JESI Il conto alla rovescia è iniziato. Il mega hub logistico che Amazon ha deciso di costruire in Vallesina – investimento da 180 milioni di euro; 1000 assunzioni a tempo indeterminato previste in 3 anni – sarà completata e pienamente operativa a metà del 2025. L’orizzonte è stato fissato ieri dall’amministratore delegato di Amazon Italia Logistica Lorenzo Barbo, in un sopralluogo al quale hanno partecipato, tra gli altri, anche il viceministro delle Infrastrutture Galeazzo Bignami e il governatore Francesco Acquaroli.
Il futuro è qui
Una struttura avveniristica estesa su 240mila metri quadrati distribuiti su quattro piani, in cui verranno utilizzate le più recenti tecnologie robotiche del colosso dell’e-commerce. Con caschi, scarpe antinfortunistiche e giubbotti luminosi, ieri è stata la giornata del tour in pompa magna. C’erano tutti: oltre ai suddetti, anche l’intero consiglio di amministrazione dell’Interporto (Massimo Stronati, Roberta Fileni e Gilberto Gasparoni), tre consiglieri regionali (Andrea Antonini, Francesco Baldelli e Goffredo Brandoni), il presidente della Camera dei Commercio Gino Sabatini, il presidente della Provincia di Ancona Daniele Carnevali, il sindaco di Jesi Lorenzo Fiordelmondo. Solo per citarne alcuni. Facendosi da guida, Barbo ha spiegato che in quei locali allestiti in tempi record – il rito della posa della prima pietra è stato celebrato nemmeno un anno fa, il 24 maggio 2023 – verranno smistati i pacchi diretti verso 200 destinazioni diverse. Il magazzino servirà principalmente il Centro-Sud, ma è previsto il collegamento con tutta l’Europa”. Le Marche sono il cuore logistico del Vecchio Continente. Chi l’avrebbe mai detto. «Si tratta dell’undicesimo sito in Italia – ha ricordato Bignami – con valori di automazione e digitalizzazione particolarmente significativi. È un’iniziativa privata, ma la guardiamo con interesse, soprattutto per quanto riguarda la catena del lavoro e la garanzia di tutela dei lavoratori. Ma credo che da questo punto di vista Amazon abbia standard qualitativi elevati”. I livelli retributivi per i primi ingressi si aggirano intorno ai 1700/1800 euro lordi, compreso anche il 14esimo. Ormai una sorta di chimera. Condizioni migliori di quelle che molte aziende locali possono garantire. Tanto che tra gli imprenditori della Vallesina c’è chi teme la diaspora dei propri dipendenti verso la calamita amazzonica. «Abbiamo fatto un’analisi del contesto lavorativo di quest’area prima di scegliere dove realizzare l’hub – calma subito Barbo – e qui c’erano le condizioni ideali per noi, con manodopera disponibile e in linea con le nostre esigenze. Puntiamo a migliorare il trend della disoccupazione”. Niente furti, dunque, promette il colosso dell’e-commerce. E l’auspicio è che possa avere anche un effetto propulsivo per un’area in difficoltà dal punto di vista dello sviluppo economico. In questo senso si sta stringendo un patto tra Regione e multinazionale proprio per creare un legame con le nostre PMI capace di rilanciarle. «Con Amazon c’è un’alleanza per garantire una difesa del Made in Italy contro la contraffazione che penalizza il nostro brand», interviene Bignami. A regime, il centro distributivo avrà un ruolo importante a supporto della rete logistica di Amazon che serve il Centro e il Sud Italia.
L’assist
Questo ci permetterà di incrementare l’offerta prodotti e supportare meglio le piccole e medie imprese che vendono su Amazon.it. In attesa di vedere quanti frutti potranno davvero raccogliere le PMI locali, c’è chi sta già beneficiando della presenza della multinazionale quasi in patria. È l’interporto, una storica cattedrale nel deserto che si avvicina alla svolta: «Ci sono investitori e aziende che sono interessate a venire qui, che chiedono spazi, che chiedono uffici», esulta il presidente Stronati. Non è ancora ultimato e l’hub di Amazon è già diventato il Bengodi made in Marche.
