Cuba ancora sotto embargo, perché sono posti dove solitamente gli artisti non vanno, non ci sono soldi né strutture. L’idea mi entusiasma, ma temo che sia l’obiettivo più difficile da raggiungere“.

Nel frattempo, qualche sorpresa per il nostro appuntamento?
L’appuntamento a Messina è in piena estate, ci divertiremo, ci saranno improvvisazioni e risate che non annuncerò prima, le vivremo dal vivo. Non vedo l’ora di essere lì e trascorrere qualche giorno nella tua zona. Vi aspetto, se non ci fermano prima sarà un concerto di 3 ore!

Su un palco dove gli effetti speciali saranno la musica.
Lasciamo i fuochi d’artificio alle feste patronali“.

A chi viene a trovarvi sulle sponde dello Stretto vuoi dire che…
Adoro la Sicilia. Non è un violino. Ho tanti amici, vicini di casa siciliani. Hanno il senso dell’ospitalità… sono generosi, pronti a darti una mano, con la loro ironia molto simile alla mia. Mi fa impazzire quando parlano in dialetto. Anche la mia band vive così, il chitarrista ci ha comprato una casetta. La tata di mio figlio Blu, che è inglese, ha deciso di mettere radici lì invece di tornare in Inghilterra. Con tutti i suoi problemi, come ogni paese del mondo, è un luogo benedetto da Dio“.

Ah, Zucchero, e se smettessi di esibirmi dal vivo?
Se smetto di suonare dal vivo, smetto e il giorno dopo non mi vedrete più. Non ce la faccio a dire che tra poco andrò in pensione, è un impegno che non ho voglia di prendere… e se prima o poi voglio smettere, come mi vedo?“.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV Come sarebbe la rosa del Cagliari oggi? I rossoblù tra le due stagioni – .
NEXT “Hanno fallito” – .