Un fatturato, al 2023, di oltre 4 miliardi di euro e circa 15 addetti, tra dipendenti diretti e indotto: sono questi i numeri del settore oleario emersi oggi con il convegno “L’Italia che fa bene”, organizzato a Roma da Assitol , Associazione italiana del settore oleario, nell’ambito delle iniziative per la Giornata nazionale del Made in Italy.
Dall’incontro si evidenzia che l’Italia è il secondo produttore di olio d’oliva al mondo e mantiene la leadership mondiale nel prodotto confezionato. Il consumo interno, invece, è compreso tra le 500mila e le 600mila tonnellate. Secondo i dati dell’Istituto per il Commercio Estero (ICE), illustrati dalla responsabile dell’Ufficio agroalimentare Brunella Saccone, l’Europa è il primo mercato per l’export dell’olio italiano con il 75% degli scambi con l’estero, seguita dal Nord America e poi dall’Asia orientale e centrale. In Europa, la Germania è il primo mercato per l’industria italiana, seguito da Francia, Regno Unito e Spagna.
A livello globale, gli Stati Uniti sono il maggiore acquirente di olio d’oliva e rappresentano il secondo maggior consumatore di olio al mondo con 375mila tonnellate. “Questo alimento straordinario – commenta Anna Cane, presidente del gruppo oleario Assitol – ha conquistato le tavole degli italiani e del pubblico internazionale. Molto è dovuto alla diffusione della dieta mediterranea, ma a dare il via a questo viaggio sono stati i grandi marchi italiani che, a fine Ottocento, hanno dato inizio ad una storia di coraggio e inventiva che continua ancora oggi”.
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