«Per la balneazione i parametri microbiologici sono prossimi al limite» – .

«Per la balneazione i parametri microbiologici sono prossimi al limite» – .
«Per la balneazione i parametri microbiologici sono prossimi al limite» – .

«Situazione complessivamente positiva per quattro corsi d’acqua su cinque, anche se ci sono alcuni punti campionati che presentano criticità». Dati dell’analisi presentati oggi campioni di acque superficiali raccolte in cinque fiumi dell’Emilia-Romagna: Trebbia, Enza, Savio, Lamone and Po di Volano; campionamenti effettuati tra maggio e giugno scorsi, nell’ambito delle attività previste dal progetto “Contro corrente – La generazione della Rete e le sfide del cambiamento climatico”, finanziato con fondi regionali destinati al Terzo Settore.

«Al campionamento – si legge nel comunicato – hanno partecipato volontari di Legambiente appositamente formati da Arpaepartner del progetto, che hanno svolto l’attività con le metodologie utilizzate dall’Agenzia stessa; i campioni raccolti sono stati analizzati da laboratori accreditati. I parametri osservati da Legambiente, oltre al famigerato Batteri Escherichia coli e coliformi fecali – i batteri la cui presenza permette di verificare l’effettivo stato di depurazione delle acque – tra cui anche nitrati e fosfati – nutrienti che favoriscono l’eutrofizzazione delle acque – e il glifosato, un erbicida sintetico ampiamente utilizzato da circa 40 anni in agricoltura”.

“Per quanto riguarda la parametri microbiologici – proseguono – in quattro fiumi su cinque i dati sono al di sotto della soglia stabilita dal decreto ministeriale 30/03/2010 che definisce l’ qualità delle acque di balneazione – presi come riferimento, anche se nell’intero territorio regionale non sono presenti acque interne identificate come acque destinate alla balneazione – sebbene in un punto lungo il Savio e uno lungo il Trebbia sono prossimi a questo limitePer quanto riguarda il Po di Volano, invece, sono stati rilevati valori ampiamente superiori alla soglia in entrambi i punti campionati, indice della probabile presenza di scarichi diretti nel corso d’acqua. Per la valutazione dei risultati delle analisi relative a nitrati e fosfati, sono stati considerati i valori soglia dell’indicatore Limeco, che definiscono sufficiente la qualità delle acque. Anche in questo caso, per tre fiumi su cinque, i valori sono risultati inferiori a tale soglia; in molti casi non si sono riscontrate concentrazioni rilevabili dagli strumenti di analisi. I punti di superamento sono stati invece quelli localizzati nel Lamone (per la presenza di nitrati) e nei due punti campionati sul Po di Volano (per entrambi i parametri).

«Infine, la presenza del glifosato o il suo metabolitaAmpa: il glifosato è un erbicida molto diffuso in ambito agricolo per la sua efficacia, ma è stata dimostrata la sua forte tossicità per gli insetti impollinatori, mentre la possibile correlazione con lo sviluppo di tumori nell’uomo è ancora oggetto di discussione all’interno della comunità scientifica nonostante l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (OMS) lo abbia inserito tra le 66 sostanze fattore di rischio. Anche in questo caso la sua presenza è inferiore ai limiti di legge (sebbene sia stata rilevata in tutti i campioni in cui è stata analizzata la sua presenza), fatta eccezione per il Po di Volano e in un punto campionato nel Savio”.

«Gli impatti delle attività e degli insediamenti umani sui corsi d’acqua rappresentano un elemento importante per monitorare l’influenza che l’uomo ha sull’ambiente in cui vive», sottolinea David Ferraresipresidente di Legambiente Emilia-Romagna. «Con il progetto Controcorrente vogliamo rafforzare la consapevolezza dei cittadini sulla qualità delle acque dei corpi idrici e sulla tutela degli ecosistemi fluviali del territorio emiliano-romagnolo attraverso attività di formazione, citizen science e divulgazione».

«I risultati di questi monitoraggi, attività che di per sé ci ha consentito di offrire una formazione specifica ai giovani volontari dei circoli di Legambiente e delle associazioni con cui collaborano, ci restituiscono un quadro di luci e ombre. Da questa prima fase di attività progettuale sul campo emergiamo con una convinzione: il ruolo dei cittadini e delle associazioni è utile e complementare a quello degli enti pubblici che si occupano di tutela ambientale, sia per diffondere la conoscenza tra le persone, sia per contribuire attivamente al monitoraggio della qualità dell’ambiente e alla risoluzione di eventuali criticità. Dalle informazioni raccolte seguirà ovviamente una fase di coinvolgimento delle pubbliche amministrazioni, per capire come agire per ridurre gli impatti osservati».

Le attività del progetto Controcorrente – concludono – proseguiranno nei prossimi mesi, con un nuovo monitoraggio che sarà realizzato dai volontari di Legambiente nel corso dell’autunno e sarà utile per confrontare i dati relativi a due diversi momenti dell’anno.

 
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