scoppia la polemica sul segno discriminatorio della palestra – .

scoppia la polemica sul segno discriminatorio della palestra – .
scoppia la polemica sul segno discriminatorio della palestra – .

Online in molti sottolineano il sessismo del cartello: perché questi comportamenti irrispettosi vengono attribuiti solo alle donne?

“Sono Sono ammesse solo donne colte ed eleganti“: con queste parole una palestra ha aperto un dibattito sulla discriminazione prevalente in Corea del Sud. Infatti la struttura ha messo un cartello con scritto “L’accesso agli ajumma è vietato”, termine che indica le donne di mezza età, ma che ha anche una connotazione dispregiativa. Nel giro di poco tempo la polemica montò, mettendola in discussione sessismo e stereotipi.

Come è iniziata la storia
Al centro del dibattito c’è un cartello appeso in una palestra di Incheon, città coreana vicino a Seoul, la cui foto è finita sulla piattaforma online Blind, diventando virale. Sul cartello si legge la parola “ajumma”, genericamente usata per donne mature. Secondo BBCil termine indica che ne ha lasciati trenta indietro. La parola non ha solo una connotazione personale, ma viene usata anche per chi si comporta in modo scortese o dispettoso (e infatti viene evitata in contesti formali). Secondo L’araldo coreano, la palestra ha anche pubblicato un secondo cartello con otto criteri per chiarire cosa si intende per ajumma. Comportamenti estranei all’età o allo stato civile come “sedersi nei posti riservati alle donne incinte sui mezzi pubblici”, “ripetersi” o “essere parsimoniosi con i propri soldi ma non con quelli degli altri”.

La risposta della palestra
Intervistato dall’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap, il locale ha giustificato la decisione di limitare l’accesso alle “donne colte ed eleganti” spiegando che i clienti più anziani “Hanno trascorso un’ora o due negli spogliatoi a fare il bucato e hanno rubato oggetti come asciugamani, saponi o asciugacapelli” e che “commentava e giudicava i corpi degli altri”. Comportamenti che avrebbero costretto molte ragazze ad abbandonare la palestra. Ma se la storia di una piccola palestra è diventata virale non è certo un caso. Il cartello riaccende un vecchio dibattito sull’intolleranza della società coreana: sempre più strutture pubbliche limitano l’accesso a gruppi particolari, come bambini e anziani. Nella sua corsa verso la modernità, la Corea del Sud deve fare i conti con tradizioni e rigide norme sociali. Portare i capelli corti, ad esempio, è generalmente disapprovato dalle donne, così come vivere da nubili. Online molti sottolineano il sessismo del cartello: perché quei comportamenti irrispettosi vengono attribuiti solo alle donne? “Gli uomini più anziani si comportano allo stesso modo – ha spiegato in un’intervista televisiva il professore di psicologia Park Sang-hee JTBCpoi ripreso da BBC -. Anche gli uomini più anziani sono ossessionati dalle cose gratuite e ripetono sempre le stesse cose. Il comportamento scortese non è esclusivo delle donne mature.

 
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