“Una giornata di festa che deve unire tutti. Antifascismo, democrazia, lavoro, pluralismo, idee, valori irrinunciabili” – PRIMA Deutsche Bank

“Una giornata di festa che deve unire tutti. Antifascismo, democrazia, lavoro, pluralismo, idee, valori irrinunciabili” – PRIMA Deutsche Bank
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“Il 25 aprile è un giorno di festa che deve unire tutti. Antifascismo, democrazia, lavoro partecipativo e dignitoso, pluralismo di idee, partecipazione sono valori irrinunciabili, alla base della nostra Carta Costituzionale e della Repubblica. Dobbiamo continuare a trasmettere questi principi ai giovani senza divisioni, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, nella società, nei mass media”.

Lo scrive sui social il leader della Cisl Luigi Sbarra in occasione dell’anniversario della Festa della Liberazione.

Andrea Battistini, 25 aprile: tra passato, presente e futuro

La Giornata della Liberazione dal nazifascismo è un anniversario importante per trasmettere alle nuove generazioni la memoria della nostra storia contemporanea e mantenere vivi i nostri valori, riconosciuti e garantiti dalla carta costituzionale: democrazia, libertà, uguaglianza e solidarietà.

Valori che non dovrebbero mai essere dati per scontati, soprattutto in un periodo storico come questo caratterizzato da nuove sfide globali, guerre, carestie, violazione dei diritti umani, autocrazie in molte parti del mondo, compresa l’Europa.

Valori che possono essere difesi e garantiti se, oltre alla memoria, si condivide, si costruisce e si diffonde un’idea e una prospettiva di futuro comune che non può più limitarsi ai confini nazionali.

Non si può dunque parlare del 25 aprile, se vogliamo renderlo attuale nei suoi valori identitari, senza parlare dell’Europa e di quel progetto, di quella visione, che già nel 1941 immaginava gli Stati Uniti d’Europa.

Autorevoli e condivisibili gli appelli da più parti a rafforzare e considerare l’Unione Europea in una prospettiva non solo geografica, ma di valori comuni, identità e futuro: dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a Mario Draghi, a Papa Francesco che invita l’Europa a ritrovare se stessa e ad essere se stessa.

L’auspicio è che questa giornata non sia l’occasione per alimentare ulteriori divisioni, come purtroppo è già accaduto nel recente passato, o strumentalizzazioni, ma un’occasione per ripensare il nostro futuro, facendo tesoro della nostra storia.

Un futuro comune, non solo nazionale, che nasce da una visione nata in uno dei momenti più bui della nostra storia.

Spinelli è l’autore, insieme a Ernesto Rossi, del Manifesto di Ventotene, redatto nel 1941 mentre erano al confino come oppositori del regime fascista e considerato uno dei testi fondatori dell’Unione Europea.

Il Prof. Mario Albertini (I Quaderni di Ventotene – Istituto di Studi Federalisti «Altiero Spinelli» Ventotene, 1991) ha sostenuto che “nonostante il carattere sempre più unitario del processo storico, che rende il mondo sempre più uno, l’intero processo politico è scarsamente guidato dalla classe politica e rimane quasi esclusivamente rivolto ai cambiamenti da introdurre nella propria nazione, come se anche questo bastasse per risolvere grandi e drammatici problemi di dimensione continentale e globale. Anche la pace in questa prospettiva è concepita come un obiettivo raggiungibile con una pura e semplice somma di politiche nazionali.
Spinelli si schierò dalla parte opposta.
Quando, alla fine della seconda guerra mondiale, si trattò di scegliere l’orientamento con cui preparare il futuro, i partiti indicarono la via nazionale e scelsero come obiettivo prioritario la ricostruzione delle nazioni.
Spinelli, praticamente da solo, indicò la via europea e scelse come obiettivo prioritario la costruzione dell’Europa, da perseguire non con procedure di politica estera, ma con una lotta democratica di carattere sovranazionale e costituzionale.
Aveva combattuto il fascismo ed era stato in prigione per questo; non aveva fatto i conti con nessuno, era pronto a combattere da solo, e lanciò la sua sfida.”

I fatti hanno permesso di stabilire che il superamento dei confini nazionali è una scelta possibile e necessaria.

È purtroppo ancora attuale la riflessione critica del Prof. Albertini sui limiti e sulle resistenze delle classi politiche nazionali ad ampliare la propria prospettiva e riscoprire identità e valori in una dimensione sovranazionale, libera da populismi e particolarismi opportunistici.

L’Unione non mette in discussione i fondamenti dell’identità nazionale, come purtroppo spesso è rappresentata da chi ha responsabilità politica, ma la tutela a condizione che gli Stati non violino i principi alla base dei diritti umani e dell’equilibrio dei poteri.

La spinta verso l’Unione Europea nasce dal desiderio di evitare gli orrori delle guerre che avevano colpito il mondo e l’Europa, soprattutto nella prima metà del Novecento.

Non dobbiamo, né possiamo, dimenticarlo.

Il 25 aprile ce lo ricorda, la storia ci indica la strada.

Un percorso che stiamo seguendo, seppur lentamente e con difficoltà.

Il Mahatma Gandhi disse “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.”sollecitare le persone ad ampliare la propria prospettiva verso obiettivi e possibilità di cambiamento che riguardano la comunità, promuovendo azioni che favoriscano la formazione di una coscienza collettiva.

Il nostro futuro è nelle nostre mani.

Andrea Battistini
Segretario generale della Prima Cisl Lombardia

 
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