Il progetto è inserito nel Piano Nazionale per la Sicurezza Idrica
Il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha espresso grande soddisfazione per l’inserimento del progetto di recupero della diga del Rendina tra quelli finanziati dal Piano nazionale per gli interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico (Pniissi). L’intervento, presentato dalla Regione Basilicata, sarà finanziato con 113 milioni di euro a valere sui fondi del Piano nazionale per il recupero e la resilienza (Pnrr). Il Consorzio di bonifica sarà l’ente attuatore del progetto.
“La diga di Rendina è un’infrastruttura cruciale per lo sviluppo della Basilicata e del Sud Italia. A pieno regime, potrà contenere circa 20 milioni di metri cubi di acqua, contribuendo in modo significativo alla risoluzione dell’emergenza idrica e al sostegno del settore agricolo, fondamentale per la nostra regione”, ha affermato Bardi. “Il completamento dell’invaso è sempre stata una priorità per il nostro governo. Dopo decenni di abbandono, abbiamo finalmente raggiunto un obiettivo strategico per il rilancio dell’economia lucana”.
L’assessore lucano uscente all’Ambiente, Cosimo Latronico (eletto consigliere con FdI alle regionali del 21 e 22 aprile) ha aggiunto che “il governo Meloni, su indicazione della Regione Basilicata, ha stanziato 110 milioni di euro per il ripristino del Serbatoio Rendina. Un intervento proposto dal consorzio di bonifica e sostenuto con determinazione dal presidente Bardi che ne ha chiesto e ottenuto l’inserimento nel Pniisi. Si tratta – ha aggiunto – di un’infrastruttura strategica per il territorio, la cui necessità è ancor più sentita a causa dei cambiamenti climatici e della difficile situazione legata alla carenza idrica – ha concluso Latronico – che si inserisce nella strategia del governo regionale per aumentare la capacità dell’invaso e per rendere la risorsa idrica una leva di sviluppo sia per i distretti agricoli che per quelli produttivi della regione”.
