è la prima scelta se Italiano lascia – .

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ROMA – La doverosa premessa è che Daniele de Rossi non ha dubbi: vuole continuare a fare bene con la Roma e spera che i Friedkin decidano di rinnovargli il contratto in scadenza il 30 giugno. Roma e Roma sono la sua casa: lo erano da giocatore e lo sono ancora di più adesso da allenatore, visto che a Trigoria passa più o meno 12 ore al giorno. Basti pensare che martedì, dato il tempo libero alla squadra, è stato al Fulvio Bernardini dalla mattina alla sera per studiare il Lecce e analizzare le sue condizioni in vista dei prossimi impegni. Ma non è sicuro che De Rossi resterà l’allenatore della Roma, così come non è sicuro che Vincenzo Italiano resterà l’allenatore della Fiorentina. COSÌ qui le strade di Daniele e del club viola potrebbero incrociarsi. COME? Perché? L’idea è quella di Nico Burdisso E Daniele Pradè, gli uomini a cui Rocco Commisso ha affidato sempre più la Fiorentina dopo la scomparsa del direttore generale Barone. Gli uomini di mercato che da tempo seguono l’allenatore della Roma con stima e curiosità, incuriositi dal suo stile, dal suo carattere e dalle idee chiarissime che aveva già da giocatore. Entrambi conoscono molto bene De Rossi come calciatore, come persona e ora lo stanno scoprendo come allenatore. E a loro piace davvero quello che vedono.

De Rossi, la prima scelta

Per questo, più o meno informalmente, hanno fatto sapere al tecnico della Roma che, se non rinnovasse in giallorosso e l’Italiano prendesse un’altra strada, sarebbe la prima scelta della Fiorentina. È uno scenario possibile? SÌ. Facilmente realizzabile? No perché De Rossi a Roma non solo sta bene, ma anche lui sta andando alla grande. E non si capisce perché Friedkin e Lina Souloukou non dovrebbero rinnovargli il contratto se dovesse superare indenne questo importantissimo ciclo di partite tra campionato ed Europa League. Ma le vie del calcio sono infinite, Daniele avrà molto da giocare nelle prossime settimane e poi tutto potrà succedere. Anche che la proprietà decida di puntare su altro e che De Rossi si trovi costretto a cercare un’altra soluzione. È aperto a ogni possibilità ma, prima di tornare in Argentina ad allenare il Boca (lo farà, prima o poi, di sicuro) o di andare all’estero, vorrebbe tornare a giocare in Serie A. Firenze rappresenterebbe una soluzione ideale: vicino casa, con un progetto giovane e ambizioso, un centro sportivo all’avanguardia e dirigenti che conoscono e rispettano.

De Rossi a Firenze: un’idea lontana

Si gioca il futuro dell’italiano, sia alla Fiorentina che in uno dei club che lo seguono (come il Napoli): qualificazione – almeno – alla prossima Europa League, con un posto in campionato o con la vittoria in Serie A. Conferenza, obiettivo prioritario convincere la società a puntare ancora su di lui e questo al di là della clausola. Se ciò non accadesse, a quel punto qualsiasi scenario sarebbe possibile. E In pole ci sarebbe De Rossi per riempire il vuoto in panchina. Del resto Pradè non ha mai nascosto la sua ammirazione per lui e già quattro anni fa aveva fiutato l’affare cercando di portarlo a Firenze per sbaragliare la concorrenza. L’idea giusta al momento sbagliato: Commisso ha etichettato la notizia come “fake news” per confermare Iachini sulla panchina viola. Ma alcuni amori non finiscono mai, fanno tournée immense e poi ritornano (citazione che non piacerà ad Antonello Venditti, romanista e “derossiano”). COSÌ Pradè e Burdisso sono pronti a cogliere l’occasione se dovesse presentarsi. E questa volta con il possibile benestare del presidente che, tra l’altro, ha apprezzato anche la presenza di De Rossi alle pompe funebri dell’amico Joe.

De Rossi, un tecnico maniacale

De Rossi intanto sì concentrato su questo finale di stagione con il suo club. «La Roma è qualcosa che ti porti dietro, lo dico ai giocatori Nella mia squadra il coraggio non deve mai mancare. I tifosi sono il motore che ci muove, ogni giorno. Per quanto riguarda il Boca che ha lo slogan “Il Boca è fantastico per la sua gente”, credo che lo sia anche per la Roma”.. Parole di un tifoso della Roma, arricchite dalla voglia di dare il massimo come allenatore. «Trigoria è migliorata tantissimo, abbiamo tutto quello che serve, è un centro sportivo all’avanguardia. E questo grazie all’impegno della proprietà, all’attenzione e agli investimenti della famiglia Friedkin per questo club”.lo ha dichiarato nel corso del Business Club tenutosi ieri a Trigoria. «L’allenatore deve essere ossessivo. Ho sempre saputo di fare questo lavoro, ma ho iniziato a dirlo alle persone a me vicine negli ultimi 5-6 anni della mia carriera. Poi Non è facile fare questo lavoro: una cosa è essere un giocatore tatticamente intelligente, come lo ero io, un’altra cosa è trasferire quei concetti da un allenatore ad altri giocatori, cercando di coinvolgerli”. Ci sta riuscendo, ed è uno dei motivi per cui piace così tanto ai viola.

 
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