we leave in the name of détente. Soffritti president, Chiappini vice – .

we leave in the name of détente. Soffritti president, Chiappini vice – .
we leave in the name of détente. Soffritti president, Chiappini vice – .

Ferrara, 28 giugno 2024 – “È la quarta volta lo giuro, ma è sempre un’emozione”. Indossa la fascia tricolore e pronuncia la formula rituale. Il sindigo Alan Fabbri sceglie Twilight per promettere alla città che rispetterà la Costituzione. La Darsena è piena di gente. La solennità è quella delle grandi occasioni. IL primo Consiglio Comunale èil luogo simbolico di molti scontri politici, si trasforma in arena di relax. Almeno questa sera, quando la Camera è finalmente entrata nel pieno esercizio delle sue funzioni. Tra maggioranza e opposizione ci sono scambi cordiali, sorrisi accennati e strette di mano.

La prima riunione è tutta formalità. Ma già dall’espletamento dei primi compiti si può comprendere lo spirito che anima maggioranza e opposizione. Il primo punto all’ordine del giorno, dopo la verifica dell’eleggibilità dei consiglieri, è la nomina del presidente del Consiglio ComunaleLa proposta arriva dal capogruppo del gruppo civico Alan Fabbri, Francesco RendineVestito di bianco, il veterano – questa è la sua quarta esperienza consiliare – afferma che “prima ero sempre in minoranza, ora sono in maggioranza e presiedo il gruppo più numeroso. L’aria è cambiata… in meglio”.

La proposta per la presidenza del Consiglio è Federico Fritto, esponente di Fratelli d’Italia. Il consigliere riceve l’assist – dopo il presidente pro tempore, Valentina Loredana Ionita gli concede la parola – e pronuncia un discorso che, si spera, mira a dare rassicurazioni di imparzialità e garanzia alla minoranza.

“Sarò super partes – dice – e mi impegno a svolgere questo ruolo con la massima serietà. Sono contento che questa seduta si tenga in un luogo simbolo della rinascita della città”. Non lo sapeva ancora, ma è stato votato all’unanimità (l’unica assente per malattia ieri sera è stata l’ex consigliera, ora leghista, Dorota Kusiak). Quando prende la parola Leonardo Fiorentini (Civica Anselmo) si percepiscono subito due cose: la sua lunga esperienza in Aula e la sua voglia di collaborare. Ma c’è anche un richiamo molto chiaro ai doveri del presidente. “Voteremo per Soffritti – sottolinea – perché vogliamo essere collaborativi. Ma l’arbitro deve essere il presidente e garantire la massima libertà politica ai consiglieri comunali. L’opposizione deve potersi esprimere in modo efficace”. Avvertimento ricevuto. La palla è nel campo di Anna Zonari, capogruppo di diritto de La Comune. Oltre a dichiarare il suo voto favorevole, indica una linea metodologica.

“Il presidente – afferma – ha un ruolo fondamentale e, tra i suoi poteri, c’è quello di promuovere il dialogo e la collaborazione tra i consiglieri”. Il che non significa, ammonisce l’assessore, “annullare le divergenze”, ma “anche all’opposizione, non andare mai oltre. Non mancare di rispetto e, se si presenta la possibilità, collaborare per il bene comune”.

Riceve applausi dalla sala. Il voto è chiaro: unanimità (c’è solo una carta bianca). Soffritti is president. Il deputato spetta al Partito Democratico. Il capogruppo Massimo Buriani presenta la candidatura di Anna Chiappinisottolineando non solo l’impegno personale in politica, ma anche quello della famiglia d’origine. Nessuna sorpresa: tutti votano per lei. Quando prende la parola per un breve saluto, la dem ricorda all’aula la “grande responsabilità di rappresentare tutta la città”. Si dice pronta a “costruire ponti e favorire il dialogo”.

Conoscendo il suo background, anche culturale, si potrebbe dire che queste parole siano state ispirate dal messaggio di Papa Francesco.

Chi si aspettava colpi di scena o scontri drammatici è rimasto deluso. Gli unici veri scontri accaduti questa sera in Darsena sono stati con le zanzare e il caldo torrido, alternati – per fortuna – a qualche folata di vento. Anche l’ex candidato sindaco del centrosinistra, Fabio Anselmo, è molto tranquillo. Scambia qualche parola con gli altri esponenti della minoranza e, pur avendone diritto in quanto capogruppo, non interviene nemmeno. Qualche segnale di insofferenza arriva dai democratici quando Rendine, nel suo discorso di apertura, azzarda alcune considerazioni sulla “bella ragazza che presiede pro tempore la Camera”. Ma niente di speciale.

Al momento della lettura delle attribuzioni delle nomine dei consiglieri, dal pubblico si levano cori di apprezzamento. Non solo i nuovi arrivati, ma anche i consiglieri ‘confermati’ dal precedente consiglio, sono visibilmente emozionati. E tutto sommato è un’emozione che si traduce anche nei dialoghi a margine dell’assemblea tra maggioranza e opposizione. Qualcuno ha commentato: “Rispetto al 2019 è un mondo diverso”. In effetti, dopo la campagna elettorale alla quale sono stati sottoposti i ferraresi, vedere un consiglio comunale come quello di stasera – seppure privo di verve – è stato come un balsamo sulla ferita. Ora, proviamo a non riaprirlo.

 
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