“Morti sul lavoro, è una guerra civile e noi siamo i combattenti” – .

“Morti sul lavoro, è una guerra civile e noi siamo i combattenti” – .
“Morti sul lavoro, è una guerra civile e noi siamo i combattenti” – .

Viterbo – Massimiliano Venanzi (Flai Cgil), Sara De Luca (Fai Cisl), Antonio Biagioli (Uila Uil) alla manifestazione organizzata dalla Rete Antitratta per la morte del bracciante agricolo Satnam Singh

by Daniele Camilli


Manifestazione organizzata dall’Anti-Trafficking Network per la morte del lavoratore agricolo Satnam Singh

Manifestazione organizzata dalla Rete anti-tratta per la morte del lavoratore Satnam Singh

Manifestazione organizzata dall’Anti-Trafficking Network per la morte del lavoratore agricolo Satnam Singh

Manjit Singh

Antonio Biagioli

Sergio Giovagnoli

Natale alla cola

Enrico Mezzetti

Elisa Durantini

Elisa Bianchini

Chiara De Carolis

ViterboMorti sul lavoro, è in corso una guerra civile e noi siamo i combattenti”. I segretari generali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, rispettivamente Massimiliano Venanzi, Sara De Luca e Antonio Biagioli.

Ieri pomeriggio in piazza della Repubblica a Viterbo, manifestazione organizzata dalla Rete Antitratta in seguito alla morte di Satnam Singh, l’indiano 31enne morto in seguito ad un incidente sul lavoro nei campi di Latina. Satnam è rimasto incastrato nella macchina avvolgitrice di plastica che gli ha amputato l’arto destro.

“Viviamo in un Paese dove c’è una guerra civile e noi siamo i combattenti – dice Antonio Biagioli a nome di tutti i sindacati dei lavoratori agricoli -, tre morti al giorno. È una cosa molto pesante. Si muore dappertutto. C’è chi pensa che i lavoratori agricoli siano lavoratori di branco. In questo Paese c’è chi vive sulle spalle della gente, lavoratori agricoli, lavoratori ricattati, lavoratori che hanno il diritto di avere una vita.

Oltre cento persone in piazza, molti dei quali braccianti agricoli della zona. Con loro anche i segretari generali di Viterbo di Cgil, Cisl e Uil, ovvero Stefania Pomante, Elisa Durantini e Giancarlo Turchetti. Ci sono poi il segretario generale della Cgil Lazio Natale Di Cola, il coordinatore della Rete antitratta Sergio Giovagnoli, l’assessore all’urbanistica Emanuele Aronne, i consiglieri comunali Paolo Moricoli, Alessandra Troncarelli e Lina Delle Monache, la segretaria provinciale del Pd Emanuela Benedetti, il segretario dei Giovani Democratici Francesco Boscheri, il presidente dell’Anpi Enrico Mezzetti, Marta Nori dell’associazione Kyanos e del centro antiviolenza Penelope, Sandra Gasbarri dell’Arci, Virginia Migliore di Arcigay, il coordinatore provinciale del Movimento 5 Stelle Massimo Erbetti, Chiara De Carolis della Casa dei diritti sociali, il rappresentante della comunità sikh Manjit Singh, Elisa Bianchini dei Cobas, Ada Tomasello del Tavolo della Pace e Piero Arcangeli di Rifondazione Comunista.

«Il lavoro ti uccide», sottolinea Giovagnoli, «è un bollettino quotidiano. Lo sfruttamento del lavoro è un fenomeno endemico, anche nella Tuscia. Serve più determinazione da parte delle istituzioni. Tra pochi giorni sarà convocato il tavolo agricolo della prefettura. Un importante momento di confronto tra organizzazioni datoriali, sindacati e associazioni”.

“Satnam – continua Di Cola – è morto perché qualcuno lo ha ucciso. Satnam morì e divenne un simbolo. E non è un caso isolato, parliamo di persone sfruttate e abbandonate. In regione, insieme a Cisl e Uil, abbiamo chiesto che venga concesso il permesso di soggiorno ai lavoratori sfruttati che denunciano e che vengano chiuse aziende come quelle dove lavorava Satnam”.

Secondo le ricostruzioni che circolano, Satnam Singh, dopo l’incidente, sarebbe stato caricato e scaricato da un furgone, davanti alla sua abitazione, mentre il braccio di Singh, tranciato dai macchinari, sarebbe stato recapitato in un cassone per la raccolta della verdura. E solo da quel momento è stato possibile per la famiglia chiamare i soccorsi. La procura di Latina ha ipotizzato per il momento i reati di omissione di soccorso e omicidio colposo, mentre il titolare dell’azienda è indagato.

“Rabbia, dolore e sconcerto – aggiunge Durantini – le emozioni che si percepiscono. Un grido di dolore contro morti e infortuni sul lavoro. Nel 2023 la Tuscia è stata maglia nera insieme a Rieti per morti e infortuni sul lavoro”.

“Satnam – prosegue Bianchini – viene ucciso ogni giorno, in media tre volte al giorno. Satnam è stato ucciso da un sistema economico e produttivo che permetteva a quel padrone di esistere”.

“Satnam – evidenzia Manjit Singh – ha lavorato e sudato, e alla fine ha sudato anche sangue. Tutti gli immigrati clandestini devono essere regolarizzati”.

“Dobbiamo sentirci tutti responsabili dello sfruttamento dei lavoratori – spiega De Carolis -. Ogni giorno tolleriamo che tutte queste persone siano ricattate. Ed è difficile ribellarsi quando si sperimentano le condizioni lavorative e sociali di un bracciante. Dobbiamo tornare alla lotta di classe e sentirci prima di tutto una classe sociale distinta dalle altre”.

«Dobbiamo lottare per cambiare la legge sulla cittadinanza», conclude Mezzetti. “Lo ius sanguinis è un principio razzista”.

Daniele Camilli

29 giugno 2024

 
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