12/06/2024 – EVANESCENCE + ATWOOD @ Arena Fiera Milano – .

Rapporto di Riccardo Plata
Immagine di Luna La Chimia

Nel mese più caldo dell’anno sul fronte concertistico – tra AC/DC, Metallica, Green Day e Bring Me The Horizon, solo per citare i più grandi – c’è spazio anche per il ritorno a Milano degli Evanescent, a cui spetta il compito per inaugurare Fiera Milano Live nel quartiere di Rho Fiera.
Tra i padiglioni e la ruota panoramica, l’ampio spazio è ben allestito con un palco gigante, la solita fossa (con annessi bagni dedicati) e numerosi stand, seppure anche in questo caso con l’inconveniente dei gettoni. Dalla nostra posizione in platea la resa visiva e sonora è ottima, ma, visto il pubblico più ridotto rispetto agli eventi sopra citati, la visione è garantita anche per chi è più indietro, grazie anche a due grandi schermi posizionati ai lati del palco .
Con un occhio all’App Meteo (memore anche del temporale che aveva fatto esplodere Polyphia al Carroponte solo ventiquattr’ore prima), arriviamo in tempo per assistere allo spettacolo dell’Atwood, annunciato un po’ in sordina pochi giorni prima dell’evento, ma ben accolto da un pubblico ancora piccolo ma caloroso nonostante la pioggia.

Con il loro mix di stili (alternativo, pop, hard rock, elettronico) i ATWOOD sono l’antipasto perfetto per questa serata e, anche se l’allestimento è logisticamente sproporzionato per il trio, che occupa a malapena la metà del palco, in termini di presenza scenica e resa sonora la band milanese, dopo un momento di comprensibile commozione, dà spettacolo ottime doti di intrattenimento, con la cantante Alice capace di suscitare un pubblico caloroso nonostante un clima non proprio estivo.
Degno di nota è anche l’apporto ritmico e scenografico del batterista Simone, che sopperisce alla mancanza del basso sul palco, mentre il chitarrista Daniele riesce a destreggiarsi tra arpeggi più delicati e qualche riff più sostenuto, in linea con il loro posizionamento rispetto all’epoca. del loro Abbiamo definito il nostro EP di debutto a metà strada tra X Factor e un festival metal.
Aggiornando lo spirito DYI all’era dei social media, la cantante Alice, oltre a sfiorare le note di “Parallel Lines” con i suoi vocalizzi da mezzosoprano, mostra anche notevoli doti di imbonitrice (compresi gli inviti a taggare i video dello spettacolo su social media e inquadrando il gigantesco QR code presente sul foglio che rimanda al merch della band), fino alla definitiva consacrazione sulle note della finale “Dangerous”, l’ultimo singolo cantato a gran voce dal pubblico e ripetuto sorprendentemente in un inaspettato bis dopo la solite foto.
Mentre il sole tramonta e le nuvole si fanno sempre più minacciose, poco dopo le nove, dagli altoparlanti escono a tutto volume le note di “Killing In The Name” dei Rage Against The Machine, intro dei Rage Against The Machine. . EVANESCENZA che entrano in scena mentre si spegne l’ultima nota di Tom Morello: notevole il muro sonoro dell’iniziale “Broken Piece Shine”, così come la potenza vocale sprigionata da Amy Lee, decisamente in gamba e ben supportata da una band di primissimo livello -valutare.
La menzione d’onore va sicuramente al batterista Will Hunt (qualcuno lo ricorderà anche come turnista di Vasco Rossi una decina di anni fa), capace di catturare l’attenzione grazie ad un look da NWOBHM così come per il funambolismo dietro le pelli, ma anche la bassista australiana Emma Anzai contribuisce attivamente alle seconde voci, senza mai rubare la scena al protagonista; la presenza scenica più appartata dei due chitarristi Troy McLawhorn e Tim McCord, veterani della scena alternative/nu metal e colonna ritmica della band da quasi vent’anni.
La scelta di puntare molto sul materiale più recente è per certi versi anche coraggiosa, tanto che quasi un terzo della scaletta è incentrato sull’ultimo “The Bitter Truth” (uscito nel 2021 dopo una pausa discografica durata dodici anni), tra cui abbiamo particolarmente apprezzato la potenza di “The Game Is Over” e di “Use Your Voice” cantata ad alta voce da tutto il pubblico.
Un concerto degli Evanescent non sarebbe tale senza la presenza dei tasti d’avorio, e così l’intro di “Taking Over Me” apre la strada ad una cover per pianoforte e voce di “Ordinary World” dei Duran Duran sulla quale poi entra in scena tutta la band. band, creando un momento intimo che, grazie alle luci soffuse e alla pioggia sottile, prosegue con “My Heart Is Broken”.
Ma se stasera gran parte del pubblico è qui è grazie ai primi due dischi storici, “Fallen” e “The Open Door”, così nell’ultima mezz’ora il numero dei cellulari sollevati aumenta vertiginosamente per riprendere l’intramontabile “Going Under” e l’esplosiva “Call Me When You’re Sober”, resa ancora più epica dalla pioggia sempre più battente; senza bis, il meglio arriva alla fine con “My Immortal” e “Bring Me To Life”, nell’ormai consuetoversione a fascia‘ (senza parti rap, imposte all’epoca dalla casa discografica per cavalcare il filone nu metal).
I fan della prima ora avrebbero probabilmente apprezzato qualche classico minore in più, come “Torniquet” o “Lithium”, ma, al di là dei gusti personali, possiamo parlare di un ottimo show, con una Amy Lee se possibile ancora più galvanizzata da la tempesta e un pubblico forse non numerosissimo ma più coinvolto che mai. Per chi c’era, una serata da ricordare e non solo per la pioggia.

EVANESCENZA

 
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