TOMBA UTTER – Nebulose Di Autoprofanazione – .

TOMBA UTTER – Nebulose Di Autoprofanazione – .
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votazione
7.0

  • Bande:
    TOMBA TOTALE
  • Durata: 00:43:13
  • Disponibile dal: 19/04/2024
  • Etichetta:
  • Record polverizzati

Streaming non ancora disponibile

Dal sempre interessante sottobosco estremo cileno, gli Uttertomb approdano su Pulverized Records, con il primo full-lenght di una carriera iniziata una buona dozzina di anni fa. Quartetto con sede nella capitale Santiago, i ragazzi hanno evidentemente fatto finora le cose con molta calma, mettendo insieme una lunga serie di demo, EP e split prima di affrontare il loro vero e proprio album di debutto, che si presenta con una bellissima copertina firmata dall’artista serbo Atterigner ( Orde di sepolture, incredulità, innumerevoli forme). L’artwork stesso suggerisce innanzitutto il carattere tragico dell’album, che esplora un sound che unisce l’amore per un pilastro del death metal più torbido come Incantation con una certa propensione alla solennità e un mood più denso tendente al black metal, sulla scia di affermate realtà contemporanee come Grave Miasma o Venomous Skeleton. Arie cupe e opprimenti si fondono con riff intricati e sinistri, creando un’atmosfera di tensione e mistero che però viene rotta abbastanza frequentemente da un intelligente gioco di arpeggi e da alcuni veli di synth, che aiutano a sottolineare quei passaggi in cui la band cerca di prendere una svolta respirare e spostarsi su registri meno esasperanti.
Gli Uttertomb si muovono all’interno di un genere che spesso si limita a noiose reiterazioni e cliché, con gruppi che giocano la carta della densità a tutti i costi per nascondere una sostanziale mancanza di ingegno e brio a livello chitarristico. “Nebulas Of Self-Desecration” non è esattamente un disco in cui il riff regna sovrano, ma, allo stesso tempo, non siamo nemmeno di fronte ad un lavoro dove le profondità dell’abisso corrispondono solo ad un ronzio senza guizzi. La principale abilità della band risiede nell’attenzione al cambiamento climatico, con uptempo soffocanti che sono quasi sempre alternati a trame più lente, se non addirittura marziali. La tracklist, ad esempio, presenta già in quarta posizione un cupo midtempo come “Opisthotonic Funerals”, una pausa in cui fermarsi e galleggiare e contemplare la ricerca atmosferica dei quattro.
Tutte le sfumature del suono sono poi riassunte negli oltre otto minuti della title track, una corposa suite in cui la melodia mefistofelica si trasforma in un ibrido black-death sostenuto da ritmiche variegate, per concludersi in una parte finale dal climax esuberante. che ascende verso altezze cosmiche.
Insomma, la qualità del cosiddetto songwriting è buona: non siamo ancora in presenza di una boccata d’aria fresca in questo specifico panorama, tuttavia non si può dire che Uttertomb eviti del tutto di mettersi in gioco e di mescolare un po’ gli ingredienti. Il loro è un album d’esordio solido, che può vantare anche due o tre composizioni sopra la media.

Tag: TOMBA UTTERALE Nebulose AutoProfanazione

 
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