“Siamo dispiaciuti ma non distrutti, la corsa è ancora lunga” – .

Non era la solita Roma, c’era anche un po’ di brillantezza sotto porta. Oggi la palla faticava ad entrare. Come leggi questa gara?

“Quello che hai detto è corretto. Forse siamo stati meno brillanti delle altre volte, ma avevamo davanti una squadra che ha giocato bene. Ti fanno sembrare meno brillante perché allungano le distanze quando sei sotto pressione, fai fatica a prenderli perché si muovono tanto, cosa che ci aveva contraddistinto, quasi sempre.

Sotto porta capita (di essere meno brillante, ndr): abbiamo vinto partite in cui eravamo quasi perfetti sotto porta, e forse l’avversario aveva tirato un po’ di più. Oggi è andata così. Complimenti al Bologna, perché non ha rubato nulla, ha fatto quello che ha voluto. Abbiamo visto i numeri, è stata una gara abbastanza equilibrata. Soprattutto nel primo tempo, sullo 0-0, siamo riusciti a renderci pericolosi davanti a loro. A volte, sbloccarlo ti dà quella marcia in più, quell’energia che forse stavamo per perdere.

Per quanto riguarda il nervosismo, un po’ c’era. Non possiamo innervosirci tanto per un cartellino giallo sbagliato (a Paredes, ndr), perché sicuramente non era giusto. Ma prima di tutto non è per questo che abbiamo perso e non possiamo lasciarci innervosire: unito al gol subito subito dopo, ci ha portato un po’ fuori strada. Ma poi i ragazzi si sono esibiti fino alla fine”.

Può esserci stanchezza mentale?

“No, perché sarebbe grave. Siamo adulti, siamo esperti, facciamo questo lavoro da molto tempo, siamo abituati a gestire le emozioni positive e dobbiamo essere abituati a gestire anche quelle negative. Negli scontri diretti fino ad ora eravamo stati bravi. Venivamo da una serie di partite abbastanza difficili e le avevamo gestite bene dal punto di vista nervoso.

Non abbiamo fatto una partita eccezionale e nella ripresa sull’1-3 siamo sembrati inferiori al Bologna, ma per il resto della gara e delle occasioni credo che ci fosse equilibrio”.

Dal punto di vista mentale vi siete lasciati un po’ trascinare verso un dispendio energetico eccessivo.

“Sì, ero un calciatore, è vero che ogni tanto ti innervosisci, ma non deve influenzare il tuo modo di stare in campo e la tua prestazione in partita. Anche se poi, guardando i numeri e la prestazione, eravamo dentro la partita. Forse meno bene del solito, ma non si sono arresi, non sono ‘scesi’ del tutto, come dicono a Roma.

Se vogliamo essere perfetti, se vogliamo continuare questa rincorsa, che per quanto mi riguarda è iniziata tre mesi fa, dobbiamo essere bravi a gestire i momenti. E non solo dal punto di vista del nervosismo, perché l’arbitro dà il cartellino giallo: una squadra esperta deve essere capace di non subire gol al 44′ e, dopo il 2-1, rendersi conto che l’inerzia della partita è stata dalla nostra parte e avremmo avuto tempo per provare a pareggiare, mentre il 3-1 praticamente ci ha ucciso.

Non posso dire loro nulla, se non che si commettono errori e che cercheremo di migliorare. L’atteggiamento che ha avuto, più nervosismo o meno nervosismo, era il solito dei ragazzi che conosco e che devo sempre ringraziare”.

Quanto è importante aver recuperato un giocatore come Azmoun?

“Abbiamo degli attaccanti molto importanti, diversi tra loro. Tammy ha giocato una partita onesta, a volte dopo un infortunio così lungo sei meno brillante: ci sono degli alti e bassi quando rientri.

Azmoun è tornato da poco, quindi non ho pensato che fosse il caso di inserirlo subito. Sapevo che avrebbero fatto una staffetta. Sono contento che sia andato avanti, perché per noi è un giocatore importante e di qualità. È diverso dagli altri due attaccanti e ci sarà molto utile, così come lo è Tammy, che giovedì si è sacrificato tantissimo”.

Come gestirai le energie tra Udine, Napoli e l’impegno con il Leverkusen?

“Non abbiamo avuto molto aiuto per quanto riguarda la gestione energetica, ma questa è un’altra questione: non ci torneremo più. Andare a giocare venti minuti non è una questione di energie. Probabilmente faticheremmo fisicamente più allenandoci a Trigoria, ma mentalmente sia il viaggio che il fatto di preparare un’altra partita dopo appena due giorni non sarà facile. Ma facciamo finta che sia una partita di Europa League, che si gioca sempre di giovedì, e andiamo.

Abbiamo perso una partita e ne usciamo delusi ma non distrutti. La corsa è ancora lunga, per quanto riguarda il campionato, e lo stesso vale per la coppa. Ora mancano due battaglie prima di raggiungere la finale. Giochiamo contro una squadra imbattuta. Forse l’unico imbattuto al mondo. Sappiamo che sarà difficile, ma siamo molto positivi, a parte il risultato di stasera”.


Quanto ha paura l’Atalanta della corsa alla Champions League?

“Temiamo e rispettiamo tutti. Sono indietro, hanno un punto in meno e hanno un gioco che recupereranno a fine campionato, una volta finite le partite. Sappiamo che sarà una strada difficile, lo è stata fin dall’inizio. Il nostro problema non sono i punti che ci separavano dal quarto posto in classifica, ma quante squadre avevamo davanti.

Quando hai tante squadre davanti, hai anche una squadra speciale come il Bologna, che fa questa lunghissima corsa, l’Atalanta che è tornata in corsa e la stessa Lazio che è a 3 punti. C’è. Dobbiamo correre, mancano poche partite, tutte difficili. Sapevamo che avremmo dovuto affrontare tutti squadre di altissimo livello. A volte va bene, a volte devi fare i complimenti al tuo avversario.

 
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