Modena, Carlo Evangelisti sentenced to 21 years for killing his mother Gazzetta di Modena – .

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Modena, Carlo Evangelisti sentenced to 21 years for killing his mother Gazzetta di Modena – .

MODENA. Condannato a ventuno anni per l’omicidio della madre. È quanto stabilito ieri dalla Corte d’Assise del tribunale di Modena per Carlo Evangelisti, 50enne che ha ucciso Milena Calanchi, 71 anni, schiacciandola il 16 novembre 2021. La procura aveva chiesto l’ergastolo, mentre per la difesa – rappresentata dall’avvocato Roberto Ghini – non si sarebbe trattato di omicidio volontario: la morte della donna sarebbe avvenuta per una serie di concause, a partire dallo stato di alterazione dovuto all’abuso di alcol in cui Evangelisti è stato trovato quel giorno. In attesa di leggere le motivazioni della sentenza, Ghini annuncia che presenterà ricorso.

Il crimine

Secondo l’accusa il 50enne sarebbe saltato sul corpo della madre, secondo la difesa le sarebbe caduto addosso dopo una discussione, mentre era ubriaco. La 71enne è stata trovata morta nella sua abitazione di via Dei Manzini il 16 novembre 2021. Nel corso del processo, in cui Evangelisti è stato accusato di omicidio volontario, pubblico ministero e consulenti della difesa si sono alternati in aula e si sono espressi sulle possibili cause dell’omicidio. La morte di Calanchi. Alla fine la Corte ha accolto la ricostruzione dell’accusa.

La difesa

«La Corte – afferma l’avvocato Roberto Ghini, che ha assistito Carlo Evangelisti in questo procedimento – ha respinto la richiesta di condanna all’ergastolo avanzata dal pubblico ministero e questo è, quantomeno, un dato positivo. Tuttavia, la Corte d’assise ha ritenuto che ci fosse una volontà di uccidere e ritengo questa decisione profondamente errata». Ghini annuncia che ricorrerà in appello «convinto che il giudice di secondo grado saprà inquadrare la vicenda nella sua effettiva realtà». L’avvocato, per tutto il dibattimento, ha sostenuto con fermezza che l’imputato non aveva alcuna intenzione di uccidere la madre.

«Non ne aveva motivo – sottolinea – e in anni di convivenza difficile e dolorosa non aveva mai, ripeto mai, avuto atteggiamenti violenti nei suoi confronti. Fastidioso sì ma mai violento o addirittura minaccioso.

In tribunale

La morte della signora Milena Calanchi, come adeguatamente ricostruita dal nostro consulente tecnico Prof. Barbieri, non è dipesa da una scelta volontaria del figlio ma è stata, piuttosto, il risultato di una serie di cause. Che l’imputato fosse rientrato a casa quella sera in stato di fortissima ubriachezza (tanto da non riuscire a reggersi in piedi) è un dato accertato in aula. Quanto accaduto quella sera, una volta rientrato a casa, resta una mera ipotesi. E nessuno in aula è stato in grado di ricostruirlo adeguatamente. La vittima, ad esempio, non presentava ferite al collo, al volto o alle mani. Nessuna lesione da legittima difesa. La dinamica della morte, quindi, appare perfettamente compatibile con quanto riferito dall’imputato fin dai primi istanti e cioè che si era accasciato sulla madre e che si era risvegliato solo qualche tempo dopo con la madre, ormai, non più cosciente.

 
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