Ancora da chiarire la vicenda legata alla morte del bambino di 10 anni caduto in un pozzo artesiano nel siracusano il 28 giugno. Si attende l’autopsia. Con l’esame medico-legale anche le prime iscrizioni nel registro degli indagati: un atto necessario che consente alle persone potenzialmente coinvolte di nominare consulenti che coadiuvino un fatto tecnicamente irripetibile. Secondo quanto si è appreso finora, sono finiti indagati per omicidio colposo sei educatori – che hanno accompagnato il bambino e altri venti bambini, alcuni disabili, a una visita a una fattoria didattica prevista dal campo estivo organizzato dalla Fondazione Anffas ‘Doniamo Sorrisi’ – e il proprietario della struttura che i bambini avrebbero dovuto visitare e presidente della onlus. La posizione della società è al vaglio della Procura volontaria che si calò nel pozzo per soccorrere la vittima.
Le indagini sui resoconti dell’incidente
I carabinieri, che ieri hanno effettuato un sopralluogo nella zona dell’incidente con la Procura di Siracusa, hanno già iniziato a sentire i piccoli testimoni, gli amici della vittima che partecipavano al sopralluogo, che però hanno fornito versioni diverse su quanto accaduto. Alcuni hanno confermato che il bambino è salito sul coperchio del pozzo saltando e che ha rotto la botola cadendo, altri hanno riferito una versione diversa dei fatti. Saranno interrogati anche due dirigenti dell’associazione, che però ieri non erano presenti. E solo nei prossimi giorni sarà possibile sentire tutti gli accompagnatori.
Al vaglio anche la tempistica delle operazioni di salvataggio
La Procura vuole anche verificare la tempistica del salvataggio, chi era responsabile della sorveglianza dei bambini e se il pozzo era stato messo in sicurezza. Da valutare anche la storia di Salvatore La Rosa, un uomo che vive nei pressi della zona in cui si trova il pozzo. “Dopo la caduta, il bambino ha parlato con la madre e il padre, lo hanno chiamato e lui ha chiesto aiuto”, ha detto. Parlando con Tgr Sicilia ha anche riferito dei tentativi degli educatori, in particolare del 54enne rimasto ferito, di salvare il piccolo. «La signora è scesa lì a mani nude, in attesa dei soccorsi» che, secondo La Rosa, sarebbero arrivati «dopo circa due ore». Ma tutto è da verificare: non risulta agli inquirenti, ad esempio, che i genitori del bambino, che hanno anche altri due figli, abbiano potuto parlarci. Mentre saranno accertate le tempistiche del soccorso. «I vigili del fuoco di Palazzolo Acreide – hanno affermato in serata i Vigili del fuoco e del Soccorso civile – sono arrivati in Contrada Falabbia in poco più di dieci minuti dalla chiamata di soccorso ricevuta dalla sala operativa». Giunti sul posto, i vigili del fuoco «si sono calati subito nel pozzo e hanno recuperato la bambina, purtroppo non hanno potuto fare nulla per salvare la bambina».
