L’erba di Wimbledon è ancora la più verde? – .

L’erba di Wimbledon è ancora la più verde? – .
L’erba di Wimbledon è ancora la più verde? – .

Rimane una superficie anomala: se si stila una classifica dei migliori giocatori sul green degli ultimi anni, si ottiene uno stravolgimento quasi totale rispetto alla normale classifica del circuito. Eppure una partita oggi a Wimbledon offre uno spettacolo totalmente diverso rispetto a una partita di trent’anni fa. Possiamo dire che sono due sport diversi. Sono cambiate le tecniche, gli stili, i materiali e i corpi dei giocatori. Il gioco a rete, che era prevalente all’All England Club, è quasi del tutto scomparso. Eppure, ancora una volta, Wimbledon si sforza di darci l’impressione che nulla di sostanziale sia cambiato nel tennis contemporaneo – con la sua crescita mediatica ed economica – rispetto a quando, ormai quasi centocinquant’anni fa, si giocò la prima edizione del torneo (200 spettatori, 1 scellino il costo del biglietto). In questo è stato aiutato negli ultimi decenni da Roger Federer, una sintesi neoclassica perfetta per il brand del torneo: l’ideale del tennista moderno ma d’annata. Stoico, silenzioso, elegante, capace di scivolare a pochi centimetri dall’erba, senza staccare un solo filo. Federer è stato importante nel tramandare intatto il mito di Wimbledon nel mondo contemporaneo, a differenza di Djokovic, che qui è sempre stato trattato come un antagonista e non si è mai sentito a casa a Londra, nonostante abbia vinto sull’erba solo uno Slam in meno di Roger.

 
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