Rapisce un giovane ebreo francese per vendicare la Palestina. Verrà processato il 21 giugno per minacce di morte – .

Rapisce un giovane ebreo francese per vendicare la Palestina. Verrà processato il 21 giugno per minacce di morte – .
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a cura della Redazione
Aveva chiamato sua madre per dirglielo è stata tenuta in ostaggio nell’appartamento di Gennevilliers (Hauts-de-Seine) di un individuo che aveva incontrato circa una settimana prima. Un incubo senza fine per una ragazza ebrea francese che mai avrebbe pensato di trovarsi in una situazione del genere. La storia, iniziata domenica scorsa, proprio il giorno prima di Pesach, la dice lunga crescente antisemitismo non solo in Francia ma in tutta Europa e negli USA, a partire dalle università e da numerosi atenei occidentali.

Secondo quanto riportato da Le Parisien, la ragazza avrebbe conosciuto il suo rapitore una settimana prima e tutto sarebbe andato storto fin dall’inizio. Dopo averla convinta ad andare a casa sua, l’uomo si è poi rifiutato di lasciarla uscire.

Secondo quanto riportato dai media, la donna è riuscita a riprendersi il telefono e a chiamare la madre per chiedere aiuto. L’auto della polizia si è subito messa in moto ed è riuscita a individuare l’esatto appartamento da cui era partito l’SOS, arrestando così il presunto colpevole e liberando la vittima.

Dopo il rapimento, l’uomo ha affermato di lavorare presso la RATP (Régie autonome des Transports Parisiens) e ha poi inviato messaggi agghiaccianti all’entourage della vittima, come accertato da fonti di polizia. «Buona fortuna, non troverai mai tua figlia, non la rivedrai mai più, farò prostituire tua figlia», aveva scritto alla madre della vittima. Secondo le prime informazioni raccolte da Le Figaro, avrebbe anche inviato un messaggio all’ex fidanzato della donna spiegando di volere «vendicare la Palestina».

Il trentaduenne è stato arrestato a Gennevilliers (Hauts-de-Seine) e posto in custodia di polizia per due giorni. L’indagine è stata affidata alla polizia giudiziaria dell’Hauts-de-Seine. L’uomo sarà processato il 21 giugno davanti alla 16a Camera penale per «uso di droga” e «minacce di morte scritte basate sulla religione”.

La procura di Nanterre aveva inizialmente aperto un’indagine sugli atti descritti come «rapimento”, «confisca”, «stupro” e «minacce di morte”. Tuttavia, il sequestro alla fine non è stato accettato dall’accusa perché «i fatti apparivano non sufficientemente caratterizzati”. Per quanto riguarda le accuse di stupro, il pubblico ministero ha aggiunto questo «necessitano di ulteriori accertamenti”.

 
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