Manfredi tesse la sua tela – .

Manfredi tesse la sua tela – .
Manfredi tesse la sua tela – .

Blindare Napoli è la missione del sindaco Gaetano Manfredi e la sua strategia non cambia che si tratti di dialogo con il Governo o con il suo partito politico, il “campo ampio”.

Questo è quanto emerge da una due giorni importante perché il contesto del Pride racconta il sentimento rinnovato con Elly Schlein e Giuseppe Conte cioè i vertici di Pd e M5s che dall’Albergo dei Poveri hanno stabilito che per vincere bisogna fare come a Napoli. Contemporaneamente da Roma, dal Governo e dal ministro Raffaele Fitto, arrivano segnali che, come dall’altra parte della barricata, il futuro dell’Italia passa dalle città piuttosto che dalle Regioni. L’asse politico istituzionale di Manfredi ha due polarità opposte ma oggi funziona. Che Fitto sull’FSC ha confermato il mancato accordo con Di Luca e confermare invece i fondi per Napoli, quelli per Bagnoli e i Campi Flegrei è quindi un fatto politico prima che finanziario.

Le FSC sono state erogate laddove il Governatore ha operato d’intesa con i sindaci. Emilia Romagna governata da Stefano Bonaccini è stato il primo Regione firmare il patto per l’FSC a gennaio perché l’accordo è arrivato dopo l’intesa Bonaccini con i sindaci. In Campania il Governo ha messo in atto lo stesso metodo: dove i 1,2 miliardi di fondi per Bagnoli sono stati battezzati come una rapina da De Luca sono stati confermati perché a valle c’è il progetto del sindaco-commissario sull’area ex Italsider. E i 600 milioni per l’area bradisismo sono arrivati ​​seguendo lo stesso metodo. Tuttavia, nelle casse dell’ente Santa Lucia non è ancora arrivato nulla. È chiaro che Bagnoli è il più grande fallimento della sinistra degli ultimi 30 anni e può essere rilanciato da un governo di centrodestra. Ma qui il tema è fare le cose per i cittadini che è anche il mantra di Manfredi. Uno schema che a De Luca non piace e che lui ribadisce più volte che può. Da qui la rottura completa con il sindaco, i due si salutano a malapena, ma solo nelle occasioni pubbliche.

Manfredi – teorico del campo ampio e del dialogo istituzionale – sta vivendo una primavera politica che forse nemmeno lui si aspettava fosse così colorata. Il vertice di venerdì con Schlein è servito a sviluppare una serie di situazioni con il Partito democratico: come garantire la copertura dei democratici sugli attentati Di Luca al Comune e questo è un dato di fatto perché la segreteria nazionale dei dem è già intervenuta un paio di volte; la centralità di Napoli nel progetto politico del centrosinistra o campo largo, oppure l’alleanza tra Pd, M5s, AvS e riformisti e moderati dell’area centrista. E la corsa alla presidenza dell’Anci. In questo senso è da segnalare anche l’incontro faccia a faccia con Ettore Rosato a Palazzo San Giacomo 72 ore fa. Rosato è iscritto ad Azione – il partito di Carlo Calenda – è vicesegretario con delega agli enti locali – Gennaro Esposito è recentemente passato ad Azione in Consiglio comunale. Fatto non da poco perché Azione ha un gruppo parlamentare con deputati e senatori.

In questo contesto Manfredi lancia messaggi a Schlein, Conte e oltre. «L’esperienza di Napoli – dice – dimostra che possiamo stare bene insieme. Stiamo mettendo questa esperienza a disposizione dell’intero Paese e spero che da questa esperienza si possa partire per lanciare le nuove sfide di cui il settore progressista ha bisogno”.

A chi lo prende in giro sulle regionali e su De Luca che vorrebbe un terzo mandato, Manfredi risponde così: “Questo dovete chiederlo al Pd, io posso dire che qui abbiamo un progetto e un programma comune, siamo governare bene la città insieme ad un fronte molto ampio che tenga conto di tutte le sensibilità, che sintetizzi e abbia un governo efficace. Nell’avvicinarsi sia alla scadenza delle elezioni regionali che a quella delle elezioni politiche, questo discorso unitario, questa visione condivisa del futuro delle nostre comunità e del nostro Paese, credo che debba essere attuato con sempre maggiore impegno. A volte si dice che il Napoli è indietro, invece il Napoli ha sempre guardato avanti e ha interpretato i cambiamenti”.

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