Muore Giancarlo Pezzica, imprenditore e personaggio carrarese Il Tirreno – .

Muore Giancarlo Pezzica, imprenditore e personaggio carrarese Il Tirreno – .
Muore Giancarlo Pezzica, imprenditore e personaggio carrarese Il Tirreno – .

CARRARA. La “r” morbida e la sigaretta sempre tra le dita erano la sua firma. Elegante nel vestire, a volte sofisticato, spesso sopra le righe, le sue uscite hanno fatto la storia: «Non vado alle feste, comando la festa”. Giancarlo Pezzica è mancato venerdì 28 giugno all’età di 87 anni. Era “un personaggio”.

Imprenditore del marmo – aveva una segheria a San Ceccardo poi fallita – Pezzica era innanzitutto un raffinato gaudente – un vivace – emblema degli anni ’60 di Carrara. Quando la sua attività imprenditoriale andò alla deriva, si arrabbiò, davvero: tanto che fece le valigie, lasciò la sua Marina, dove aveva sempre vissuto, e andò a vivere in un albergo a San Carlo dove era “inquilino” single.

Pur essendo stato nominato consulente dal sindaco Lucio Segnanini, non ha esitato a criticarlo aspramente nel corso di un consiglio comunale, chiedendo la parola da cittadino e lasciando tutti di stucco; quando, però, faceva il suo ingresso qua e là nelle vesti di consulente di Assindustria era – a volte – più compassato.

Lunga è stata la sua attività di consigliere comunale tra i banchi del Partito Socialdemocratico. Indimenticabile il suo contributo innovativo alle campagne elettorali: dirompente la sua idea di dare un tocco di americanismo assumendo majorettes. Tempi differenti.

Pezzica si dilettava anche in una sorta di para-giornalismo: esplosivo il suo programma radiofonico, L’uomo di marmo, su Radio In, da cui trasmetteva brucianti denunce sull’economia e sulla politica locale. Ha avuto anche un’apparizione televisiva grazie alla felice intuizione di Simone Caffaz che suggerì agli allora proprietari di Astro TV di ospitare la trasmissione.

Pezzica era davvero un personaggio, tanto che i carraresi andavano ai suoi “spettacoli” – per esempio al teatro dei Gesuiti – dove lui, dal palcoscenico, raccontava di sé: chi era, da dove veniva, la sua storia, insomma.

E poi c’era La Grande Bellezza di Carrara, il programma della mitica Tele Toscana Nord in cui interpretava il ruolo del nostro Jep Gambardella (ruolo cucito addosso al film La Grande Bellezza, appunto, su Toni Servillo).

Nel 1996 Pezzica si candidò con la bandiera della Lega: raccolse molti voti ma non passò. Partecipò poi a una delle grandi manifestazioni di memoria bossiana a Pian del Re – in Piemonte – per il rito dell’ampolla e quando vide il Tricolore ardere su un catamarano in mezzo al Po si indignò. “Con un rigurgito di amor di patria”, come dirà poi, si gettò sulla bandiera italiana e cercò di salvarla dalle fiamme. Poi litigò con tutti i leghisti e stracciò la tessera di iscrizione al Carroccio.

«Era un amico – lo ricorda Simone Caffaz – E rappresentava un’epoca della città, una Carrara colorata, come diceva lui Claudia Laudanna (in un post su Facebook, ndr), che forse non lo era più o non lo era affatto. È bello raccontare la sua storia, che è affascinante. Mancherà alla città”.

 
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