“De Laurentiis decida, o rifondare o vendere! Stadio? Non ha impegni, ieri aperitivo con Fitto” – .

“De Laurentiis decida, o rifondare o vendere! Stadio? Non ha impegni, ieri aperitivo con Fitto” – .
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A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio di Umberto Chiariello, è intervenuto Antonio Corboprima firma de La Repubblica:

“Non commento il nuovo stadio per un motivo, in questa città e in questa fase si parla tanto di progetti e i giornalisti lo fanno con grande saggezza. Ma quali intenzioni ha il presidente? Cosa ha intenzione di fare? Qual è la sua idea di futuro? La discussione riguarda qualcosa su cui noi giornalisti non abbiamo possibilità di intervento; come per Platone, il mondo delle idee e il mondo delle cose non coincidono. I tifosi e la squadra hanno capito che la stagione è finita, il ciclo del Napoli e che bisogna cambiare. Il Presidente invece si comporta oggi, in assoluta buona fede, come se fosse una giornata normale in cui si celebra il clamoroso, senza precedenti, fallimento di una società che vince lo scudetto e poi scompare.

Siamo al capolinea, lo hanno capito squadra e tifosi, ma non il presidente. Deve decidere se partire o restare, rilanciare e rifondare. Allo stadio è stato un incontro di cortesia e opportunismo che in periodo elettorale non si nega a nessuno. Questo potrei commentarlo se De Laurentiis fosse andato alla Fitto con un progetto di fattibilità: io De Laurentiis metto insieme 20 imprenditori e siamo pronti ad andare avanti, ma ieri questo non è successo, è stato un bel incontro-aperitivo. Non gli do alcun peso, perché quando i politici dicono che dobbiamo pensare, significa che hanno fallito. Se non c’è un progetto di fattibilità di cosa parliamo? Il centro sportivo, invece, lo trovo fattibile. Bisogna capire cos’è la città futura prima di progettare: Barcellona, ​​quando ha concepito la città futura, ha prima chiamato a raccolta sociologi e psicologi e solo poi ha iniziato a progettare. Qui da un giorno all’altro diciamo che vogliamo mettere lo stadio a Bagnoli. Facciamo un esempio, 50mila persone: come le portiamo a Bagnoli? Mi sembra un’utopia, ma può darsi che non ci capisca niente e rinuncio anch’io ai miei anni di reporter. Vicino ad Afragola, dove la stazione esiste già, l’avrei immaginata con maggiore fattibilità. Vie di accesso ci sono già, possiamo iniziare a pensare. Ma come si arriva al centro città? Serve una super tangenziale sopra i palazzi. Rispetto De Laurentiis, è una persona concreta e sa quello che vuole. Credo che lui non faccia altro che fare pressione sul Comune affinché faccia un restyling di Maradona. Il centro sportivo di Bagnoli mi sembra buono, perché riqualificherà una parte della città. Il problema non si risolve semplicemente andando a Fitto senza documenti né carte di fattibilità. Non basta dire “ci metto i soldi”, anche gli imprenditori più ricchi del mondo hanno come obiettivo il profitto. Ecco perché sono scettico.

Passando alla stagione sportiva, la responsabilità è solo di De Laurentiis? Mi dicono che nell’ambiente di De Laurentiis ci sono una serie di consiglieri esterni all’azienda e lui deve guardarsi da chi gli dà cattivi consigli. Deve affidarsi a persone oggettivamente competenti. Va bene prendere un altro allenatore oltre a Manna, purché compatibili. Se prendi uno che fa la guerra all’altro, non va bene. Chiavelli è un bravissimo commercialista esperto in questioni fiscali, è il migliore per quanto riguarda i contratti e soprattutto per le clausole. È davvero bravo, ma è uno che, mi dicono, si oppone a certi eventi e fa da freno alle decisioni. L’errore più evidente è stato commesso su Micheli in un ruolo che non era il suo. Un consiglio a De Laurentiis: usate il consiglio di amministrazione per avere periodicamente e frequentemente momenti di collegialità in cui si discuta, anche se il potere decisionale resta a lui. La posizione finanziaria attiva lorda della società è molto solida e se mette le persone giuste al posto giusto può fare grandi cose. Ma ha bisogno di essere rinnovato. L’ottimismo dipende dalla velocità con cui si porta avanti il ​​rinnovamento: più tempo si perde, meno successo ha”.

 
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