Jannik Sinner & Carlos Alcaraz, all’alba della nuova era – .

Il Roland Garros è finito e i primi sei mesi di tennis – o quasi – della stagione 2024 sono trascorsi. E l’indicazione è molto semplice: Carlos Alcaraz e Jannik Sinner hanno monopolizzato la scena. Lo hanno fatto vincendo i primi due Slam della stagione; e ci sono riusciti – dettaglio non da poco – a far mancare sostanzialmente la terra rossa per tutto il calendario o quasi. Sì, perché l’assenza di Carlitos da Montecarlo, Barcellona e Roma e quella di Jannik sostanzialmente da Montecarlo in poi hanno lasciato un vuoto di potere che non è stato colmato. Un vuoto amplificato dalla stagione complicata dell’ex numero 1 del mondo Novak Djokovic; un vuoto che i principali contendenti al nuovo duopolio del tennis mondiale che si sta formando – Medvedev, Rune, Zverev, Tsitsipas e così via – hanno diviso qua e là, senza però riuscire a dare la sensazione di essere veri e costanti antagonisti al picchi di Carlitos e Jannik.

I numeri parlano chiaro: la stagione di Sinner è stata finora 33-3, sconfitto sostanzialmente solo dall’Alcaraz sul campo quando contava davvero, cioè la semifinale di Indian Wells e quella del Roland Garros; il terzo ko – quello di Montecarlo – è più un’ingenuità dell’altoatesino che una vera e propria caduta per mano di Tsitsipas. I conti di Alcaraz, tuttavia, sono stati meno dominanti, con un 25-5 caratterizzato dai passi falsi invernali sul suolo sudamericano; e poi dalle prestazioni che da Miami alla vigilia del Roland Garros lo hanno lasciato a lungo alle prese con quei problemi all’avambraccio destro che gli impedivano di esprimere tutta la sua potenza sul dritto. Fastidi che, alla vigilia di Parigi, lo lasciavano nel dubbio. Problemi evidentemente risolti da Alcaraz visto il risultato finale che ha regalato il secondo Slam stagionale.

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Il decimo bivio della rivalità giovanile poi, iniziata da minorenni all’Alicante Challenger del 2019 (Sinner 17 anni, Alcaraz 15) ed esplosa sostanzialmente solo dal luglio di due anni fa a Wimbledon, sembrava davvero un passaggio di consegne. Non tanto per la qualità espressa in campo: tra i due ci sono già state partite migliori. Quanto per l’attesa e il contorno? Attenzione che pubblico e media riservavano in passato ai 3 grandi classici: Federer-Nadal, Nadal-Djokovic, Djokovic-Federer. Ma è in questo senso che Sinner-Alcaraz ha rappresentato l’alba di un nuovo giorno, nella copertura capillare e nell’attesa globale dei media al di fuori dei numeri inevitabilmente drogati di Italia e Spagna, dove Jannik e Carlitos sono evidenti e inevitabili dominatori del discorso . No, è all’estero, sulle pagine dell’Equipe più che sulla stampa americana; per un nuovo dualismo del racket tanto atteso quanto, forse, necessario alla continuità del ‘discorso’. Perché non è facile voltare pagina dopo vent’anni vissuti sulla narrativa dei dualismi, perché tutti avevano e hanno bisogno di Sinner e di Alcaraz affinché la narrazione possa continuare.

Jannik Sinner e Carlos Alcaraz salutano il campo prima della semifinale, Getty Images

Credito fotografico Getty Images

Esiste, tuttavia, una differenza tra un dualismo artificialecreato ad hoc per dare continuità ad un semplice prodotto di marketing; e un vero e proprio dualismo. E la vera fortuna del racket contemporaneo è che quello tra Jannik e Carlitos appartiene al secondo di questi gruppi. Non tanto per il contrasto di stili o l’antagonismo fuori dal campo – anzi da questo punto di vista i due sembrano proseguire molto il discorso avviato da Federer e Nadal – quanto piuttosto per ciò che alla fine conta più di tutto: il verdetto del campo ogni volta che si incrociano. È lì che vengono instillate le vere battaglie; è dai loro numeri stagionali che si vede chiaramente come Sinner e Alcaraz siano diventati seriamente i nuovi n°1 e n°2 del mondo. I problemi fisici (e non solo) di Djokovic – attualmente decimo nella Race e fuori anche dalle ATP Finals – hanno contribuito ad accelerare un processo che era già in fase embrionale dallo scorso anno. Ora, semplicemente, non resta che aspettare. Lascia che il prodotto si sviluppi nel tempo. Già da Wimbledon, però, potremo vederli finalmente opposti solo in una finale teorica. Perché è negli ‘ultimi atti’ che le rivalità trovano la loro piena maturità, nelle sfide che metteranno in palio il titolo. E finora Jannik e Carlitos ne hanno vissuto solo uno, nel ‘modesto’ torneo di Umago nel 2022. Troppo poco per le ambizioni di entrambi. Troppo poco per quello che già è l’alba di una nuova era.

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Roland Garros 2024: dove vederlo in TV e live streaming

Il Roland Garros 2024 sarà trasmesso in esclusiva su Eurosport 1 ed Eurosport 2, oltre ovviamente a Discovery+, la nostra piattaforma streaming con tutti i campi a disposizione a partire dalle qualificazioni del torneo a partire da lunedì 20 maggio alle ore 10:00. Il tabellone principale inizierà domenica 26 maggio con le prime partite del tabellone principale. Solo con la nostra piattaforma digitale live streaming potrai godere della copertura totale dei campi per seguire tutti i tuoi tennisti preferiti con un’offerta unica nel suo genere. Gli abbonati a DAZN, Sky (canali 210 e 211) e Tim Vision avranno accesso anche ai due canali lineari di Eurosport 1 ed Eurosport 2 e potranno godersi il secondo Slam stagionale a partire dal 26 maggio 2024, giorno il torneo di sorteggio inizia principale.

A quanto ammonta il premio in denaro?

Il montepremi del secondo Slam stagionale è aumentato del 7,9% rispetto allo scorso anno: il Roland Garros diventa così lo Slam con il montepremi più alto dopo gli US Open. Passarono Londra e Melbourne. Qui i guadagni dei giocatori girano per turno.

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Montepremi record a Parigi: oltre 53 milioni di euro, quanto va ai campioni?

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Schiaffo al Volo con Roberta Vinci, Jacopo Lo Monaco, Simone Eterno e Fabio Colangelo

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