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Non era difficile prevederlo, ma le comunicazioni piovute sull’Agenzia delle Entrate per certificare sconti e giroconti in fattura dei bonus edilizi 2023 hanno creato un’altra ondata di spesa, con circa trenta miliardi in più rispetto ai dati che già si conoscevano. . Sommato ai 176 miliardi già comunicati a suo tempo e indicati dallo stesso direttore delle Entrate Ernesto Maria Ruffini a febbraio in occasione della presentazione dei dati sulla lotta all’evasione fiscale, il conto finale (finora) dei bonus edilizi si attesta appunto intorno ai 210 miliardi previsti nei giorni scorsi.
Il peso di questa valanga sul deficit del 2023 e sul debito di questo e di quelli futuri sarà dettagliato nel Def che il Governo esaminerà questa mattina in Consiglio dei ministri.
Il compito principale del nuovo Documento di economia e finanza è, del resto, proprio quello di porre fine alle finanze pubbliche finite sull’oscillazione dei crediti d’imposta.
Nelle ultime ore è divampata la polemica sul fatto, noto da giorni e anticipato dallo stesso ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nell’audizione di mercoledì scorso alla Camera, che il nuovo Documento non preciserà un programma completo sulle innovazioni da apportare inseriti nel percorso finanziario pubblicato per i prossimi anni.
Ma dal punto di vista del Governo la scelta, oltre alle difficoltà prodotte dall’impatto dei sussidi all’edilizia sul debito pubblico, è dettata anche dal cantiere ancora aperto delle regole europee, che dopo l’approvazione definitiva attesa a metà -A maggio emergono le linee guida per i piani fiscali strutturali da presentare entro il 20 settembre. Per l’Italia, come per molti altri paesi, lo scenario è “arricchito” dalla sostanziale certezza di avviare una procedura per deficit eccessivo. In un contesto del genere, avventurarsi in un programma inedito e magari in una “deviazione” come è consuetudine degli ultimi anni, significherebbe tracciare un percorso destinato a cambiare profondamente in pochi mesi; costringendo così il Parlamento a non discutere nulla.
