suonare qui è una tradizione» – .

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«Suonare in Puglia è ormai una tradizione». La passione di Alex Britti per questa terra è evidente. Il cantautore romano è pronto a incantare i…

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«Giocare in Puglia è ormai una tradizione». La passione di Alex Britt per questa terra è evidente. Il cantautore romano è pronto ad incantare il pubblico pugliese con due concerti attesissimi: a Galatina il 30 giugno e a Barletta il 14 luglio. Due concerti che fanno parte del cartellone dell’Oversound Music Festival, che nei mesi estivi porterà in Puglia tanti protagonisti della scena musicale italiana.
Chitarra e voce inconfondibile, Britti porterà sul palco un irresistibile mix di blues, pop e sperimentazione elettronica. Dai primi successi, “Oggi sono io” e “7000 caffè”, fino ai brani più recenti, per due serate che si promettono indimenticabili.
Alex Britti, la tua musica è sempre stata una fusione di generi diversi. Come si è evoluto il tuo stile musicale nel corso degli anni e quali sono le tue principali influenze attuali?
«Sono un ascoltatore onnivoro. Quindi, mangiando tutto, sono me stesso un po’ di tutto. Il blues è il mio punto di partenza, quello che non ho mai abbandonato. E poi c’è la parte nuova. Sono sempre stato un po’ un talebano blues. Se parliamo di chitarra è vero, sono un “orso” e non mi muovo di un millimetro, non tanto sul modo in cui la suono, ma sulla chitarra come oggetto. Con gli anni il modo di suonare si è trasformato, ma preferisco gli amplificatori vecchio stile con le manopole. Allo stesso modo però sono aperto alle novità: cerco di studiare le cose più interessanti, ma sempre a modo mio. Voglio sempre cercare nuove melodie. Cerco di selezionare quelli che preferisco, per avere un linguaggio più esclusivo, più personale e riconoscibile. Sulle modalità, poi, c’è tutta la tecnologia necessaria. Già nel ’98 con il mio primo album sono stato uno dei primi ad unire l’elettronica al suono classico degli strumenti. Mi piace sperimentare.”
Con un calendario così fitto di impegni estivi, riesci a ritagliarti del tempo per le vacanze?
“Mi piace lasciare le cose al caso, ma come si dice, ‘la fortuna aiuta gli audaci, ma il biglietto della lotteria bisogna comprarlo’. Quindi visto che viaggio tutta l’estate per lavoro, quando trovo dei posti dove mi piace soggiornare, mi fermo qualche giorno. Dopo il concerto di Galatina trascorrerò un po’ di tempo con mio figlio in Puglia, solo mare, relax e buon cibo.”
Com’è suonare in Puglia?
«Suonare in Puglia è ormai una tradizione. Da tanti anni faccio almeno due o tre concerti lì. Sono stato a Molfetta per Battiti Live, poi a San Severo. E ora a Galatina e Barletta. Ci torno sempre molto volentieri perché è una zona che apprezzo e mi piace fermarmi anche quando non devo lavorare, ritagliandomi qualche giorno prima o dopo i concerti. Il mare lo conoscono tutti, ma ci sono anche paesi dell’entroterra dove si mangia bene e si passano delle belle giornate. Questa terra è fantastica, suonare qui è sempre un piacere, anche perché dopo il concerto vado sempre a trovare degli amici che mi fanno mangiare da Dio».
Piatto preferito?
«Ho gusti blues, quindi per esempio mi piacciono le fave con la cicoria, quelle buone. Sto davvero impazzendo (sorride, ndr). Poi, ovviamente, il pesce crudo. Una cosa che mangio in quantità industriale sono gli studenti, che non sono né a Roma né a Milano. Potrei anche mangiarne un secchio intero! E poi le cozze, quelle tarantine, che si trovano solo qui».
Conoscevi già Barletta e Galatina?
Sì, ho già giocato più volte a Barletta. Il fossato del castello, oltre ad essere un luogo suggestivo, ha un’acustica davvero fantastica. È come stare in casa ma all’aperto. Dal palco i suoni sono più forti e rimbombanti, quindi mi piace suonare lì. Conosco Galatina dai racconti di un amico. Avevo con me un batterista di Galatina che parlava sempre di questa città, ma non credo di esserci mai stato. Lo scoprirò.”
Come descriveresti i tifosi pugliesi?
“Dipende. È un pubblico che cambia, d’estate è una storia diversa che d’inverno. Quando suoni in estate ci sono tanti turisti, quindi suoni in Puglia ma hai davanti gente da tutta Italia. Quando giochi d’inverno invece hai davanti il ​​vero pugliese. E quello è un pubblico “caciarone”, nel senso buono del termine, un pubblico che fa rumore, partecipa e si diverte”.
© TUTTI I DIRITTI RISERVATI

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Giornale Puglia

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