DÈ tempo di fare il punto. Bilanci in rosso, sportivamente parlando, e con un deficit così grande, innanzitutto. Dopo un viaggio europeo così – e ridicolo, ridotto e zoppicante – non c’è nemmeno spazio per i rimpianti: solo tristezza e incredulità. Chiedersi cosa non ha funzionato implica rivelare a sé stessi e agli altri una natura masochista di non poco conto, poiché non ha funzionato praticamente nulla. Ergo, la tristezza e l’incredulità di cui sopra non possono che crescere ulteriormente. Dal punto di vista tattico non esiste un sistema di gioco (tra i vanti vissuti in modo ansioso e ansioso da Luciano Spalletti) che vale.
Dal punto di vista fisico e atletico lascia senza fiato anche a posteriori. Dal punto di vista motivazionale, beh, il modo in cui è stata affrontata la partita contro la Svizzera è piuttosto emblematico e indicativo. Infine, questione delle domande: dal punto di vista tecnico e qualitativo? Ora, qui arriviamo al nocciolo del problema. Gli azzurri su cui Spalletti ha deciso di puntare sono all’altezza della situazione Nazionale Italiano? O almeno, se non in termini assoluti ed esistenziali (il che mi sembra brutto…), hanno offerto prestazioni all’altezza della Nazionale italiana? È davvero possibile che il svizzero pescando tra i suoi 8,9 milioni di cittadini (cioè meno di quelli della sola Lombardia) può trovare giocatori più talentuosi di quelli che l’Italia ha pescato tra i suoi 59 milioni di cittadini più naturalizzati? A quanto pare…
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