«Ho perso mio nonno e ho preso il covid, ma ora sono pronto» – .

«Ho perso mio nonno e ho preso il covid, ma ora sono pronto» – .
«Ho perso mio nonno e ho preso il covid, ma ora sono pronto» – .
Tadej Pogacar è nato nel settembre 1998, dopo che Pantani aveva realizzato la doppietta Giro-Tour

Momento della lettura: 2 minuti

Ecco qui Tadej Pogacaril grande favorito in assoluto Giro di Francia 2024. È finalmente arrivato il momento della tanto attesa doppietta con il Giro che mancava dall’estate 1998 con Marco Pantani protagonista?

Sei tu il corridore da battere?
«Dopo il Giro mi sono rilassato ma il tempo è volato, vedremo dopo le prime tappe come sto e come stanno gli altri. Non correrò da solo».

È stato difficile recuperare tra il Giro e il Tour?
«La prima settimana l’ho passata in relax con Urska, poi sono tornata in Slovenia perché avevo perso mio nonno, ma era il minimo che potessi fare. Poi mi sono preso anche il covid, ma mi sono ripreso bene».

È difficile vincere Giro e Tour nello stesso anno?
«Penso di sì, come tutti gli altri. Niente nel ciclismo è semplice. Sono pronto per la sfida e per la battaglia».

Quando hai contratto il Covid?
«Dieci giorni fa, ma mi sono ripreso».

Fa molto caldo al Tour, ti sei preparato appositamente?
È una delle gare più calde, ma ogni anno miglioro sempre di più con il caldo. Non mi piace né il freddo né il caldo, semplicemente. Ma mi sento pronto».

Cosa significa per te la presenza di Vingegaard?
«La nostra rivalità è bella, leggendaria. Amo le rivalità, le rispetto ed è molto bello averlo al via. Se c’è significa che sta bene. Ma questa volta voglio quello giallo. Spero di non commettere nuovamente gli stessi errori delle ultime due edizioni».

Quanto tempo sei rimasto senza guidare?
«Ho superato bene il covid, è passato in fretta. Un giorno si è fermato completamente, però, e qualcuno sui rulli. Niente di drammatico“.

Quanto può essere pronto Vingegaard?
«Non so nemmeno come sto veramente, penso bene ma poi la strada ce lo dirà. Lo scopriremo. Devi credere in te stesso e vedere cosa succede. Non posso sapere davvero come sta lui, vedremo strada facendo».

Come valuti la prima settimana?
«Duro, ma non decisivo. Molti attacchi, ma le montagne sono lontane. Solo in queste prime frazioni potremo farci un’idea».

Che squadra sono gli Emirati Arabi Uniti?
«Con Ayuso, Yates, Almeida e gli altri direi che è uno dei più forti che il Tour abbia mai visto».

 
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