PESARO Accusato di aver picchiato con una cintura o un bastone il figlioletto di 3 anni: 24 anni di matrimonio che si racchiudono in un’accusa di maltrattamenti in famiglia e in una denuncia nata durante un divorzio contenzioso. Ieri la sentenza davanti al collegio del tribunale di Pesaro. Un 48enne pugliese residente nel pesarese è accusato anche di aver accompagnato la figlia di sei anni in aperta campagna, lasciandola lì da sola e costringendola a inseguire l’auto che si allontanava.
Sarebbe andato a riprenderla solo dopo le lamentele della moglie. Secondo la donna, lui voleva punire la figlia perché non voleva mangiare mozzarella a cena. Secondo la sua ex, gli ha lanciato tanti insulti: “fallimento, sei inutile, ti sei ridotto a un vegetale, pazzo, ti faccio rinchiudere, ti porto via i figli”. E quando la sera voleva fare sesso con lei, mandava i bambini da soli al parco. Inoltre avrebbe trattato negativamente i bambini: “Non sei mia figlia, sei cattiva” oppure “idiota, idiota, non dovresti andare a scuola, dovresti andare a scavare, sei un fallimento”. Accuse confermate dalla figlia durante il processo. L’imputato, difeso dall’avvocato Matteo Mea, si è difeso affermando di aver colpito con un bastone solo le gambe del figlio. Non erano insulti con effetto punitivo ma battute con intento educativo.
E ha riclassificato gli episodi nel contesto di una relazione conflittuale, negando alcune circostanze e sottolineando alcune contraddizioni della moglie. La denuncia contro l’uomo è stata depositata nell’ottobre 2022 quando l’uomo avrebbe preso a pugni, calci e schiaffi il figlio nella tromba delle scale, davanti ad altre persone, perché non aveva le chiavi di casa. La donna e i figli si sono costituiti parte civile tramite l’avvocato Alessandro Pagnini. Il pubblico ministero ha chiesto 4 anni di reclusione e il collegio ha condannato l’uomo a 3 anni e 4 mesi oltre alla somma provvisoria di 5.000 euro per madre e figli. La difesa promette di ricorrere in appello.
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Corriere Adriatico
