Dopo la giornata della Bagna Cauda ad Asti si festeggia il Carpionato del Mondo – .

Dopo la giornata della Bagna Cauda ad Asti si festeggia il Carpionato del Mondo – .
Dopo la giornata della Bagna Cauda ad Asti si festeggia il Carpionato del Mondo – .

ASTI«L’avventura degli Azzurri agli Europei di calcio si è conclusa in modo amaro, ma quest’estate abbiamo ancora il Mondiale che inizierà a luglio e si giocherà fino a metà settembre».

Lo prendono con ironia l’Associazione Astigiani che lancia per il secondo anno la manifestazione dedicata al carpione, piatto tipico della tradizione culinaria estiva piemontese.

Per carpione si intende un tipo di marinata con aglio, aceto, cipolle e salvia. In questo “bagno” si lasciano riposare (almeno una notte) verdure, uova, carne o pesce, prima fritti o lessati, prima di gustarli, rigorosamente freddi. L’origine del carpione risale probabilmente al Medioevo (ma se ne trovano tracce già tra i romani) e rispondeva all’esigenza di conservare gli alimenti quando ancora non esistevano i frigoriferi. È un piatto della tradizione contadina estiva.

Il Carpionato del mondo vuole rilanciare l’uso dell’acido, delle marinate e del classico aceto di vino piemontese.

Dove si gioca a Carpionato?

Sono circa cinquanta i locali coinvolti, con la stessa vitalità e fantasia del Bagna Cauda Day.

Ci sono ristoranti, agriturismi, gastronomie, ma anche Pro loco (quelle di Casabianca e Quattordio hanno suonato in anteprima) che da inizio luglio al 15 settembre avranno il carpione proposto in diversi modi nel menù.

L’elenco continuamente aggiornato è sul sito www.carpionatodelmondo.it

Ciascuna sede partecipante ha ricevuto da Astigiani una fornitura di libretti di abbonamento edizione ’24 da regalare ai carpisti.

La scheda contiene il racconto del contesto storico del carpione nel mondo con interventi e citazioni letterarie.

C’è un bel testo di Bruno Gambarotta che descrive con una ricetta la sua “tinca cinematografica”, l’excursus gastronomico storico di Gianluigi Bera, le ricerche sull’agricoltura nel mondo di Paola Gho e Giovanni Ruffa, i consigli dei dietologi di Giorgio e Caterina Calabrese , il racconto di Rocco Moliterni, la testimonianza di Franco Testore.

Nelle due pagine centrali c’è spazio per apporre i timbri che certificano il passaggio del carpionista: ogni camera è stata dotata di un timbro personalizzato.

Premi ai carpisti più assidui con il gioco dei timbri

Al termine del carpionato, chi avrà raccolto più timbri in luoghi diversi tra i carponisti e lo presenterà o invierà una sua foto agli Astigiani avrà diritto a cene gratuite per due persone (5 timbri raggiunti). Chi avrà raggiunto gli 8 timbri riceverà altri gustosi premi in natura e servizi così come chi raggiungerà i 12 timbri avrà il titolo di “gustoso del mondo”!

Il Carpionato del Mondo è una festa di solidarietà

L’associazione Astigiani, come già avvenuto lo scorso anno con il versamento di 3000 euro al Consorzio della Piadina Romagnola a favore di un’azienda agricola allagata in Romagna, anche quest’anno si impegna a destinare parte del ricavato della manifestazione all’Associazione Astro – Pulmino amico da Asti a sostegno dell’azione a favore dei malati oncologici

Alleati del Carpionato del mondo 2024 sono il Consorzio dell’Asti, la storica acetaia reale Varvello di La Loggia, la torroneria Davide Barbero che rilancia il liquore Diavolo Rosso e l’Associazione per il Patrimonio Unesco dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato.

Tanti modi di dire “carpione” nelle cucine del mondo

Una precisazione etimologica è necessaria per motivare la diffusione di questa preparazione. Lo storico Franco Cardini colloca le origini del termine castigliano escabeche, che a sua volta deriva dal persiano sikbaj. Sembra però che la tradizione culinaria araba non abbia recepito questo termine, mentre ha avuto grande successo nelle lingue della penisola iberica (escabeche) e in quella italiana (scapece). Dobbiamo guardare a questi paesi, e a quelli di influenza spagnola e portoghese, per rintracciare i piatti “in acido”, il cui comune denominatore, a parte l’aceto e gli aromi variabili aggiunti (aglio, cipolla, salvia, rosmarino, menta, zafferano) , è il cibo base della frittura.

In Liguria c’è lo scabeccio, con pesci piccoli come le acciughe, al Centro-Sud predomina la scapece: da quella molisana (a base di pezzi di pesce) a quella gallipolina, particolare per l’uso di pangrattato e zafferano, passando per la scapece di zucchine (Campania), alla scapece trapanese (con le parti meno pregiate del tonno). In Sardegna, sia per il pesce che per le olive, si fa su scabecciu, mentre a Orbetello lo scaveccio prevede tranci di anguilla. In Piemonte e Veneto le parole cambiano: da una parte carpione, dall’altra saor, buono per marinare le sarde ma anche alcune verdure.

Nella cucina spagnola e portoghese è comune trovare piatti “escabechados”: cozze, sardine, tonno, baccalà fino ad alcune carni bianche, come pollo e quaglia. Anche la Francia è stata colpita, con le sardine (o sgombri) provenzali en escabeche.

Le escabeche sono molto diffuse nell’America centrale e meridionale: Argentina e Bolivia (con carne), Perù, Cuba, Giamaica (con pesce), Cile (con cipolla fresca).

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