«Ti sposi e divorzi», a Cosenza matrimoni “finti” per 1.000 euro – .

COSENZA «Compagno ho preso un prodotto davvero spaventoso, però ieri sono andato a dargli la triglia e lui mi ha dato venti (…) Ho detto adesso che vengo a dargli una botta e faccio passare il mio amico dolore… prendi gli strumenti, è un altro pianeta, proprio questa cosa e un altro pianeta…”. Si tratta di un passaggio di un’intercettazione contenuta in una informativa dei Carabinieri di Cosenza, datata 2022, riportata negli atti dell’inchiesta denominata “Recupero” coordinato dalla DDA di Catanzaro contro traffico di droga a Cosenza. Le frasi pronunciate da due interlocutori, ignari del monitoraggio degli inquirenti, cristallizzano uno dei tanti episodi di compravendita di droga nella città di Bruzi. Le indagini investigative hanno portato alla scoperta di una fitta rete di spacciatori “supportata dalla costante fornitura e disponibilità di sostanze quali: marijuana, hashish, cocaina ed eroina”. Le vendite giornaliere di stupefacenti rappresentano uno spaccato drammatico caratterizzato da un numero considerevole di consumatori, disposti a tutto per una dose.

Il “falso” matrimonio

C’è un’altra conversazione considerata illuminante da chi indaga. Due soggetti stanno consumando cocaina all’interno di un’abitazione, quando nell’abitazione entrano un fornitore e poco dopo un uomo di nazionalità straniera. Gli investigatori tengono d’occhio il via vai nella casa. Sul tavolo la proposta per l’acquisto di una piccola porzione di cocaina al prezzo di 10 euro. La conversazione tra i presenti prosegue e viene introdotto un argomento particolarmente interessante e legato alle «modalità» per «consentire a persone di nazionalità straniera di entrare nel territorio italiano e di ricevere attraverso tale attività somme di denaro ingiuste». È uno dei presenti che informa gli altri interlocutori sul modus operandi applicato. L’arrivo delle persone di nazionalità straniera avviene dietro pagamento di denaro. Chi sta parlando “dichiara di aver sposato una donna di origine marocchina e di aver ottenuto in cambio la somma di 1.000 euro, precisando che in realtà non avete mai consumato il matrimonio». La discussione prosegue e apprendiamo che, oltre ad aver ricevuto dalla donna di nazionalità marocchina la somma di 1.000 euro, lei avrebbe acquistato dei mobili. «Mi ha comprato dei mobili, quattro mobili, ottocento euro, poca roba, milletre». Chi sta parlando dichiara che intende risposarsi una volta ottenuto il divorzio dal suo precedente matrimonio. «Te l’avevo detto del divorzio, ho una ragazza tunisina a portata di mano, non preoccuparti». Il soggetto riferisce ulteriori dettagli ai presenti. Si dice disponibile a «fornire ospitalità a persone di nazionalità straniera, in cambio di una somma di denaro pari a 150 euro». Ma come? «Posso offrire ospitalità al Comune, riceverò centocinquanta euro con marca da bollo da sedici euro, dichiaro che lo ospiterò a casa mia per sei mesi e con quella carta andrà a farsi la carta d’identità, codice fiscale…».
Per riuscire in questo intento è necessario disporre di un “baseman”, una figura di fiducia in grado di rintracciare eventuali donne provenienti da Paesi stranieri disposte a trasferirsi in Italia accettando la “proposta” appena illustrata. Emerge in questo caso la figura del titolare di un’attività commerciale a Cosenza di nazionalità turca, in passato «in grado di metterlo in contatto con diverse persone straniere al fine di rendere la suddetta dichiarazione di ospitalità». Il gioco è semplice, come specifica uno degli interlocutori. «Ti sposi, divorzi, ti sposi, divorzi». Facile no?!
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