“Evento fuori dalla realtà. Città sporca e senza visione” – .

“Evento fuori dalla realtà. Città sporca e senza visione” – .
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“Un vero e proprio manifesto disconnesso dalla realtà che dipingeva una Modena sicura, digitale, pulita e smart: la verità è esattamente il contrario”. Sollevando l’opposizione e gli altri candidati sindaci alla presentazione di mercoledì sera del bilancio di mandato del sindaco Gian Carlo Muzzarelli, di cui abbiamo dato notizia ieri. A dare il tono sono Fratelli d’Italia con la capogruppo Elisa Rossini e il coordinatore provinciale Ferdinando Pulitanò: “Continua senza vergogna l’uso personalistico dei media cittadini da parte del Pd modenese. L’altra sera abbiamo assistito ad una trasmissione di scuse al limite dell’imbarazzante che ha visto Muzzarelli e tutta la sua giunta incensarsi, descrivendo una Modena che esiste solo nella loro mente”. Il lavoro portato avanti da Muzzarelli negli ultimi anni, insistono gli esponenti del partito Meloni, “ha reso Modena una città sempre più sporca, caotica, senza una vera visione d’insieme ma soprattutto insicura: è questa l’eredità del sindaco uscente e che Mezzetti ha ha già dichiarato di voler accettare e proseguire”.

Dall’ex ospedale Sant’Agostino alle ex fonderie fino all’ex mercato del bestiame, prosegue Fd’I, “tutti interventi che la città aspetta da decenni e che vengono ricambiati con tante promesse e un sostanziale nulla di fatto. Tanto che solo nell’ultimo mese la Giunta ha messo insieme frettolosamente una serie di delibere che delineano progetti per dare l’impressione di aver fatto qualcosa di buono da presentare in vista della campagna elettorale”. Anche l’ex Amcm “è un’opera incompiuta e anche la parte completata è venuta male: da parco della creatività a terra di nessuno il passo è stato breve”.

Il capogruppo di Forza Italia Piergiulio Giacobazzi è stato tagliente: “La propaganda Muzzarelli&Amici smentita dal programma 2019. Molte promesse tradite. Adesso a Modena togliamo il freno a mano e andiamo avanti”. Tra le promesse “un nuovo disegno del trasporto pubblico imperniato sulla ridefinizione dell’intera rete urbana attorno al polo intermodale della stazione ferroviaria, la tempestiva tariffazione dei rifiuti entro il 1° gennaio 2021, un utilizzo sempre più residuale della termovalorizzazione e un limitato all’autosufficienza territoriale. Una Modena che deve invertire la fuga di decine di migliaia di giovani da una città dove non trovano più le condizioni per vivere e costruire il proprio futuro. Sono solo alcuni punti del programma 2019 dell’allora candidato sindaco Giancarlo Muzzarelli che non solo non sono stati raggiunti ma che definiscono il tradimento di una prospettiva di governo”.

La candidata sindaco Maria Grazia Modena va oltre e parla di «uno spettacolo infelice organizzato dal sindaco uscente per celebrare i fasti di un decennio di amministrazione comunale con una ‘grande squadra’ (qualcuno ricorda più di due nomi degli attuali consiglieri? ), circondato da un parterre di vip festanti, simbolo della nuova posizione elitaria del Pd, da fare invidia a Briatore. Credo che il sindaco Del Monte si sia rivoltato nella tomba davanti a quell’evento. Abbiamo sentito parlare di città ‘aperta’ dal centro alla periferia, ma io visito ogni domenica una città blindata tra centro e periferia, di recupero dell’evasione fiscale, in una città con una nota infiltrazione mafiosa. Abbiamo sentito parlare di trionfo del sociale, ma i modenesi sanno che le Associazioni, tanto per citarne due Aut Aut e Tortellante, pagano l’affitto all’amministrazione comunale?”.

Ma bolide anche da sinistra con il candidato sindaco di Modena che volta pagina, Unione Popolare e Possibile Claudio Tonelli secondo il quale “è chiaro che i dieci anni di governo dell’attuale sindaco ormai al termine del suo mandato rappresentano un macigno con cui chiunque assumerà la carica di sindaco dovrà fare i conti”. Scorrendo “quella sovrabbondanza di punti tutti rigorosamente inseriti sotto la voce ‘cose fatte’, in questa miriade manca una visione complessiva della città, del suo futuro. Nonostante l’occhiolino del titolo della brochure – ‘Modena, in città è già futuro’ – quello che manca è proprio la proiezione verso un orizzonte a cui tendere”. Un esempio? «Si è preferito distribuire in mille rivoli le risorse raccolte con il Pnrr, in modo da accontentare un po’ tutti evitando di guardare alla città nel suo insieme».

Pollice verso anche da parte dell’ex consigliere comunale Vittorio Ballestrazzi: “La Modena che mercoledì sera non c’era alla manifestazione era la Modena delle liste d’attesa chiuse, era la Modena delle periferie insicure e violente, era la Modena delle baby gang che consentire il blocco delle strade pubbliche, era la Modena del cemento, era la Modena dell’aria inquinata, era la Modena dei trasporti pubblici inefficienti, con gli autisti che dovevano barricarsi in cabina e che spendevano più della metà dello stipendio, purtroppo basso, per un appartamento in affitto”.

 
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