Tra Rocco Siffredi e Alisa Toaff è fatta pace. Nell’ultimo episodio di Ienela pornostar e il giornalista che lo ha denunciato si sono incontrati davanti alla iena Roberta Rei e si sono confrontati di persona, chiarendo ciascuno le proprie posizioni.
«Le ho chiesto scusa. Purtroppo la giornalista si è trovata nel posto sbagliato, nel momento sbagliato, con la persona sbagliata, perché psicologicamente ero sotto stress da due mesi. Ho perso il controllo, ma non sto facendo la vittima. Ho avuto un momento di crisi”, ha spiegato Rocco Siffredi.
Il giornalista conferma: «Abbiamo chiarito. In breve, io e sua moglie abbiamo passato un brutto momento. È stato un errore, è umano. Ci tengo a precisare: Rocco non mi ha mai toccato fisicamente. Per me quello che mi ha spinto a denunciare sono state le ultime due vocali, le ho trovate gravi, sessiste e comunque denigranti nei miei confronti, sia come professionista che come donna. Ora è tutto finito. Capisco che tu abbia capito l’errore: per me finisce qui”.
L’incontro e il grido liberatorio
In particolare, Siffredi ha spiegato: «Può essere che, come hai detto, sono depresso, può essere che ho dei problemi, ma non ho voglia di curarmi, Non ho voglia di prendere antidepressivi perché penso di essere più forte della depressione, è la verità. Ma evidentemente qualcosa non va e quindi la cosa migliore da fare è fare un passo indietro e provare a ritrovare me stesso”. Dopo questo sfogo, la pornostar si è abbandonata un grido liberatorio e, prima di entrare in bagno, ha preso a calci e pugni il muro.
Ritornato in sé, Rocco Siffredi ha commentato: «sono un idiota. Mia moglie è la persona più importante che ho. Vedere i miei figli dire: “Papà, sei uno stronzo. Quando capisci che ti amiamo? Quando lo capisci?”. Vedere mia moglie è così… non so come spiegarlo. Non ho inventato la serie, la serie è la mia vita. Ho avuto problemi con la mia famiglia, non posso parlare d’altro che della mia vita. È solo che mi dispiace vedere quello che ti ho fatto e quello che ho fatto a mia moglie e ai miei figli.”
E al giornalista: «Perché non possiamo mostrare perché ho fatto questo lavoro qui? Perché mi piace il sesso. Mi sono arrabbiato quando hai detto che sarei andato sul set per sfogarmi. Quella roba mi ha ferito perché è come se sentissi che per 40 anni sono stato un sesso-dipendente. Ti ho inviato quel messaggio vocale esclusivamente perché ero estremamente confuso dentro. E io ho detto: “Ma perché mi hai tradito? Perché? Perché mi scrivi queste cose? Hai bisogno di vendere altri due oggetti?”. È così che l’ho visto.
Ma Toaff è stato chiaro: l’offesa alla sua professionalitàper lei è stato il torto più grave: «Da persona non abituata a quegli insulti, sinceramente, li trovavo denigratori».
