La Regione Basilicata ha pubblicato l’avviso pubblico volto a “individuare i soggetti del terzo settore disponibili alla coprogettazione e gestione di interventi di accoglienza e integrazione di cittadini di paesi terzi, vittime dello sfruttamento lavorativo in agricoltura nelle aree dell’Alto Bradano e il Metapontino”. Questa scelta risponde all’esigenza di “determinare un percorso di accoglienza e integrazione che abbia il duplice obiettivo di portare alla luce le sacche di lavoro nero e di possibile sfruttamento dei lavoratori stagionali extracomunitari e di aiutarli nei loro percorsi formativi e conseguente inserimento lavorativo”. – si legge in un comunicato della Giunta regionale della Basilicata – La partecipazione del terzo settore ai processi di co-progettazione e gestione degli interventi è quindi fondamentale per rendere più efficaci e adeguate le risposte fornite, nonché per consentire adeguate utilizzo delle risorse”. “Le attività e gli interventi da realizzare dovranno essere volti a favorire la prevenzione, il contrasto e l’emersione di situazioni di grave sfruttamento del lavoro in agricoltura, prevedendo una rete di servizi all’interno della quale i destinatari, cittadini di Paesi terzi regolarmente presenti, potranno essere accompagnati da uno staff multidisciplinare composto da formatori, animatori di comunità, assistenti sociali e mediatori linguistico-culturali – si legge più in un comunicato del Consiglio regionale della Basilicata – Questi servizi devono essere integrati con l’accoglienza, la sorveglianza e la e di animazione dei lavoratori, che sarà sviluppato nelle strutture individuate dalle organizzazioni del Terzo Settore nell’area del Vulture Alto Bradano e nel Metapontino. Gli interventi previsti sono stati finanziati dal Fondo di programmazione Fami 2021-2027 per un importo complessivo di 1.164.000 euro e per la prima volta potranno essere realizzati, a differenza del passato, anche in maniera capillare sull’intero territorio interessato attraverso l’utilizzo di appartamenti o piccole strutture ricettive, visto che la Basilicata è chiamata, nell’ambito del partenariato pubblico delle cinque Regioni del Mezzogiorno che hanno ottenuto i finanziamenti europei, a realizzare una forma sperimentale di accoglienza che eviti grandi concentrazioni e che come tale possa meglio garantire il processo di integrazione e al tempo stesso agevolare forme di residenza permanente che vadano oltre la presenza stagionale di questi lavoratori”.
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