“Una migliore copertura se i pediatri immunizzano i loro pazienti” – .

“Una migliore copertura se i pediatri immunizzano i loro pazienti” – .
“Una migliore copertura se i pediatri immunizzano i loro pazienti” – .

Roma, 1 luglio. (Adnkronos Salute) – “Sulle vaccinazioni l’impegno della Fimp, la Federazione italiana dei pediatri, è totale perché il pediatra si prende cura del bambino nella sua totalità, dalla prevenzione delle malattie alla diagnosi e alla cura. La vaccinazione è fondamentale per evitare malattie pericolose, ma è meglio che la facciano i pediatri ai loro pazienti”. Lo ha detto Giuseppe Palena, segretario regionale della Fimp Piemonte, nel corso del corso ‘Pediatria di famiglia’. Protagonista della raccomandazione vaccinale’, organizzata dalla federazione nell’ambito del progetto ‘VaccinAzione’ che si è svolto nei giorni scorsi a Torino.

“In Piemonte la prevenzione vaccinale è a macchia di leopardo – spiega Palena – Le Asl con tassi vaccinali molto alti sono quelle in cui esiste una convenzione in base alla quale la vaccinazione viene somministrata dal pediatra del bambino nel suo ambulatorio, oppure all’interno della struttura ASL competente. “Laddove le Asl richiedono al pediatra di essere l’attore principale e responsabile della vaccinazione dei propri pazienti, la percentuale di vaccinazione realizzata è molto alta perché la pratica avviene all’interno di un rapporto di fiducia e ogni dubbio viene chiarito con un linguaggio semplice e dati scientifici che evidenziano i benefici della prevenzione rispetto al rischio di una grave malattia”. Così, “durante la prima valutazione sanitaria – prosegue lo specialista – entrambi i genitori vengono informati sui vantaggi del vaccino”.

Proprio per questo, “la formazione del pediatra è fondamentale: bisogna sapere tutto sulla vaccinazione che si sta somministrando – avverte Palena – anche perché, se i genitori intendono fare solo i vaccini obbligatori, procederanno solo con quelli. Vedendo che i vaccini obbligatori funzionano, i genitori poi tendono a rassicurarsi e ad essere più disponibili a considerare anche le vaccinazioni consigliate”, come quella antimeningococcica B che protegge da una malattia grave come la meningite.

“Dal punto di vista sanitario la raccomandazione è di considerare utili tutte le vaccinazioni – aggiunge Renato Turra, segretario provinciale della Fimp Torino – La differenza tra obbligatorie e raccomandate è solo legislativa: le vaccinazioni obbligatorie sono necessarie per poter frequentare la scuola”. Certo, in questo contesto “il ruolo del pediatra è fondamentale”, soprattutto per le vaccinazioni non obbligatorie come quella anti-meningococco B o quella anti-pneumococco che, anche secondo gli ultimi dati di copertura, soffrono sempre di più rispetto alle vaccinazioni obbligatorie.

“C’è un range del 5-10% di famiglie in cui riscontriamo problemi ideologici – osserva Turra – Come pediatri, uno dei nostri compiti fondamentali è comunicare con le famiglie con cui abbiamo un rapporto di fiducia”. Quanto all’informazione, “la comunicazione è bidirezionale: bisogna rispondere a domande, dubbi e spiegare con parole semplici e adatte agli interlocutori che, se malattie gravi come il vaiolo ad esempio non esistono più, è proprio grazie alle vaccinazioni”. Si tratta di chiarire quanto trovato “su Dottor Google o nelle chat, facendo esempi pratici, evidenziando i rischi della vaccinazione, che sono trascurabili, rispetto ai benefici in termini di salute non solo per il bambino, ma anche per la comunità”.

Su un tema come quello della co-somministrazione di più vaccini, leva per aumentare la copertura vaccinale, va ricordato che “ad esempio, per un vaccino esavalente, fare 6 iniezioni separate non sarebbe auspicabile. Questa pratica non modifica infatti l’efficacia dei singoli vaccini. Somministrare più vaccini contemporaneamente permette inoltre il vantaggio di ridurre il numero di iniezioni e quindi il disagio e lo stress del bambino. Dopotutto, un bambino è sempre in contatto con migliaia di antigeni, anche solo andando al supermercato. Somministrare più vaccini in un’unica iniezione – conclude il pediatra – non è controindicato e non aumenta gli effetti collaterali, anzi sembra rafforzare la risposta immunitaria”.

 
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