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Arrosticini tra Dop e Igp. Il futuro del simbolo dell’Abruzzo è ancora incerto – .

Arrosticini tra Dop e Igp. Il futuro del simbolo dell’Abruzzo è ancora incerto – .
Arrosticini tra Dop e Igp. Il futuro del simbolo dell’Abruzzo è ancora incerto – .

L’AQUILA – Legati alla tradizione pastorale abruzzese, si dice che gli arrosticini, o rugginell, siano nati negli anni ’30 dal genio di due pastori del Voltigno per non sprecare i tagli meno nobili delle vecchie carni di pecora o montone.

In meno di cento anni il kebab ha varcato i nostri confini, diventando famoso in tutta Italia e all’estero. Ieri mattina sono arrivati ​​in Regione, sul tavolo della Terza Commissione ‘Agricoltura, sviluppo economico e attività produttive’, insieme ai rappresentanti delle maggiori associazioni di categoria del settore zootecnico, impegnati in un dibattito sulla proposta di risoluzione che intende impegnare il Governo regionale ad intraprendere tutte le azioni necessarie a supportare il processo di certificazione Dop del prodotto: ‘Arrosticino d’Abruzzo Dop’.

“Ad oggi la Regione non ha ricevuto alcuna richiesta di arrosticino DOP – ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio, Emanuele Imprudente – . Credo che si debba puntare ad arrivare ad una soluzione condivisa, immaginando percorsi possibili che contemplino anche, ad esempio, un passaggio intermedio sul marchio IGP. Tuttavia, qualsiasi opzione deve essere rapida. Il rischio concreto è che altri mercati invadano l’Abruzzo e a quel punto avremmo perso l’opportunità di tutelare la genuinità e la tradizione di un prodotto tipico regionale”.

Secondo Confagricolturascrive l’Ansa, “il rischio più grave è che altre regioni chiedano e ottengano il riconoscimento comunitario con danni gravissimi e irreparabili per la nostra economia, penalizzando il settore della trasformazione fatto di imprese locali che hanno raggiunto, con la loro professionalità, notevoli livelli di qualità e ha conquistato il mercato italiano ed estero”.

Confagricolutra ritiene però che “non sia realistico parlare di creazione di una filiera DOP sia per la carenza di materie prime, sia per la mancanza di requisiti quali-quantitativi, proprio perché le nostre aziende agricole si sono specializzate nella produzione di latte, dei relativi prodotti trasformati e agnelli e solo pochi producono la carne destinata alla produzione degli spiedini”.

Per ilAssociazione Regionale Produttori Arrosticini “La Dop è una prospettiva impossibile da realizzare che danneggerebbe gravemente un settore economico che attualmente impiega 12mila persone. Il mercato dell’arrosticino abruzzese a partire dagli anni ’80 – scrivono sulla loro pagina Facebook – è stato costruito da imprenditori coraggiosi che, nonostante l’assenza di materie prime locali, hanno dato vita in Abruzzo ad un fenomeno economico e promozionale che ora qualcuno vorrebbe eliminare”.

Di parere completamente diverso, Coldiretti Abruzzo che da mesi porta avanti una campagna pro Dop.

“Attualmente il prodotto simbolo della nostra pastorizia si basa sull’importazione massiccia di carne ovina estera, più facile da reperire e lavorare – ha dichiarato recentemente il presidente della Coldiretti Abruzzo Pietro Paolo Martinelliallevatore di pecore – il risultato è che attualmente più di tre spiedini su quattro hanno origini straniere.

Se da un lato l’arrosticino conquista le piazze e i mercati internazionali, dall’altro la zootecnia abruzzese deve fare i conti, ogni giorno, con i prezzi di gestione insostenibili, le conseguenze del cambiamento climatico e il fisiologico abbandono dell’attività da parte dei pastori che oggi annoverano meno di mille e governano un patrimonio di circa 190mila capi adulti, un terzo dei quali destinati alla produzione dei rinomati ‘spiedini’ di pecora.

Il riconoscimento dell’IGP, come abbiamo più volte evidenziato, a differenza della DOP, prevede che solo una delle fasi di lavorazione del prodotto finito avvenga all’interno della specifica zona geografica (e quindi dell’Abruzzo), dando il colpo finale all’allevamento regionale che , invece, potrebbe ripartire dall’arrosticino e tornare ad essere uno dei settori trainanti dell’agroalimentare abruzzese”.

Riguardo alla polemica sull’arrosticino – e alla necessità di privilegiare la Dop rispetto all’Igp – Coldiretti Abruzzo ha confermato ieri la sua posizione, ribadendo che “si tratta di una battaglia etica, una battaglia sulla trasparenza che mette al primo posto l’importanza dell’origine degli alimenti che hanno ha reso grande la nostra tradizione agroalimentare”.

Insieme a Coldiretti, un partenariato fatto di Associazione Regionale AllevatoriL’Istituto zooprofilattico sperimentale E Spiato srl, azienda leader nel settore.



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Spiedini abruzzesi nuova Regione


 
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