il signore riformista che ha nostalgia dell’UE

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il signore riformista che ha nostalgia dell’UE

Le votazioni si terranno giovedì Regno Unito per eleggere un nuovo parlamento, ma sappiamo già come andrà a finire: venerdì mattina il leader laburista, Sir Il mio amico Keir Starmersarà ricevuto da re Carlo III, che gli affiderà l’incarico di formare un nuovo governo. Tutti i sondaggi dicono che i seggi dei conservatori, dopo 14 anni di disastrosa guida del paese, saranno dimezzati e che il partito laburista avrà una maggioranza più schiacciante di quella che Tony Blair ebbe nel 1997. I Tories stanno lasciando il governo con la coda tra le gambe: quattro primi ministri (David Cameron, Theresa May, Boris Johnson, Liz Truss) hanno governato pensando al guadagno a breve termine senza considerare il costo a lungo termine. Hanno poi lasciato che il conto venisse pagato dal loro successore, Rishi Sunak, che ha preferito indire elezioni anticipate piuttosto che ritrovarsi con la patata bollente in mano.

Regno Unito: il leader del partito laburista fa campagna nei supermercati

Avvocato per i diritti umani, Starmer, 61 anni, è figlio di un attrezzista e di un’infermiera. Laureato a Leeds e Oxford, è in Parlamento dal 2015 ed è leader del partito laburista dal 2020. Quando è stato nominato, ha fatto una campagna per sradicare l’antisemitismo dal partito laburista. Sua moglie Victoria è ebrea. Ha ricevuto l’Ordine del Bagno, ma non vuole essere chiamato Sir. È il rappresentante di una sinistra “morbida”, che si concentra sulle riforme e non sulle rivoluzioni. I critici dicono che è un fantasma che non si fa sentire quando dovrebbe, ma gli amici assicurano che non è vero e che lo dimostrerà.

LE ELEZIONI

Nel 2009, David Cameron ha ingannato molti elettori parlando di un “conservatorismo compassionevole” che avrebbe risolto l’enorme debito, la disintegrazione sociale e il disincanto politico. Ha detto: “Ci aspetta una ripida salita. Ma la vista dall’alto ne varrà la pena”. Dall’alto, tutto ciò che si vedeva era una montagna di promesse non mantenute e speranze infrante. “I bambini cresceranno con sicurezza e amore”, ha promesso Cameron. Oggi, un milione di bambini britannici vive in povertà. “Le comunità si governeranno da sole” e i consigli stanno fallendo con finanziamenti tagliati del 40%. “Non avrete più paura di tornare a casa da soli”, ma l’anno scorso, il 90% dei crimini segnalati alla polizia, che era senza soldi, è rimasto irrisolto.

Dopo di lui, Theresa May ha solo creato altri guai, il più grande dei quali è stato l’avvio maldestro della Brexit. Boris Johnson era essenzialmente dedito a se stesso, una causa che considerava più grande del Regno Unito. La tragica gestione del Covid, lo scandalo dei partiti durante il lockdown, l’accordo frettoloso sulla Brexit, le bugie raccontate alla regina Elisabetta, e persino le tende e la carta da parati dorata di Downing Street sono immagini indelebili del suo governo. Liz Truss è stata in carica solo per 49 giorni, e verrà ricordata solo per il suo cattivo carattere. Infine, Rishi Sunak non è mai stato amato: troppo ricco con una moglie più ricca di lui, poco incisivo, dava l’impressione di considerare il ruolo di primo ministro un hobby non sempre gratificante. Ai tempi di Cameron, gli autobus elettorali avevano un cartello sui lati per gli immigrati clandestini: “Torna a casa o rischi l’arresto”. Quattordici anni dopo, Sunak, figlio di immigrati, pensava di poter risolvere il problema deportando le persone in Ruanda.

La legge sul Ruanda sarà la prima che Starmer abolirà. Il suo governo è già pronto, i ministri saranno più o meno gli stessi del “governo ombra” laburista. Il 9 luglio parteciperà al vertice Nato a Washington e ribadirà l’impegno a sostenere l’Ucraina. Poi si occuperà del bilancio da presentare a settembre, degli stipendi dei medici che protestano, delle liste d’attesa degli ospedali, delle case da costruire, di cosa fare con gli immigrati che arrivano, di come vietare ai giovani di fumare. Economia, salute, casa e immigrazione sono le quattro priorità dei cittadini, secondo tutti i sondaggi. E ci sarà la partita della Brexit: molti elettori, soprattutto i tanti giovani laburisti, chiederanno a Starmer di ripensarci. Ma non è detto che l’Europa lo ascolti, piena com’è di altri problemi da risolvere.

I SONDAGGI
Gli ultimi sondaggi danno i laburisti al 41%, i conservatori al 20, i liberaldemocratici all’11 e i verdi al 6. Ma al 17% c’è Reform, il nuovo partito inventato all’ultimo minuto dall’eterno guastafeste Nigel Farage, grande amico di Vladimir Putin e Donald Trump, alfiere della Brexit che aveva annunciato il ritiro dalla politica, ma che invece non se ne va mai. Un’ulteriore minaccia per i conservatori, che ora hanno un’altra “montagna ripida” da scalare, quella della credibilità e dell’onore perduti.

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Il Messaggero

 
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