Scoperto traffico di steroidi anabolizzanti, 7 arrestati – .

Scoperto traffico di steroidi anabolizzanti, 7 arrestati – .
Scoperto traffico di steroidi anabolizzanti, 7 arrestati – .

IO Carabinieri of the NAS of Trento Hanno eseguito 7 ordinanze di custodia cautelare, di cui sei in carcere e una agli arresti domiciliari, emesse dalla Procura della Repubblica di Bolzano.

I reati contestati sono traffico di anabolizzanti (art. 586 bis c.p.), alcuni dei quali rientrano anche tra quelli considerati stupefacenti (7371 e 7371 d.p.r. 309/90), in concorso (art. 110 c.p.), traffico illecito di sostanze stupefacenti in quantitativi rilevanti mediante spedizioni effettuate in modo capillare e su tutto il territorio nazionale.

Nell’esecuzione, i militari del NAS di Trento hanno ricevuto la necessaria preziosa collaborazione da parte di NAS di Roma è nato a NAS di Milanooltre che dal personale ROS di Trento, Padova, Roma e Milano.

L’inchiesta prende spunto da un reportage realizzato in seguito alla scoperta di tumori in alcuni giovani atleti che nella letteratura scientifica vengono specificatamente causati dall’uso di sostanze anabolizzanti.

IO Carabinieri of the NAS of Trento individuarono il principale indiziato, un culturista e personal trainer della palestra frequentata dai due giovani e, insieme ai Carabinieri della Compagnia di Bressanone, conoscitori del particolare dialetto sudtirolese da lui parlato, avviarono un’indagine approfondita.

Le indagini hanno richiesto un’attività approfondita, sistematica e mirata, poiché il soggetto in questione era estremamente cauto e attento. Tuttavia, lo sforzo investigativo ha reso possibile identificare il suo modus operandi, accertando che prendeva ordini dai clienti e poi ordinava gli anabolizzanti per loro, inviandoli loro come vaglia postali a una grande catena di spedizioni.

Volutamente il nome del destinatario era falso, così come quello del mittente, per non consentire alcun riconoscimento o identificazione anche in caso di controllo.

Il venditore di Bolzano ha passato il tracking al cliente che ha seguito il pacco in arrivo e si è presentato a ritirarlo con la ricevuta sul cellulare.

Le indagini sono state rese particolarmente difficili non solo dalla diffidenza dell’indagato ma anche dalla sua attività nel campo degli integratori consentiti.

Nonostante ciò, i militari, valutando la provenienza, i tempi di arrivo e il peso degli stessi, hanno intercettato alcuni pacchi nei quali hanno trovato diverse sostanze anabolizzanti.

In un caso, seguendo il cliente, lo fecero fermare dalla pattuglia e trovarono la sostanza nel bagagliaio appena caricato.

In un caso è stato accertato che il soggetto di Bolzano si avvaleva anche di un collaboratore per riscuotere contanti da diversi clienti. (Quest’ultimo è stato denunciato in libertà in concorso).

Si è quindi accertato che la principale fonte di approvvigionamento per il Trentino Alto Adige proveniva da Roma.

Per identificare chi inviava da Roma, i militari del NAS si sono recati a Roma, presso un ufficio marittimo e lì, coadiuvati dai NAS romani, hanno effettuato una serie di servizi di osservazione e pedinamento al termine dei quali hanno identificato una coppia, un uomo e una donna, che tutti i giorni si recava all’ufficio spedizioni e spediva pacchi in tutta Italia (Bolzano compreso) sotto falsi nomi.

Per fare ciò approfittavano della complicità del titolare della bottega di spedizioni che conosceva bene cosa stava spedendo e l’attività dei due, di cui traeva beneficio anche economicamente.

Le indagini proseguirono ma, poiché alcuni pacchi, diretti a Bolzano, non erano giunti a destinazione, poiché sequestrati dai NAS, si scoprì che le spedizioni per Bolzano cominciavano a provenire da Milano, il cui epicentro divenne la nuova fonte di approvvigionamento per il suddetto soggetto di Bolzano. Contestualmente le spedizioni provenienti da Roma si sono spostate su un altro canale con il coinvolgimento di un altro soggetto, successivamente individuato e segnalato come partecipante.

È poi entrata in scena una nuova figura di rilievo, una sorta di coordinatore dell’attività che, dopo alcuni pacchi “smarriti” tra Roma e Bolzano, ha deciso di occuparsene personalmente.

I militari, dopo approfonditi studi sul flusso dei pacchi, hanno predisposto una serie di servizi di osservazione con i quali sono riusciti a identificare il suddetto coordinatore principale e i suoi due collaboratori che spedivano ogni giorno pacchi in tutta Italia sotto falso nome.

Dopo aver ottenuto prove concrete e concordanti di colpevolezza, il procuratore generale ha emesso sei ordinanze di custodia cautelare in carcere e una di arresti domiciliari.

Durante l’esecuzione dei mandati di cattura sono state eseguite contemporaneamente anche 20 perquisizioni presso le abitazioni degli arrestati, le palestre di Bolzano degli arrestati altoatesini, le abitazioni di amici e fidanzate degli arrestati che i carabinieri avevano ragione di ritenere fossero locali utilizzati per nascondere i proventi dell’attività criminosa, anabolizzanti e carte di credito intestate ad altri su cui ricevere i pagamenti. I pacchi spediti da ogni “centro spedizioni” erano circa 250 al mese e i carabinieri stimavano un introito mensile compreso tra 55.000 e 65.000 euro.

Si ricorda che permane la presunzione di innocenza, ovvero una persona non può essere considerata colpevole di un reato finché non sia stata emessa una condanna definitiva. L’imputato è presunto innocente fino alla sentenza definitiva di condanna. In tutti i gradi di giudizio, quindi, dovrà ritenersi innocente del reato di cui è accusato. Anche il condannato parziale deve essere considerato innocente. Come detto sopra, infatti, la presunzione di innocenza richiede che anche la persona riconosciuta non colpevole da una sentenza ancora appellabile sia considerata non colpevole. E quindi, la persona condannata in primo grado che abbia presentato appello o che abbia ancora tempo per farlo deve essere considerata innocente.

 
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