‘La mia arte ruvida e libera della gioia’ – Festival di Cannes – .

‘La mia arte ruvida e libera della gioia’ – Festival di Cannes – .
‘La mia arte ruvida e libera della gioia’ – Festival di Cannes – .

Modesta è affamata, ribelle, maleducata, impenitente, disobbediente, carrierista, libera, è una ragazza analfabeta che guarda la capra in campagna, con un padre che abusa di lei, Modesta dà fuoco a tutto, cerca di rinascere e lo farà altre mille volte, pronto a tutto, senza scrupoli, senza morale, cercando l’amore e un altro posto nella società il più in alto possibile. Ruba la sua parte di gioia a tutto e a tutti, innamorandosi di lei tutte le volte che è necessario. È lei la protagonista dello splendido romanzo di Goliarda Sapienza, nato 100 anni fa, uscito postumo e diventato un bestseller, L’arte della gioia (Einaudi). E ora una serie tv dirompente e magnetica, che si è guadagnata la sua anteprima mondiale a Cannes, nel giorno in cui la regista e co-sceneggiatrice Valeria Golino viene celebrata con un Rendez Vous, lezione di cinema che quest’anno condivide con Meryl Streep e George Luca.

Modesto è Tecla Insolia (giovane e talentuosa) in sei episodi prodotti da Sky Studios e Viola Prestieri per HT Film e che uscirà nelle sale, in due parti, con Vision Distribution, la prima dal 30 maggio e la seconda dal 13 giugno. Jasmine Trinca è la madre superiora Leonora, nobile in convento perché aveva osato amare il gabellotto (Guido Caprino), che accoglierà la piccola come figlia e poi come sua amante. Valeria Bruni Tedeschi, sua madre, la principessa Gaia di Brandiforti, una donna egocentrica d’altri tempi, annoiata, intelligente, volitiva. Valeria Golino racconta: “Ho conosciuto Goliarda a 18 anni, è stata la mia maestra di dizione sul set di Storia d’amore di Francesco Maselli – per il quale vinse la Coppa Volpi nel 1986, ndr. – Ero troppo giovane e ora mi pento di non averla frequentata. Il suo libro mi ha affascinato, prima come lettrice e poi come autrice, così quando Viola Prestieri è riuscita ad ottenerne i diritti mi sono buttata in questo progetto con passione, è stata una scelta sentimentale scabrosa, ha un eros morboso”.
Dal libro alla serie l’effetto si moltiplica e il risultato è qualcosa di mai visto prima. “Modesta e tutti gli altri personaggi femminili – risponde all’ANSA il regista – sono interessanti, complicati, molto fuori dagli archetipi, giocano con gli archetipi rompendoli continuamente. Modesta è un caso unico nella letteratura italiana, rarissimo anche nell’audiovisivo. Va oltre la modernità, questa donna poco edificante è molto più avanti di noi anche adesso”. C’è un femminile diverso da raccontare, “un femminile pieno di difetti che solitamente si riscontrano nei personaggi maschili, nei grandi antieroi. Modesta per una volta è una donna senza sensi di colpa», aggiunge il regista impegnato che ha scritto con Velia Santella, Francesca Marciano, Luca Infascelli, Stefano Sardo.

Terza volta da regista a Cannes (con Miele ed Euforia, entrambi presentati a Un certain Regard), Valeria Golino racconta di essere “carnale nei confronti degli attori, li coinvolgo, li abbraccio, li strattono, in buona fede ma in un modo che forse non si potrebbe fare, per questo mi autodenuncio”. Jasmine Trinca, una mamma superiora sensuale e rosa con desiderio, spiega che “Leonora è uno specchio di Modesta. Vorrei che gli spettatori, i più giovani, non vedessero L’Arte della Gioia come un evento di rottura, ma di completamento acquisito della storia del femminile, potessero guardarla non come la guarda mamma Leonora, impossibile da autorizzare stessa a desiderare. Gli uomini hanno un privilegio incarnato, nel possibile e legittimo, le donne devono coglierlo”. Nils Hartmann, vicepresidente esecutivo di Sky Studios Italia, parla della serie come di un “simbolo di Women Empowerment”, di emancipazione, che Golino ha pubblicamente ringraziato: “l’unica casa a cui abbiamo pensato subito”. C’è un affresco storico, la Sicilia del Novecento, “il mondo delle caste che cambia, un’atmosfera nuova in contrasto con la nobiltà ancorata all’antico”, echi di Leopardi “nel mio DNA”, dice ancora Golino. Nel cast di questo “inno alla libertà, all’autodeterminazione ma anche al dissenso e alla disobbedienza” ci sono anche Alma Noce, Giovanni Bagnasco, Giuseppe Spata

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