DOLMEN GATE – Le porte dell’eternità – .

DOLMEN GATE – Le porte dell’eternità – .
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votazione
8.0

  • Bande:
    PORTA DEL DOLMEN
  • Durata: 00:39:41
  • Disponibile dal: 26/04/2024
  • Etichetta:
  • Nessun record di rimorso

Streaming non ancora disponibile

Diciamo subito che questo debutto è stato una bella sorpresa: la band portoghese nasce nel 2021 dalle ceneri dei Ravensire, di cui Alex e Nuno – rispettivamente batteria e basso – decidono di raccogliere l’eredità dell’epic metal, ampliandone i confini e lo stile.
Dolmen Gate, logo in gotico essenziale in contrasto con la copertina nebbiosa, già autori lo scorso anno del buon anche se ancora acerbo EP “Finis Imperii”, arrivano sulla lunga distanza con un disco fresco come acqua di sorgente nonostante la loro musica sia estremamente tradizionale: classica. heavy metal, con forti connotazioni epiche, legato sia agli anni ’80 che all’hard rock con sfumature folk del decennio precedente, oltre ad una certa dose di doom/rock. Premesso che non ci sono particolari punti deboli, uno dei punti forti sembra essere la voce di Ana, grintosa ed elegante – vicina nel timbro e nello stile a quelle di Alia O’Brien di Blood Ceremony e Ann-Sofie Hoyles di Spiders – che si adatta perfettamente con la proposta della band, dando un’interpretazione diversa al genere e sfumature decisamente particolari.
L’album si apre con un brano che porta il nome della band, ma non è un pezzo ‘autocelebrativo’ (si pensi ad esempio alle iconiche “Manowar” e “Iron Maiden”) quanto piuttosto una breve intro acustica dal sapore medievale , profumo semplice quanto evocativo, che ci segnala di entrare nel mondo magico e pagano di “Gateways Of Eternity”.
Meno di un minuto dopo siamo nel vivo dell’album grazie a “Rest In Flames”: forse è troppo presto per parlare di un classico per una band agli esordi, eppure questa cavalcata è il perfetto prototipo del pezzo che si si aspetta di poter cantare dal vivo (strofa e ritornello si adattano perfettamente alla melodia); i musicisti portoghesi non sembrano faticare minimamente a costruire un ottimo pezzo, certamente debitore di influenze Maiden, che unisce bellissimi riff, uno stile sporco e street (grazie alla sezione ritmica) e uno spiccato gusto melodico.
Che i ragazzi di Lisbona abbiano il dono dell’immediatezza, senza risultare banali, lo conferma “The Oath”, dove il ritmo sostenuto della prima metà del pezzo sfuma in toni progressivamente più cupi, sporcandosi di doom (quello classico di Candlemass e Solitudine Aeturnus); Di segno opposto “Chambers Of Magic”, il singolo proposto come antipasto sui canali social, che guarda ad un robusto heavy metal venato di epicità, trascinante e piacevolmente sugli scudi, altra gemma grezza dell’album, grazie alle chitarre di Kiko e Artur, che continuano a mettere insieme riff e a fondersi in assoli espressivi, tutt’altro che esercizi di stile o di “circostanza”.
Il livello delle composizioni che seguono rimane più che buono, ma citiamo in particolare la rocciosa e malinconica “The Wheel” – con un vago accenno di Doomsword – e quello che di fatto è l’ultimo pezzo (la title track è solo, ancora e ancora, inaspettatamente, una fugace intro strumentale), o la lunga “Betrayal”, che recupera tutte le caratteristiche fin qui citate, a cui si aggiunge un tocco folk à la Lord Weird Slough Feg, sicuramente uno dei punti di riferimento della band insieme a Manilla Road, Brocas Helm, Thin Lizzy, Rainbow e Ironsword (giusto per restare in Portogallo).
Una menzione speciale va anche al drumming frenetico e decisamente grezzo, che ricorda (con le dovute proporzioni) quello dei Blind Guardian agli esordi in termini di potenza: la formazione lusitana non ha paura di martellare e sceglie una produzione non tanto per il sottile, che apprezziamo perché dona una bella pesantezza all’intera opera.
In un mare di produzioni patinate, roboanti proclami sociali e foto ritoccate ultra-digitalmente, i Dolmen Gate si presentano concreti e puri come dovrebbe essere l’underground (termine talmente abusato da essere spesso svuotato del suo vero significato), mettendo al di sopra tutta la forza della propria musica, che ha la preziosa capacità di conquistare.

Tag: DOLMEN GATE Gateway Eternità

 
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