“Finito il tempo dei proclami, 2024 anno decisivo per Brindisi” – .

“Finito il tempo dei proclami, 2024 anno decisivo per Brindisi” – .
“Finito il tempo dei proclami, 2024 anno decisivo per Brindisi” – .

Received and published by Gianfranco Solazzo, secretary of Cisl Brindisi – Taranto

Il 2024 dovrebbe essere l’anno della messa a terra degli investimenti del PNRR, circa 200 miliardi in aggiunta alle risorse provenienti dalla Politica di Coesione, la cui quota maggiore è destinata al nostro Sud. La vera resilienza dell’Italia dipenderà quindi dalla capacità di spesa di tutte le risorse finanziarie che la Next-generation-EU ci ha concesso per le nostre note fragilità nella scuola, nella sanità, nei trasporti, nell’energia, nelle infrastrutture idriche, nei porti, ecc. Dunque: è finito il tempo delle evocazioni e dei proclami, sport molto praticato nel nostro Paese; ora serve che le opere siano realizzate entro la scadenza stabilita, ovvero dicembre 2026. Questa cifra di finanziamenti dovrebbe costituire una medicina ideale contro la cronicità delle criticità economiche e sociali, visto che le difese immunitarie italiane sembrano sempre più basse, al netto del punto zero della crescita, dell’inflazione, poi del crescente debito pubblico e così via.

Brindisi si è candidata con orgoglio a Capitale Italiana della Cultura 2027 ed energia, chimica, farmaceutica, aeronautica, portuale, hanno dimostrato di essere la migliore difesa immunitaria, avendo sviluppato l’economia del territorio; e questo nonostante si registrino, come altrove, ricadute negative anche per l’insufficiente sostenibilità ambientale del suo sistema produttivo.

Questo, però, è anche il momento in cui la città deve candidarsi per partecipare e vincere ulteriori concorsi, perché la cultura, dove si annidano disoccupazione, cassa integrazione, chiusura di siti produttivi, emigrazione giovanile, calo della natalità, carenze delle politiche sociali, rischia di diventare un ossimoro.
Ecco, di fronte alla mole di risorse sopra citata, una domanda va posta alla classe dirigente locale, regionale e nazionale: ma quando inizia la resilienza a Brindisi? E quando finisce il tempo delle analisi, delle evocazioni e degli slogan? Continuiamo a leggere di progetti bocciati e di anticipazioni più o meno velate di chiusure di stabilimenti a seguito di una transizione energetica che, per le modalità con cui viene attuata, continua a porre non poche criticità al sistema manifatturiero nazionale e non solo.

E se una transizione così concepita dovesse mai risolvere almeno l’aspetto ambientale e quello della salute dei cittadini, contribuendo ad abbassare la quota di emissioni di CO2 dell’intera Europa (circa il 7% del totale globale), considerando i restanti 70 % con Cina e India in testa, allora procediamo a chiudere e bocciare progetti impiantistici che non rispettino le linee guida di una forte transizione energetica, accelerando a tutti i costi il ​​cambiamento.
In questo caso, lo ribadiamo ancora una volta, non coinvolgere il sindacato solo per fare da notaio per le procedure di licenziamento e CIG, accelerando i tempi e distogliendo l’interesse dall’altra transizione, a noi più cara, ovvero quella sociale. Solo per citare le ultime vicissitudini negative del mondo del lavoro nel brindisino, ricordiamo i licenziamenti dell’ex Dcm, la vertenza Basell con destini non ancora chiariti, i casi Sir ed Euroapi, per restare nel privato.

Ma non vanno trascurati, nel settore pubblico, i Bms le cui turbolenze gestionali non lasciano certo tranquilli i destini occupazionali, il contenzioso per la centrale Enel i cui esiti per i lavoratori diretti e indiretti sono al momento ancora da decifrare. Continuiamo a dire che l’attenzione del territorio non deve venir meno e auspichiamo che quanto dichiarato al tavolo di Coordinamento sulla decarbonizzazione si realizzi al più presto, perché senza investimenti concreti, privati ​​e pubblici, lo sviluppo resta un divenire senza meta .

Brindisi deve confermare la sua peculiarità industriale se intende non sopravvivere ma tendere alla crescita e allo sviluppo sostenibile, per i quali la transizione energetica deve rivelarsi un’opportunità, non un’ulteriore criticità soprattutto in termini di occupazione e coesione sociale. Auspichiamo pertanto che la manifestazione di interesse avanzata dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, congiuntamente all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio, per la cantieristica navale, relativa alla realizzazione di infrastrutture per l’eolico offshore, possa essere messa a frutto al meglio.

Così come auspichiamo che il cantiere Act Blade apra per la produzione di innovative turbine eoliche e che si concretizzino gli investimenti di Renantis e BlueFloat Energy più volte citati. Quanto agli interventi infrastrutturali all’interno del porto, ci aspettiamo continuità, con gli investimenti industriali illustrati, anche nel suo saluto alla città, dal Presidente dimissionario Prof. Avv. Ugo Patroni Griffi al quale, rinnovando il nostro apprezzamento per la sua competenza e il suo approccio, non certo antiindustriale, allo sviluppo del porto e dell’entroterra, esprimiamo la nostra vicinanza per i suoi dichiarati problemi di salute, con l’auspicio che li risolva al più presto.

Attendiamo quindi confronti che forniscano la vera chiave di lettura delle risorse finanziarie in campo, delle esigenze occupazionali quantitative e qualitative. Brindisi necessita di interventi massicci e mirati, in relazione al profondo cambiamento sollecitato dall’epocale transizione industriale in atto soprattutto nei settori energetico e chimico, settori produttivi su cui ha basato gran parte della sua storia. Auspichiamo inoltre che le singole Zes possano costituire una grande opportunità di sviluppo e crescita del territorio. Il tempo non è una variabile indipendente, pertanto come comunità nel suo insieme rischieremmo di arrivare al punto di non ritorno se, quanto prima, non procedessimo a riempire di contenuti realizzabili quell’Accordo di programma prospettato nell’ultima riunione dell’11 giugno tenutasi a Roma dal Comitato per la decarbonizzazione, il cui prossimo tavolo sarà convocato a Brindisi.

L’anno decisivo per la resilienza del nostro Paese, a cui facevamo riferimento all’inizio, non può che riguardare anche Brindisi, perché se è vero che è stato strategico per la sicurezza energetica nazionale, una parte di quella massa di risorse che l’Europa ha concesso “affinché nessuno resti indietro” porta vantaggi al nostro territorio, agevolando un vero ed efficace piano di sviluppo.

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