Velasco, “Egonu come Maradona, ma senza privilegi. Egonu-Antropova? Non accetto di creare dualismi” – Volleyball.it – .

Velasco, “Egonu come Maradona, ma senza privilegi. Egonu-Antropova? Non accetto di creare dualismi” – Volleyball.it – .
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MILANO – Velasco segna un punto. Alla consueta narrazione della stampa generalista che vede in Egonu e Antropova non una risorsa della nazionale femminile ma un motivo di dualismo da usare nei titoli dei giornali.

Certo è un paragone facile anche per noi media specializzati, ma non può essere motivo di ossessione o di riduzione all’uno solo contro l’altro. In chiave olimpica gli avversari sono altri, Vargas, Boskovic, Thompson e mille altri.

Julio Velasco quindi non ci sta. In occasione della giornata di “Il Foglio Sportivo” A San Siro, il tecnico azzurro ha svelato le intenzioni della Nazionale femminile di pallavolo che cerca il pass per le Olimpiadi nella prossima VNL di Antalya: Tra le certezze (“Ci saremo a Parigi 2024, i quarti di finale saranno il crocevia tra successo e fallimento”) e chiarimenti (“Non parlerò mai del dualismo Egonu-Antropova, conta la squadra”), l’allenatore argentino paragona Egonu a Totti e Maradona: “Ma solo il campo non ha privilegi.”

Questa è l’intervista a Alberto Brandi per Sportmediaset.

Julio Velasco, a metà maggio è in programma la VNL, diventata porta d’accesso alle Olimpiadi per la Nazionale femminile di pallavolo che lei allena. Ci arriveremo a Parigi nel 2024?
“Penso che ci siamo arrivati, so dal presidente del CONI Malagò che le aspettative sono tante. Non è la prima volta che alleno la Nazionale femminile: mi piace ricordare che nel ’97, dopo aver terminato il ciclo maschile con l’argento ad Atlanta 96, accettai la sfida con le donne. Tutti mi dicevano che quello che era stato fatto con gli uomini era impossibile da replicare. Rimasi solo un anno, ma lo staff che lasciai poi si qualificò per la prima volta alle Olimpiadi, vinse un Mondiale con Bonitta e così via. Adesso la situazione è diversa, il movimento femminile è cresciuto molto con grandi giocatrici, un’ottima organizzazione ed è giusto che chiediamo una medaglia”.

Proviamo ad immaginare la qualificazione, quale sarà il nostro ostacolo principale? “C’è una partita che è la più stressante per le squadre favorite: i quarti di finale perché puoi incontrare una squadra che ha tutto da perdere e che ha meno pressione di una che ha tutto da vincere. È il crocevia tra il fallimento e la gloria.”

Il tuo ruolo principale sarà quello di pacificare uno spogliatoio che ritroverà giocatori messi da parte dal tuo predecessore Mazzanti, a cominciare da Paola Egonu? “Non sono a conoscenza di spaccature nello spogliatoio. Penso che sia finito un ciclo e in questa situazione i conflitti aumentano vertiginosamente. E’ una cosa che non mi preoccupa. Gli avversari, Brasile, Serbia e Turchia, mi spaventano di più. Quello che dico pubblicamente è che chi pensa che l’unico problema potesse essere l’allenatore si sbaglia. Ci sono molte cose da cambiare. E di solito sono io a cambiare le cose…”.

Parliamo di Egonu. Hai sempre detto che i giocatori non sono tutti uguali. Paola potrebbe avere un trattamento diverso? “Nessuno è uguale a un altro. Non ci sono privilegi per questo, ma sì, ci sono delle differenze. Come può essere successo con Totti, Platini o Maradona, non si può pretendere che Egonu viva la stessa vita dei suoi compagni, tra attenzioni, agenti, sponsor e tutto quello che le gira intorno. Ma niente favoritismi, quando arriva il momento di allenarsi e giocare lì tutti devono dare il massimo. Fuori dal campo… la libertà va concessa, gli atleti importanti sono personaggi come non lo sono mai stati in passato. È importante che nel gestire queste grandi figure non si abbia paura. Il leader non deve avere paure”.

Quindi Egonu come Totti, Platini e Maradona? “È una giocatrice molto forte ed è un’icona. Questo è un fenomeno di cui bisogna tenere conto. Anche dai suoi compagni. Ma non può essere utilizzato oltre ciò che già è. Se Egonu gioca peggio di un compagno di squadra, non gioca. E chi prende questa decisione non deve avere paura”.

Inevitabilmente si arriva ad Antropova, l’opposto di Scandicci del 2003 che si contende il posto da titolare con Egonu. “Stiamo seguendo una brutta strada. Mi rifiuto di ridurre tutto al dualismo Egonu-Antropova. Non girerò intorno ai nomi. Voi della stampa farete così, rispetto il vostro lavoro, ma sono chiaro fin dall’inizio: non risponderò mai sull’argomento. Siamo l’Italia al femminile. Punto. Siamo una squadra, dobbiamo parlare di un gruppo che deve ottenere grandi risultati. Tutti i nostri pensieri devono essere rivolti alla vittoria senza pensare ad altro”.

 
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