«Ingiusto verso gli altri utenti» – .

La bagnina, dopo averla duramente criticata, l’ha allontanata dalla piscina dove stava allattando il figlioletto di 11 mesi. È quanto ha raccontato una donna che domenica 30 giugno si è recata al lido Trento Nord di Gardolo con il figlio e il marito. IL la mamma era appena entrata in acqua quando il piccolo ha cominciato ad avere fame. Ha deciso quindi di allattarlo sul posto, senza chiedere il benestare al bagnino che – secondo il racconto della madre – appena ha visto la scena, è andato su tutte le furie e le ha ordinato di uscire. «Un dipendente si è avvicinato a me chiedendomi cosa stavo facendocostringendomi improvvisamente ad andarmenepoi continuando ad attaccarmi in malo modo dicendomi che ci vuole intelligenza per fare le cose e che è necessario il rispetto per le persone“, ha raccontato la madre al quotidiano L’Adige e poi ha aggiunto. “Ci sono veramente arrabbiato per i modi anche perché di fronte alla mia richiesta di spiegazioni mi è stato detto che il divieto era presente nel regolamento, anche se il personale non l’ha trovato. Non c’era modo di chiedere né alla bagnina né al suo superiore di poter allattare a bordo piscina”. Tuttavia, dopo il litigio con il bagnino, il bambino si è agitato e quindi la famiglia ha deciso di abbandonare la struttura.

La replica

Secondo Martino Orler, presidente dell’Asis Trento (l’azienda speciale per la gestione degli impianti sportivi del Comune), la verità sta probabilmente nel mezzo: «Il bagnino potrebbe essere stato un po’ bruscocome potrebbe anche essere che la signora si sia comportata allo stesso modo. Io non ero presente, mentre il direttore dello stabilimento balneare (Daniele Rigotti, ndr) le ha parlato e ha detto di essere mortificata da tutto quello che si era costruito intorno alla vicenda, non credendo di essersi comportata male». Quel che è certo «è che Parleremo sia con il bagnino che con la signora che si è sentita offesa da questa situazione – aggiunge – cercando di porre fine a questo increscioso episodio”. Consapevoli però che «se ospitiamo 120mila persone all’anno nelle spiagge cittadine, e il 99,99% di loro non si è mai lamentato, vuol dire che il nostro lavoro è sempre stato svolto correttamente. Probabilmente l’episodio andrebbe dipinto come meno grave di quanto riportato”.

«Il latte può contaminare il cloro»

Secondo Orler, inoltre, occorre comprendere anche «la fatica degli addetti alla piscina durante i lavori estivi, quando stress e orari serrati la fanno da padroni». Il presidente aggiunge che sarebbe stato fatto anche l’allontanamento della madre dalla piscina una questione di salute, perché «il cloro può essere contaminato dal latte materno e noi siamo sempre soggetti a controlli quasi quotidiani da parte dell’APSS: sìe poi la quantità di cloro cambiasiamo costretti a chiudere temporaneamente, creando disagi a tutti gli utenti, oltre che al personale.” «La nostra dipendente – conclude Oreler – può aver usato modi bruschi, e mi sento di scusarmi con la signora per questo, ma anche lei era ben consapevole di come non stava eseguendo un’azione corretta per il bene di chi utilizza la piscina. E lo dico da padre di famiglia, con figli piccoli al seguito, in una società dove abbiamo la fortuna di accogliere le mamme ovunque, senza distinzioni. La sensibilità della donna, in certi casi, è molto più accentuata di quella dell’uomo. Quindi, forse, in quella situazione altre persone potrebbero non aver avuto la sua stessa reazione.

 
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