F1 – F1, la Ferrari non vuole un pilota e mezzo – .

F1 – F1, la Ferrari non vuole un pilota e mezzo – .
F1 – F1, la Ferrari non vuole un pilota e mezzo – .

IL caposquadra dal Ferrarial secolo Signore Federico Vasseur, sembra aver convinto anche i fan più critici. La ricetta sempre esilarante Fred Credo che possa basarsi su due principi: idee chiare e un ambiente pacifico. Diciamo la verità: all’indomani dell’annuncio ufficiale del suo arrivo, in molti (me compreso) è rimasta la spiacevole sensazione di una scelta “di ripiego”. Non trovando niente di meglio e per ovvi motivi non volendo più continuare Mattia Binotto, andiamo all’usato in attesa di tempi migliori. Qualcosa di esemplificato in molti ambiti della vita.

Quando Vasseur è arrivato al Ferrari non ha trovato le macerie, come è accaduto ad esempio ad un altro denominato transalpino Jean Todtagli inizi degli anni Novanta con un reparto tecnico molto indietro rispetto alla concorrenza, ma sicuramente Fred non ha trovato un buon “clima”. L’epoca doveva essere superata velocemente e archiviata Binotto (nello specifico, Binotto alla guida della Scuderia), caratterizzato da una sola monoposto competitiva, quella buona comunque F1-75almeno per mezzo mondo, vedi la voce 2022. Un’auto capace di accendere l’immaginazione sostenitori finché tutto andò a puttane.

Mandato in cui erano presenti una serie imbarazzante di errori, soprattutto a livello strategico, il tutto condito da un modo di agire pungente che aveva alienato non solo gran parte delle “simpatie” all’interno dei vari dipartimenti, ma anche quella dei Leclerc, per ovvi motivi che qui non ripeteremo né richiameremo. Il problema di Vasseur però era anche un’altra cosa: aveva ricevuto una monoposto F1 chiavi in ​​mano. E non poteva fare altro che sperare che le cose andassero bene, perché alla fine non era possibile cambiare radicalmente le sorti della SF-23.

Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) a bordo della SF-23 – GP d’Olanda 2023

Sappiamo però, ora in retrospettiva, che la monoposto in questione era in realtà una sfortunata vettura da lui collezionata pole position ma si è sciolto in gara. Tuttavia c’era almeno un aspetto positivo. Riuscire cioè a capire dove intervenire e poi pian piano migliorarlo. Tanto che il SF-24 nasce dalle fondamenta di, chiamiamolo così, SF-23B. Ora, è ovvio che Vasseur non aveva intenzione di progettare l’auto di quest’anno. Non ne ha le competenze (anche se ha un background tecnico da ingegnere) e il ruolo di TP è un ruolo eminentemente “politico”.


F1, la Ferrari sa come gestire due potenziali campioni del mondo

Il nostro però, molto segretamente, ha cominciato a dare fiducia ad alcuni per poi toglierla ad altri. Chirurgicamente, in un modo o nell’altro hanno detto addio a quelli che considerava gli anelli deboli e nel frattempo ha iniziato una campagna acquisti a livello tecnico, culminata (per ora) con i fuochi d’artificio di Lewis Hamilton. Quasi geniale Newey non diremo nulla, perché credo che ci sia ancora molto da scrivere e da dire. Ciò nonostante Adriano si “diverte” a firmare bandiere Ferrari. Recentemente intervistato, il caposquadra dal Ferrari non ha né smentito né, ovviamente, confermato.

Quindi vuol dire che c’è un po’ di grasso, mettiamola così. Fidati di me. In ogni caso, il punto è che, dopo un momento di inevitabile “ambientamento”, il nuovo team principal del Ferrari cominciò ad agire in modo chiaro e preciso. E, finora, i fatti gli danno ragione. Altro punto: un ambiente tranquillo. Non vedevo facce così felici da molto tempo scatola della rossa. Può sembrare scontato dirlo, ma ovviamente se ti trovi bene in un ambiente lavorativo, se non ti senti perennemente sotto esame, se non ci sono fazioni in lotta tra loro, ti senti meglio e rendi meglio.

Frederic Vasseur e Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) festeggiano sul podio del GP di Monaco 2024

Spesso dimentichiamo che il F1 è fatto di molta tecnologia ma, alla fine, ci sono gli esseri umani che portano a termine tutto quel lavoro. Al contrario, un ambiente poco sereno non è garanzia di successo anche con mezzi superiori. E’ proprio così Toro Rosso, che esplose in una serie di fazioni interne scoppiate quando lui era al vertice, sembra quasi un libro di testo. Sarà un caso, ma fino ad oggi nessuno avrebbe potuto prevedere, all’inizio del mondiale, una squadra così attaccabile e “umana” dopo le accuse piovute addosso Horner e la sua regolazione interna dei “conti”.

Per quanto mi riguarda, non penso questo Verstappen avrà difficoltà a riconfermarsi campione del mondo. È però anche vero che da qualche gara stiamo assistendo ad un altro campionato del mondo. Tornando al nostro, credo che sotto l’aspetto bonario, Federico Vasseur è abbastanza pragmatico, deciso, ma anche non troppo pervasivo e accentratore (come invece è avvenuto con Binotto). E credo che questa sia la ricetta giusta, se i tecnici saranno all’altezza, per riportare in auge il Ferrari permanentemente al vertice. Per concludere, permettetemi di affrontare una questione che suscita non poca curiosità.

La futura coppia di piloti che, a bordo delle vetture italiane, affronterà il mondiale 2025. Da un lato, il bambino cresciuto e nutrito dalle “mammelle” del Cavallo; dall’altro, mister Seven Titles, monumento vivente alla gloria della velocità. Due talenti in fasi distinte della loro carriera, pronti a condividere il box sui circuiti di tutto il mondo.
Proiettandosi al futuro, c’è chi prevede giorni tumultuosi qualora la prossima creatura italiana riuscisse a contendersi il titolo. Tuttavia Vasseur non condivide queste preoccupazioni. Infatti, afferma con sicurezza che “ottieni più punti con due piloti che con… uno e mezzo“.

un sorridente Frederic Vasseur (Scuderia Ferrari) osserva la squadra dall’hospitality – GP Monaco 2024

Il “mezzo pilota” no Carlos, nessuna balestra verso gli spagnoli. “Non appena uno dei due subisce un leggero calo di prestazione, l’altro prende il comando“, afferma Fred, alludendo all’attuale coppia di piloti. “Ed è così dall’inizio dello scorso anno“, conclude l’ manager Di Draveil. D’altra parte, spingersi a vicenda non fa mai male F1, purché il “decoro della prestazione” rimanga intatto. In estrema sintesi, potremmo parafrasare il pensiero del prete di campagna in questo modo: meglio due galli nel pollaio che una gallina sottomessa, costretta a soffrire.


Autore: Mariano Froldi@MarianoFroldi

Immagini: Scuderia Ferrari

 
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