“Ho pensato di buttarmi dalla finestra, convinto che la mia carriera fosse finita”. In piazza San Giovanni a Ragusa, il giornalista Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, racconta uno dei momenti più drammatici della sua vita. Ha rivelato al pubblico del festival “A Tutto Volume” il momento di sconforto vissuto durante un’inchiesta del 2014 sull’amministrazione veronese. L’allora sindaco di Verona, Flavio Tosi, lo accusò di aver costruito un falso dossier con i fondi neri della Rai, chiedendo provvedimenti disciplinari nei suoi confronti. Sebbene Tosi sia stato poi condannato per diffamazione, Ranucci non ha potuto evitare le pressioni e i giudizi pesanti che lo circondavano.
“Ho avuto un brutto pensiero – ha confessato Ranucci, tornando a parlare di quel momento drammatico – ho pensato di buttarmi dalla finestra per quanto mi sentivo male. Le reazioni che avvennero in quel momento furono molto dure nei miei confronti, ero veramente convinto di aver concluso una carriera che doveva ancora decollare. È stato un momento davvero difficile della mia vita, il più complicato”. In quel momento critico, è stata una telefonata del figlio a salvarlo, facendolo riflettere sull’importanza della vita e a non arrendersi.
Nel corso dell’incontro, il giornalista ha risposto alle domande del magistrato Bruno Giordano, parlando della sua carriera giornalistica e delle molteplici inchieste che ha condotto negli anni, tra cui quella sull’utilizzo del fosforo bianco. E sulla questione dedicata al servizio pubblico, Ranucci non ha avuto dubbi: “Manteniamo il servizio pubblico. Ero libero di fare il mio lavoro, ma posso dirti che se qualcuno vuole essere libero può farlo perché credo che l’indipendenza sia uno stato dell’anima”. E le indagini? “Sono la cosa più emozionante della mia vita”, ha detto, parafrasando un aneddoto. E ha concluso: «Le inchieste giornalistiche sono un po’ così, la necessità di trasformare la necessità in un punto di forza e di resilienza».
Ranucci ha presentato il suo libro “La Scelta” edito da Bompiani.
