Dimarco fece un coro abolito – .

Federico Dimarco non sapeva che cantando quel ritornello al termine di Inter-Milan Champions League stava violando un codice di comportamento condiviso da entrambe le Curve: c’è un “patto di non aggressione” tra le parti che significa che “a Milano i due tifosi non ostacolano la città”. Tutto ora viene spiegato dagli ultras delle due squadre: “Le prese in giro sono legittime purché si vada a toccare i club: ‘interista vaffanculo, ‘milanista bla bla bla’. Ma quando vai a prendere in giro una Curva rischi di andare a minare i delicati equilibri”.

La storia di Federico Dimarcoche dopo aver preso il microfono alla fine del Inter Milan della Champions League ha intonato un coro di scherno nei confronti dei tifosi rossoneri appena battuti ed è stata successivamente minacciata da quest’ultima con uno striscione esposto sotto la sua casa (“Dimarco pensa a giocare o ti facciamo ingoiare la lingua“), rapidamente rimediato con le scuse del giocatore.

Lo striscione minaccioso esposto ieri sera sotto la casa di Federico Dimarco

Eppure quello che è successo nelle ultime ore ce ne ha dato l’opportunità aprono uno spiraglio sul rapporto tra le due curve di San Siro e sul delicato equilibrio che ne è alla base: il tutto raccontato dai diretti interessati, ovvero dagli ultras di Inter e Milan, che hanno svelato il “Patto di non aggressione“tra le parti che causa”a Milano le due tifoserie non si bloccano a vicenda per le vie della città“.

I primi a parlare ufficialmente sono stati i tifosi della Curva Sud del Milan che in mattinata, dopo che si era diffusa la notizia dello striscione e Dimarco si era scusato (“Martedì sera dopo la partita mi sono lasciato andare per un attimo di leggerezza, volevo chiedere scusa a tutti i tifosi del Milan che si sono sentiti offesi“), hanno scritto un comunicato in merito, chiudendolo da parte loro e spiegando perché l’interista aveva sbagliato a intonare quel ‘milanista loquace’: “Il caso Dimarco fa capolino da martedì sera: capiamo e condividiamo la voglia di festeggiare e festeggiare, nessuno si è mai sognato di vietare festeggiamenti e prese in giro, ma in una città come Milano ci sono limiti che non vanno mai valicati da un lato e dall’altra. Le Curve di Milano si impegna da 40 anni a portare avanti un patto di non aggressione, un caso unico in Italia che permette di vivere il nostro derby con rispetto, tranquillità e lealtà“.

I cori e gli striscioni di sfottò riferiti a giocatori e società ‘chi non salta sono rossoneri o interista vaffanc… etc’ sono un conto, i cori di scherno verso un’intera curva in presenza dello stesso sono tutt’altro discorso la Curva Nord stessa non canta apposta da mesi). Apprezziamo le scuse del calciatore Dimarco, comprendendo che a volte adrenalina ed euforia possono giocare brutti scherzi, e speriamo in futuro di non assistere più a scene simili, da entrambe le parti”. Insomma, scuse accettate e nessun ulteriore strascico da parte del Milan.

Intanto si muoveva anche la Curva Nordannunciando sempre via social che oggi alle 14 avrebbero “ha spiegato personalmente cosa è successo con Dimarco“.

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Sembra chiaro che il 25enne terzino si sia trovato al centro di una storia di cui non immaginava neanche lontanamente i retroscena, una storia che attiene al ‘codice’ tra i tifosi ‘in forza’ a Milano. Un insieme di regole di convivenza che è stato ulteriormente descritto – in modo più approfondito – da un boss ultrà dell’Inter attraverso un video postato sulla pagina Instagram della Curva Nord: “Siamo qui per spendere due parole sulla storia di Federico Dimarco, che ci teniamo a sottolineare è un bravissimo ragazzo, è il nostro preferito ed è un giocatore dell’Inter che amiamo alla follia perché è cresciuto nel nostro settore giovanile e quindi per noi ha un peso specifico diverso rispetto a tutti gli altri giocatori. Quello che è successo in questi giorni è a nostro avviso un po’ spiacevole come Curva Nord. C’è stato un errore di fondo che ha commesso Federico, perché Federico è un ragazzo con un cuore, ha vissuto la vittoria sulla pancia e ha voluto esprimere la sua felicità con leggerezza, come ha dichiarato, cantando ritornelli che andavano un po’ oltre le normali prese in giro tra Inter e Milan“.

Cosa succede di solito – continua la spiegazione – è che molti calciatori prendono in giro la società avversaria o comunque prendono in giro la vittoria dell’Inter sul Milan o viceversa. Quello che ha fatto Federico è una cosa un po’ diversa, perché è andato a fare un coro, cosa che tra l’altro la Curva Nord non fa più per la nostra scelta politica di non parlare più degli scontri durante i cori e di conseguenza questo coro è stato abolito. Federico non sapeva della presa di posizione della Curva di non cantare più questo ritornello e ha dato il via a un coro in una San Siro gremita che ha commosso i tifosi milanisti dal vivo organizzati. Allora, dov’è l’errore: si può scherzare e ridere della squadra rivale, ma secondo noi avrebbe dato fastidio anche a noi se un giocatore del Milan avesse fatto una battuta sulla nostra Curva. È caduto nella trappola di insultare, tra virgolette, la curva milanista e secondo noi la curva milanista ha tutte le ragioni per essere arrabbiata e offesa per questa vicenda. Diciamo solo che è andato un po’ sopra le righe“.

Ovviamente abbiamo preso le posizioni del giocatore – spiega il tifoso nerazzurro – il giocatore si è scusato perché ha sbagliato ed è inutile che tutti stiano qui a scrivere ‘difendi Dimarco, difendi Dimarco’. Ci sentiamo di difendere Dimarco nella ragione e comunque tutelare il ragazzo e il giocatore del Milan. Ma Dimarco è stato persona umile e corretta nel chiedere scusa ai tifosi milanisti per averli toccati nel profondo. Quindi quello che c’è alla base e che dobbiamo capire è proprio questo. Le prese in giro sono consentite purché si vada nei locali: ‘interista vaffanculo, ‘milanista bla bla bla’. Ma quando si va a prendersi gioco di una Curva si rischia di andare a minare equilibri delicati“.

Poi il discorso si allarga e si fa più ampio, riguardante i rapporti ad oggi esistenti tra i tifosi dell’Inter e del Milan a Milano: “Per quanto riguarda il rapporto tra Curva Nord e Curva Sud, mettiamo un punto anche su questa situazione che continua ad essere sfruttata. Viviamo a Milano. A Milano è in vigore da oltre 40 anni un patto di non aggressione. Non siamo noi a stipularlo, è una cosa che si tramanda di generazione in generazione. Perché sta succedendo?. A parte il fatto che tra i due tifosi c’è rispetto, e non c’è amicizia, simpatia, uscire a mangiare insieme. È rispetto. Per quanto riguarda la vita privata, abbiamo membri della Curva Nord che hanno un fratello o una sorella in Curva Sud. Abbiamo persone nel nostro consiglio che sono sposate con persone che sono nel consiglio di Curva Sud. Milano è una piccola città. Quindi se per caso c’è qualche amicizia personale che si coltiva fuori dallo stadio è a titolo personale. Curva Nord e Curva Sud non vanno a mangiare insieme perché sono curve. Ci sono amicizie personali dettate dal fatto che condividiamo le scuole dei nostri figli ei nostri fratelli possono tifare Inter o Milan“.

Di conseguenza c’è questo clima che mi sembrava positivo, il clima dove a Milano i due tifosi non si bloccano per le vie della città, invece sempre per far parlare, sempre per sfruttare, si butta fuori tema la discussione . La storia è questa: Curva Nord e Curva Sud si rispettano, ci sono membri della Curva che hanno un coniuge nella Curva opposta e viceversa membri di una Curva che hanno un fratello o una sorella nella Curva opposta. Di conseguenza c’è un clima di pace, ma ci dissociamo completamente da tutto ciò che è scritto sui giornali. Quanto alla vicenda Dimarco, abbiamo ragione ad aver accolto le scuse di Dimarco, avendo anche proposto alla Curva Sud di far capire che il ragazzo ha sbagliato, la Curva lo ha capito. Ognuno va per la sua strada e per noi la faccenda è chiusa. Nessuna rivincita da fare, nessun problema tra il giocatore e la Curva Sud. C’erano delle scuse inerenti a un gesto sbagliato. È tuttoconclude la presa di posizione ufficiale della Curva Nord dell’Inter.

Se la storia è chiusa dal punto di vista dei due fan, non lo è, invece, per la Procura di Milano, che aprirà un fascicolo per minacce aggravate, in considerazione dello striscione minaccioso esposto ieri sera sotto la casa di Dimarco. Le indagini sull’episodio sono affidate alla Digos con il coordinamento del dipartimento antiterrorismo, che si occupa anche delle azioni degli ultras.

 
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