L’universo di Calvino prende vita allo SpazioTeatro di Reggio – .

(Foto: Marco Costantino)

Una narrazione surreale E poeticoche parte da un personaggio complesso e sfaccettato, Qfwfqil narratore del fantastico viaggio che Italo Calvino mette in scena il suo “Cosmicomica”, e si trasforma in una storia universale. Una storia in cui Qfwfq diventa a medioun corpo che esce dalla storia per abitare altra materia, altri corpi, altre persone, e apre riflessioni sul ruolo dell’attore e sul significato stesso del fare teatro.

Sembra così”Racconto cosmicomico” il nuovo appuntamento di “La casa delle fiabe”, la stagione teatrale firmata da SpazioTeatro con la direzione artistica di Gaetano Tramontanasul palco Venerdì 26 e sabato 27 aprile alle 20:30 – e in risposta Domenica 28 alle 19.00 – nel Sala SpazioTeatro di Reggio Calabria.

“Racconto cosmicomico” è una produzione basata sull’opera di Italo Calvino, con l’interpretazione di Anna Calarco e il paesaggio sonoro costruito dal vivo Giuseppe Costa; per arricchire la narrazione, gli interventi fuori campo e la consulenza scientifica dell’astrofisico e divulgatore Filippo Bonaventura.

Il punto di partenza è un personaggio palindromico, impronunciabile e irrappresentabile; a volte corporeo, a volte astratto, a volte bambino o mollusco, QfWfq sostiene di essere stato protagonista di tutto: dal Big Bang alla formazione del sistema solare, dallo sviluppo del primo sistema visivo alle enormi, spaventose galassie infestate da giganteschi buchi neri.

“Dopo il primo studio presentato a novembre, torniamo in scena in una veste rinnovata – spiega Anna Calarco, che ne ha curato anche l’adattamento –. Lo spettacolo infatti si è evoluto negli ultimi mesi, e la lettura ha lasciato spazio alla narrazione. Le tre storie su cui abbiamo scelto di lavorare – “Tutto in un punto”, “L’alba del giorno”, “La spirale” – hanno come filo conduttore la perdita. Ogni volta che c’è un personaggio, o qualcosa, che Qfwfq ha perso, momentaneamente o irrimediabilmente. Qualcosa da trovare o rimpiangere. Calvino scrisse che nello scrivere ogni cosmicomics cominciava da zero, come se fosse il primo. Abbiamo deciso di rispettare questo criterio nella strutturazione del racconto messo in scena: tra l’uno e l’altro c’è una rottura netta, sottolineata dall’alternanza delle affermazioni scientifiche da cui nasce l’ispirazione. Ogni racconto procede “a onda”, fino al suo apice, per poi lasciare spazio, sia sonoro che scenico, al racconto successivo”.

 
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